Inchieste

Wikipedia: “L’enciclopedia sola” e aggiornata da smanettoni privi di competenza

Il più grande veicolo di ignoranza e anarchia del terzo millennio. Errori, imprecisioni e discordanze

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wikipediaE' la più grande enciclopedia al mondo e il quarto sito internet più visitato; è pubblicata in 280 lingue (tra cui molti dialetti), il suo prefisso vanta innumerevoli imitazioni, alcune anche illustri (come Wikileaks) e altrettante  illustri parodie (Noncilopedia); ha affondato le più autorevoli pubblicazioni cartacee e superato il Titanic nei dibattiti sulla sua esatta pronuncia. Ma soprattutto ha costruito un vero e proprio impero che comprende, tra l'altro, elenchi di citazioni (Wikiquote), una biblioteca online (Wikibooks), un dizionario (il Wikizionario), una guida turistica (Wikivoyage), un archivio di immagini, testi e suoni di libero utilizzo (Wikimedia commons), un giornale online (Wikinews, progetto decisamente fallimentare, se il 12 agosto in prima pagina c'è un articolo del 17 luglio) e altri 6 portali, tutti di proprietà della fondazione Wikimedia presieduta da Jimmy Wales, imprenditore americano 51enne che ha fondato Wikipedia il 15 gennaio 2001.

 

Si autodefinisce “enciclopedia libera”, ma forse il termine più esatto sarebbe quello di “anarchica”, visto che chiunque può scriverci e a garantire la correttezza di quanto pubblicato non è un comitato scientifico formato da accademici e intellettuali ma un drapello di troll, o se volete di “smanettoni”: quella gente spesso priva di ogni competenza che passa le sue giornate ad insultare le celebrità sui social e a pontificare di vaccini, scie chimiche, signoraggio bancario e gruppo Bilderberg.

 

Tanto comoda quanto insidiosa, Wikipedia è molto utile per consultazioni superficiali ma il suo uso massiccio per ricerche serie – anche da parte di studenti e giornalisti – rischia di trasformarla nel più grande veicolo di ignoranza del terzo millennio.

Errori, imprecisioni, discordanze interne, enormi lacune e informazioni del tutto inutili sono all'ordine del giorno. Già una decina di anni fa il settimanale L'Espresso ne aveva smascherato i limiti inserendo volutamente una serie di errori sui profili di Ugo Foscolo e Giovanni Spadolini che nessuno aveva corretto e addirittura due voci su personaggi del tutto inventati, una delle quali rimase online per oltre un anno.

E se Wales sostiene che la sua creatura abbia raggiunto ormai un grado di precisione di poco inferiore all'Enciclopedia Britannica e continua ad affermare la teoria secondo cui Wikipedia “si corregge da sola” grazie al contributo di tutti i suoi lettori, l'altro fondatore del progetto – Larry Sanger – oggi è il più spietato critico della sua creatura.

 

Larry Sanger

 

Filosofo, classe 1968, è stato proprio Sanger a creare il nome Wikipedia, abbinando la parola in lingua haiwaiana wiki (che significa “veloce”) al suffisso greco pedia (“formazione”).

Non che si sia inventato niente, in realtà: già da qualche anno la parola “wiki” indicava un'applicazione web che permette la creazione e la modifica collaborative di pagine all'interno di un sito internet. A inventarlo era stato nel 1995 il programmatore Ward Cunningham, che aveva fondato il sito wiki Portland Pattern Repository e scritto il libro The Wiki Way.

Sanger era stato assunto da Wales come caporedattore del progetto Nupedia, la “mamma” di Wikipedia.

“Libera” come la figlia, Nupedia era un'enciclopedia di libero accesso e libero utilizzo dei contenuti; a differenza del portale che sarebbe venuto dopo, però, la sua redazione e la sua supervisione non erano condivise tra gli utenti, ma affidate a volontari scelti tra accademici ed esperti.

Nupedia selezionava infatti i suoi redattori esclusivamente tra persone laureate o in possesso di un dottorato, e probabilmente proprio per questo il progetto era fallito: d'altra parte il volontariato del tempo libero è sempre inaffidabile, tanto più se si basa su prestazioni gratuite di professionisti già impegnati con il loro lavoro. L'unico stipendiato, in Nupedia, era infatti lo stesso Sanger, che proprio per alleggerire il lavoro dei redattori e aumentare il materiale a disposizione aveva inventato Wikipedia: un'enciclopedia scritta degli stessi lettori che in origine doveva servire solo a creare contenuti per il sito madre; contenuti che sarebbero comunque passati al vaglio di un comitato scientifico.

Di fronte però alla mastodontica differenza di risultati ottenuti dai due portali, in un paio di anni avvenne esattamente il contrario, e nel 2003 furono i contenuti di Nupedia a confluire in Wikipedia, decretando la fine del progetto originale e l'uscita dello stesso Sanger, che oggi stigmatizza il difetto dell'enciclopedia libera “nell'immagine e nella credibilità pubblica”.

“Il progetto – sostiene lo stesso Sanger - ha dato troppo potere ai troll”. “Questi problemi – aggiunge - sono una caratteristica dell'anti-elitarismo e della mancanza di rispetto per l'esperienza”.

Basta leggere i requisiti richiesti oggi agli amministratori di Wikipedia per rendersi conto del capovolgimento totale dell'idea di enciclopedia libera che aveva Wales quindici anni fa: se allora ai volontari si richiedeva la laurea o il dottorato, oggi i requisiti minimi necessari per diventare supervisore sono due mesi di registrazione e 500 contributi, sapersi muovere nella piattaforma, fare il “lavoro sporco” (sic) ed essere molto veloci; e raramente la velocità va a braccetto con la qualità, soprattutto quando si parla di cultura.

Viene inoltre specificato che Wikimedia richiede espressamente una lunga gavetta e prima di accedere al ruolo serviranno almeno “un anno di duro lavoro e qualche migliaio di contributi”.

 

Di fatto, quindi, oggi Wikipedia più che come un progetto culturale funziona come un movimento politico, dove non conta il curriculum ma la militanza, e l'attivista che si è dato da fare distribuendo volantini, attaccando manifesti e friggendo pizzole alle cene di autofinanziamento viene premiato con un assessorato, la presidenza di una municipalizzata o la candidatura in Parlamento.

Se queste prassi sono all'origine del degrado della politica italiana, immaginate cosa possono generare in un'enciclopedia dove il potere di verificare, correggere e cancellare le voci pubblicate dagli utenti è in mano a “wiki-star” che non hanno alcuna competenza sull'argomento trattato e che peraltro restano rigorosamente anonimi, dato che in Wikimedia – nel peggiore stile web – non si utilizzano le proprie generalità ma fantasiosi nickname.

 

Può accadere così che tale “Sanremofilo” (che presumibilmente si è guadagnato il potere sulla piattaforma dettagliando le voci sulla storia del festival della canzone italiana con concorrenti, presentatori, gossip e direttori d'orchestra) cancelli senza pietà decine di squadre di basket e di calcio, testate giornalistiche, premi letterari, gruppi rock, musicisti, atleti, politici, associazioni di volontariato, aziende e serie televisive, solo perché per lui non rappresentano niente, e addirittura manifestazioni importanti come il Gran Premio del doppiaggio fondato da Pino Insegno e voci da lui ritenute irrilevanti ma presenti nel dizionario Utet, nell'Enciclopedia Garzanti, nella Treccani e persino nella versione internazionale della stessa Wikipedia.

Di fronte alle proteste degli autori che si sono visti cancellare con un click ore di lavoro Sanremofilo non manca di fare apprezzamenti personali, tanto da meritarsi una censura per violazione della netiquette.

 

delete words

 

In tutto ciò, non esiste alcun organismo di controllo e l'enciclopedia “libera” se ne fa un vanto: a decidere tutto sono gli amministratori – che fanno il bello e il cattivo tempo – e gli utenti, che possono protestare dando luogo a lunghi dibattiti che spesso sfociano in rissa, peraltro rigorosamente documentati sul sito.

Tutto questo potere affidato agli amministratori è derivato anche dal fatto che se alcune regole imposte da Wikipedia a garanzia delle voci pubblicate sono piuttosto oggettive, altre sono del tutto arbitrarie.

 

Senza dubbio quelle che richiedono la neutralità e il linguaggio enciclopedico rispondono a criteri lineari e quello dell'amministratore resta un ruolo tecnico-editoriale. Più difficile è invece verificare che il testo non sia stato copiato di sana pianta da un'altra fonte e può capitare, quindi, che l'admin di turno faccia fuori una voce anche solo per il sospetto che non sia originale.

 

Quando poi si tratta di stabilire la rilevanza enciclopedica di qualcosa, si rischia come visto di finire preda dell'ignoranza del bimbominkia dietro lo schermo, che dal suo limitato – spesso limitatissimo – punto di vista si trova a decidere cosa è degno e cosa non è degno di finire su Wikipedia nei più disparati ambiti del sapere.

 

A poco servono – sotto questo profilo – le discussioni tra gli utenti che peraltro, con trasparenza assoluta, vengono pubblicate integralmente e restano a disposizione dei lettori. Teoricamente si potrebbe arrivare persino ad una votazione per stabilire la permanenza di una voce discussa, ma di solito ci si riduce a un battibecco a due tra l'amministratore e l'autore senza che altri utenti intervengano.

 

A coronare una situazione già abbastanza grottesca, c'è infine l'assurdo metodo del processo alle intenzioni: Wales non vuole, giustamente, che la sua enciclopedia si trasformi in una bacheca usata per farsi pubblicità: non è dunque lecito – almeno sotto il profilo teorico – scrivere di sé stessi o dell'azienda per cui si lavora. Ma se è già difficile per l'Ordine dei giornalisti tenere a freno le “marchette” dei propri iscritti, come si può seriamente pensare di farlo in un sito totalmente aperto e dove è garantito l'anonimato?

Ancora una volta, quindi, è tutto in mano al troll che spadroneggia. Puoi essere accusato di voler fare pubblicità solo perché scrivi di qualcosa o di qualcuno non abbastanza famoso o addirittura perché il tuo testo è molto lungo e dettagliato, e si presume quindi che tu ne sia parte in causa.

Ecco dunque il bimbominkia che anche alle cinque di mattina muove convulsamente il ditino sul mouse per cancellare tutte le (presunte) autopromozioni. Peccato che poi, se ci riuscisse davvero, dovrebbe arrivare dimezzarla, l'enciclopedia non poi così libera: vista la rilevanza assunta dal portale, infatti, è abbastanza naturale che i diretti interessati creino le loro voci o intervengano sulle proprie pagine, tanto che la stessa Wikipedia Italia pubblica addirittura una foto di Margherita Hack nell'atto di modificare la sua voce.

D'altra parte, dal momento in cui si assicura la rilevanza enciclopedica della voce, la neutralità dei contenuti e la correttezza del linguaggio, che importanza dovrebbe avere l'identità dell'estensore e le motivazioni che lo hanno spinto ad inserirla?

Il paradosso, è che se la regola della non autopromozione fosse davvero sempre rispettata, la voce Wikipedia non dovrebbe essere presente in Wikipedia. Voce che, peraltro, appare tutt'altro che neutrale tanto che – a fronte della magniloquente esaltazione del progetto – è una delle pochissime a non contenere la sezione “controversie”.

Forse non è allora del tutto fuori strada, l'enciclopedia parodistica Nonciclopedia, quando definisce Wikipedia “la parodia di un'enciclopedia”.

 

Arnaldo Casali

di Arnaldo CasaliGiornalista esperto di Spettacolo, Cultura, Religione.