Inchieste

Italia senza Gesù, giovani, Natale, tradizioni e cultura. Solo cibo, vacanze, povertà e vecchi

Si toglie Gesù, in Italia, per non urtare la sensibilità islamica e religiosa. Nessuno va in chiesa, sempre meno figli e durante le feste solo opportunismo e vacanze per tutti

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In tutto il mondo ma anche e, forse, soprattutto in Italia la religione cattolica è in fortissima crisi. La chiesa agonizzante e le festività natalizie sono ormai considerate solo feste commerciali tra alberi di natale, grandi abbuffate e regali obbligatori. Tutto questo non esisterebbe senza “la nascita di Gesù”, senza il suo compleanno, come lo chiamano alcuni. Ormai gran parte della popolazione gioisce di queste ferie dal lavoro, comunque sempre pagate e tassativamente obbligatorie per tutti, soprattutto per chi non ha credo religioso, ma anzi solo voglia di abbuffate e vacanze. Voi siete almeno passati in chiesa?.
Il Papa ha detto: Ai nostri tempi, specialmente in Europa, assistiamo a una specie di 'snaturamento' del Natale: in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù. Senza Gesù non c'è Natale". In Vaticano, Nell'ultima udienza generale del 2017 ha aggiunto: "E se al centro c'è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l'atmosfera della festa. Ma se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente". La realtà è triste, la tradizione ormai inesistente ed il valore religioso sempre meno presente. E’ Natale ma si parla solo di cibo, diete, vacanze e regali.
Approfondendo l’argomento nelle interviste fuori dalle chiese, in questi giorni, è emersa una situazione “frivola”. Per chi dice di credere e si professa cattolico l’ironia della vita è ancora più forte. Le chiese sono state “mezze piene” solo la notte della vigilia, ovviamente principalmente vecchi, i bambini sono pochissimi e ancor meno conoscono Gesù e la Madonna. Tutti invece conoscono Babbo Natale, i regali e le ricche mangiate di questo periodo. Quasi nessuno, anche tra i vecchi, ha mai letto il vangelo o la bibbia (eccetto alcuni passi letti in chiesa durante la messa).


Nelle scuole, Gesù e l’ insegnamento di religione, vengono sempre snobbati. Genitori e alunni scappano dalla cultura e dalle tradizioni italiane, ma tutti ne approfittano per fare vacanze, nel più grande opportunismo divenuto base del nostro tempo. Addirittura “Gesù” viene sostituito con “Perù” nel testo della canzone di Natale per rispettare i musulmani e gli islamici. Questo è quanto è successo alla scuola primaria Beato Odorico da Pordenone di Zoppola, come riportano le notizie del quotidiano Messaggero Veneto. Una paradossale quanto assurda decisione presa, pare, per il “politicamente corretto”. La vicenda è stata scoperta dai familiari di due fratellini che durante il pranzo di Natale hanno intonato a casa la canzoncina imparata a scuola. La parola Gesù cambiata con Perù per non urtare la sensibilità dei bambini islamici della loro classe. Secondo quanto scrive il quotidiano, l’insegnante, pensando che in questo modo si potesse turbare la sensibilità di chi non appartiene alla religione cristiana, ha sostituito il nome Gesù. Come se il Natale fosse una festa “creata” dal Perù. Tutta questa situazione, con tutta probabilità, «sarebbe rimasta all’interno della classe, se solo due fratelli — scrive il quotidiano del Veneto nel suo resoconto — che frequentano la terza in cui è avvenuto il fatto, durante il pranzo di Natale, non avessero iniziato a canticchiare la canzoncina imparata a scuola» e chissà quante altre storie di questo genere accadono nel nostro Paese che non vengono raccontate.

 

 


La dirigente scolastica pare fosse all’oscuro di tutto, ma una volta informata ha riferito che secondo lei, se certi tipi di testi possono arrecare disagi a qualcuno, si devono scegliere canzoncine senza determinati riferimenti. Ha parlato con l’insegnante che ha fatto imparare ai bambini la versione modificata di “Minuetto di Natale”, secondo la preside è una maestra valida e preparata, con ruoli importanti all’interno dell’istituto. La maestra ha ammesso di aver sbagliato, è dispiaciuta ed ha assicurato che una cosa simile non si ripeterà.

 

La preside, l’ha richiamata verbalmente, visto che le sanzioni previste dall’ordinamento didattico, a suo parere, devono essere applicate per situazioni più gravi. Quindi, secondo la Dirigente scolastica potrebbe essere possibile sostituire le tradizioni e la storia del nostro Paese senza problemi e questo, per molti, è lo specchio del Paese: Arrogante, stupido, ignorante e destinato al fallimento. E se questi sono gli insegnamenti che vengono impartiti nelle scuole difficilmente l’Italia potrà migliorare. L’Istat, l’istituto nazionale di ricerca, proprio a natale ha descritto il popolo italiano:
Un paese di vecchi, di single, poco interessati alla politica e con pochissime nascite, dove un terzo degli adolescenti è sovrappeso ed i bambini italiani sono tra i più sedentari d’Europa. Siamo una delle nazioni più vecchie al mondo e con la popolazione in calo.

 

 


Nell'arco di vent'anni, spiega l'Istituto di statistica, il numero medio di componenti in famiglia è sceso da 2,7 (media 1995-1996) a 2,4 (media 2015-2016). Nel 2016 sono nati 12.342 bambini in meno rispetto all'anno prima, da madri sempre più vecchie. Del resto ormai è difficilissimo trovare madri sotto i 35/40 anni. In media si hanno 1,35 figli per donna ma, ad alzare il livello, sono le giovani mamme straniere. A livello internazionale, l'Italia si trova al sesto posto per fecondità più bassa nella classifica europea: all'ultimo posto c'è il Portogallo con 1,31 figli in media, mentre la Francia, con 1,96 figli in media per donna, è il Paese più prolifico.
Aumentano anche i divorzi che da 52.355 nel 2014 diventano 82.469 nel 2015. L'Istat conferma anche l’aumento dei costi per chi vive nei centri urbani. Le famiglie residenti nei comuni centrali dell'area metropolitana spendono in media 2.899,21 euro, ovvero "491 euro in più" a confronto con i comuni fino a 50 mila abitanti (2.407,82 euro).
Al 1° gennaio 2017 la popolazione straniera italiana, registrata regolarmente, residente era pari a 5.047.028 unità, l'8,3 per cento del totale dei residenti, più 0,4%. Nel Nord-est Italia la percentuale più elevata di cittadini stranieri (il 28,6 per cento) proveniente dall'Europa centro-orientale.

 


Anche la povertà è in aumento, in Italia nel 2016 le famiglie in condizione di povertà assoluta erano 1,6 milioni, per un totale di 4 milioni e 742.000 persone, il 7,9% della popolazione. Rispetto all'anno scorso, le famiglie che vedono peggiorare le loro condizioni sono quelle numerose. E sono proprio i più giovani a pagare il conto più salato della crisi: l'incidenza di povertà assoluta è più elevata fra i minori (12,5%) e interessa oltre un milione e 292.000 ragazzi. Degli oltre 4,7 milioni di poveri, più di due milioni risiedono nel Mezzogiorno (con un'incidenza del 9,8%) e due milioni e 458.000 sono donne (7,9%).

Mario Rossi

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di Mario RossiGiornalista