Inchieste

Il bambinello sotto sfratto e il prete che non vuole il presepio. L’ "assurdo" arriva per Natale

Diventato un vessillo politico. Il presepe è difeso dalla Lega e osteggiato dalle sinistre.

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don Sante Braggiè cimitero cremona presepeUna volta erano gli atei, i nemici del presepe. Ma i tempi cambiano e oggi persino qualche prete considera il suo allestimento una mancanza di rispetto nei confronti dei non cristiani.
A far esplodere la polemica destinata a segnare il Natale 2016 è stato don Sante Braggiè, nuovo cappellano del cimitero di Cremona che, in ossequio al pluralismo religioso, si è rifiutato di proseguire la tradizione iniziata dal suo predecessore.
La scelta di non fare il presepe nella cappella del cimitero è stata motivata infatti “dal rispetto verso le altre religioni e dalla volontà di non entrare in dinamiche politiche”. Lo scrupolo del cappellano sarebbe stato dunque quello di non urtare la suscettibilità di fedeli musulmani e induisti, particolarmente presenti a Cremona.
Una forma di estremismo politicamente corretto, che ha fatto esplodere immediatamente una feroce polemica politica: “Mi auguro che don Braggiè ci ripensi e che si scusi con la comunità” ha dichiarato subito l'assessore regionale alle identità e autonomie, la leghista Cristina Cappellini: “Il motivo non può essere la mancanza di rispetto che il presepe comporterebbe verso i fedeli di altre religioni e gli atei. Ritengo gravissimo che a pensare e a pronunciare simili parole sia un parroco”.


Per la Lega il presepe come segno religioso: è uno di quei simboli dell'identità italiana che non deve assolutamente soccombere al pluralismo religioso e culturale portato dagli immigrati.


D'altra parte, esattamente come il crocifisso, il presepe di religioso conserva ormai abbastanza poco: ideato da Francesco d'Assisi nel 1223 a Greccio per toccare con mano la povertà in cui era nato Cristo, nel corso dei secoli è diventata la più popolare e italiana delle decorazioni natalizie, e – a Napoli, in particolare a San Gregorio Armeno – una raffinata forma d'arte tramandata di padre in figlio che vede ogni anno la partecipazione speciale, tra le statuette dei pastori, di personaggi di attualità: quest'anno, per dire, vanno per la maggiore i giudici di Masterchef, Donald Trump e Hillary Clinton, ma anche il cacciatore di Pokemon Go, Fidel Castro, ebbene sì Belen, Pino Daniele, l'allenatore del Napoli, Bud Spencer e – ovviamente - Matteo Renzi novello disoccupato.
Davvero grottesco, quindi, pensare che la visione di questo genere di opera di artigianato possa turbare la sensibilità religiosa di un buddista, un induista o un musulmano (quest'ultimo – peraltro – riconosce e venera Gesù Cristo, anche se solo come profeta).

 

presepe cimitero cremona

 

Vale anche la pena di sottolineare che se le polemiche sui presepi nei luoghi pubblici sono entrate ormai a far parte dei tradizionali appuntamenti natalizi, molto raramente vengono sollevate dai musulmani o da altre minoranze religiose.


“A noi non danno assolutamente fasitidio né il crocifisso né il presepe” spiega Zineb Moujoud dei Giovani Musulmani Italiani. “Quando facevo il liceo un mio compagno di classe ateo voleva togliere il crocifisso e polemizzava anche per il presepe. Un paradosso che io non condividevo nel modo più assoluto”.
“Io frequentavo anche l'ora di religione – aggiunge Raja Jouhari, della stessa associazione – e certo non perché volessi convertirmi, ma perché la cultura non guasta mai”.


Insomma è proprio il caso di dire che c'è qualche prete che vuole essere più papista del papa mentre farebbe bene a stare zitto. Secondo molti, infatti, sarebbe proprio l'estremo ecumenismo di Bergoglio il responsabile di certi eccessi: se in tanti si sono scandalizzati per il fatto che il capo della Chiesa cattolica abbia celebrato in Svezia i 500 anni della Riforma protestante, c'è chi ironizza sul rispetto del papa per ogni forma di credo.
“Ringraziamo Dio... e Allah, Krishna, Buddha, Kalì...” dice il vescovo interpretato da Roberto Herlitzka in una scena del film Non c'è più religione di Luca Miniero. “Sono le nuove disposizioni che arrivano dal Vaticano” si giustifica.

 

Al cinema in questi giorni, il film è incentrato proprio sul presepe vivente delle isole Tremiti i cui organizzatori, rimasti senza bambinello a causa del crollo delle nascite, sono costretti a reclutare un neonato musulmano. Alla fine quella proposta da Miniero diventa una rievocazione multi-religiosa e multiculturale, con la madonna interpretata da una ragazza buddista e una palma ad affiancare la grotta, a voler sottolineare come il presepe sia una tradizione in movimento e un patrimonio di tutti, a prescindere dal credo religioso e l'appartenenza etnica.

 


Nel frattempo, a Cremona, don Braggiè ha cercato di smentire la notizia che tante polemiche aveva creato.
“In realtà questo presepe non è mai stato fatto da sacerdoti – si è giustificato con l'Adnkronos - era fatto dall'assessore Claudio Demicheli assieme a dei volontari. Io, che ho preso servizio solo dall'inizio dell'anno, l'ho spiegato: il materiale è pesantino, da solo non riesco a farlo e lui mi ha risposto che anche se non fa più l'assessore se ne continuerà ad occupare”.
A rifiutare il presepe, dunque, non sarebbe stato tanto il cappellano quanto piuttosto il nuovo assessore alla Trasparenza e alla vivibilità sociale: Rosita Viola, di Sinistra e Libertà.
Tanto Viola quanto Braggiè, comunque, lasceranno che dell'allestimento continui ad occuparsi l'ex assessore leghista insieme a un gruppo di volontari e senza costi per il Comune. “Anche se il cimitero è di tutti - precisa il cappellano - mica solo dei cristiani”.

 


Per un presepe salvato ce n’è però un altro, ben più importante, costretto a chiudere i battenti: è quello che per cinque anni ha animato durante le feste natalizie la Cascata delle Marmore.
Principale attrazione turistica dell'Umbria meridionale (la regione più rossa d'Italia) la Cascata più alta d'Europa ospitava nei sentieri che dal belvedere inferiore costeggiano tutto il corso d'acqua un grandioso presepe vivente, con gli edifici della palestina del primo secolo ricostruiti a grandezza naturale negli scorci più suggestivi del parco naturale e la partecipazione delle tante “legioni” romane che – a partire da quella Sabina, costituitasi a Vacone quindici anni fa – stanno formandosi in tutta la penisola.
Uno spettacolo straordinario che quest'anno, per la prima volta, non si potrà vedere. E in questo caso non c'entrano – almeno ufficialmente - l'ideologia o la religione, ma solo l'indifferenza della politica per cultura e turismo.

 

presepe natale 2016


Il Comune di Terni (amministrato dal Pd) finanziava l'opera con circa 8.000 euro ma quest'anno ha tagliato completamente i fondi destinati alla rievocazione, mettendo in ginocchio il Comitato che la organizzava.
“Dobbiamo chiedere l'obolo ai commercianti e agli abitanti del borgo” spiega Manola Conti, la presidente della Pro Loco di Marmore. “Per organizzare la Via Crucis con oltre 100 figuranti in costume stiamo girando casa per casa. Il presepe costa troppo, e abbiamo dovuto rinunciare”.

 
A far scattare la mannaia sul presepe della Cascata, almeno in apparenza, sono i problemi economici del Comune di Terni. Che comunque, non ha mai dimostrato troppa simpatia per gli eventi culturali collegati anche solo indirettamente con la religione preferendo concentrare tutti gli investimenti sull'arte contemporanea: basti pensare a San Valentino, patrono della città oltre che degli innamorati, da sempre bistrattato dall'amministrazione.
Insomma anche al bambinello, se vuole scongiurare lo sfratto e continuare a nascere ogni anno in una capanna scaldata dal fiato del bue e dell'asinello, gli converrà cercarsi una copertura politica 

Arnaldo Casali

di Arnaldo CasaliGiornalista esperto di Spettacolo, Cultura, Religione.