Inchieste

Separati: il figlio ha diritto ad amare 2 genitori e 4 nonni. Manca la certezza della pena e ci rimettono sempre i bambini

DDL Pillon, Padri separati senza aiuto, violentati e sul lastrico. Intervista al presidente di “Figli Negati”-“I Love Papà”

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La bigenitorialità perfetta è un sogno che probabilmente in Italia non verrà mai realizzato. Così come la cura e l’interesse dei bambini, spesso sopraffatti da stupidi genitori, leggi, burocrazia, litigi e molte volte anche dai servizi sociali di “dubbia competenza”. Si è parlato molto, negli ultimi mesi, di un disegno di legge chiamato Pillon, sulla bigenitorialità e l’affido condiviso che vorrebbe affidare la responsabilità genitoriale al 50%, ovvero quanto al padre quanto alla madre, anche nel caso di separazione non consensuale dei coniugi. Il figlio dovrebbe passare metà tempo con la mamma e metà con il papà, cambiando ogni 15 giorni la propria casa. Totalità e parità dei ruoli e la possibilità di stare con il proprio figlio “quasi sempre”.
La Corte di Cassazione, il 10 dicembre 2018, ha emanato una sentenza che fa discutere sui presupposti del ddl Pillon. Il caso riguarda una coppia separata, dai forti contrasti conflittuali, con il coinvolgimento dei servizi sociali. Il padre fa ricorso contro l’affidamento in via prevalente alla madre, chiedendo di passare con il figlio lo stesso numero di giorni della ex moglie, ma la Corte respinge la richiesta: «Va ricordato che il principio di bigenitorialità si traduce nel diritto di ciascun genitore ad essere presente in maniera significativa nella vita del figlio nel reciproco interesse, ma ciò non comporta l’applicazione di una proporzione matematica in termini di parità dei tempi di frequentazione del minore, in quanto l’esercizio del diritto deve essere armonizzato in concreto con le complessive esigenze di vita del figlio e dell’altro genitore».


Ovviamente è l’interesse del bambino che deve essere al primo posto ed ovviamente non tutti i casi sono uguali. Il giudice dovrebbe essere capace di cogliere l’armonia del bambino ed avere buonsenso sia con la mamma che con il papà. Il tempo incide molto, ma forse non è tutto? Intervistiamo Giorgio Ceccarelli, Presidente delle associazioni “Figli Negati” e “I Love Papà”, tra i massimi esperti, in Italia, di problemi legati alla bigenitorialità e difficoltà, per alcuni papà separati, di vedere i figli.


Buonasera, vorrei capire da lei la situazione sul Ddl - Pillon?


Pillon ha avuto il grande merito di far uscire allo scoperto un parlamento silenzioso, indifferente dopo la riforma del 2006. Ha avuto persone contro per una proposta di legge che ha lati positivi e lati negativi. Lui stesso lo ammette e lo ha ammesso in Senato, quando ha incontrato le altre associazioni. Chiaramente verrà modificata, ci saranno dei cambiamenti, dei miglioramenti però l’importante è che vada avanti e che venga votata, con l’emendamento degli altri partiti ed anche delle associazioni che noi abbiamo proposto nei cambiamenti. Chiaramente, uno dei risultati evidenti in queste settimane è che si è risvegliato il femminismo che era morto e sepolto da un ventennio. Le femministe non si sono mai occupate dei separati, erano proprio sparite. Hanno organizzato, il 10 Novembre, una marcia contro questo disegno di legge, come se si fossero risvegliate.


Non credo si tratti di una questione di uomini contro donne?


A Napoli hanno avuto anche il patrocinio del sindaco…E’ scandaloso che queste donne stiano tirando fuori una sorta di linea talebana al contrario. Cioè qui vorrebbero creare due “settori”: maschilisti e femministe, l’uno contro l'altro, quando non bisogna essere né l’uno e né l’altro perché bisogna essere solo obiettivi. Difendere i figli vuol dire che il padre e la madre contano allo stesso modo. Soprattutto il figlio ha diritto di amare due genitori e quattro nonni. Questa è la base di partenza di tutte le leggi “giuste” del mondo. Il principio sacro, che è lo spot del “Daddy’s pride”, è che tu devi difendere il bambino. Non si può difendere da solo o andare in tribunale a 10 o 5 anni, perché la madre lo ha rapito e non permette al padre di vederlo. Ci sono molti casi di rapimenti di figli. Bisogna invece condannare, giustamente, chi commette un illecito, chi non paga il mantenimento al bambino. Ci sono papà però che non se lo possono permettere, non si può di certo dire “vai a fare una rapina in banca”. Se io sono disoccupato e dormo in macchina, al giudice non interessa e mi dirà “intanto dai 200 o 300 euro al mese a tuo figlio”. Si, ma se non ce li ho neanche per mangiare, come cazzo faccio a darglieli?.
Invece ci sono i ricchi e benestanti da mettere in galera, che, per fare un dispetto all’ex moglie, non danno i soldi del mantenimento dei figli e magari li lasciano in condizioni economiche precarie. Questo è un aspetto penale che dovrebbe essere rafforzato: contro gli uomini stronzi e contro le donne stronze che rapiscono i figli nell'impunità totale. Ti faccio un esempio:
Noi la definiamo “sottrazione di minore” che è un eufemismo per intendere il rapimento. La sottrazione, sui dizionari, vuol dire sottrarre un oggetto da una persona a un’altra, come se fosse un oggetto tuo figlio. Tu lo rapisci non lo sottrai, lo rapisci; all’estero ti mettono in galera. In America ti arrestano se rapisci un figlio, se uno dei due genitori sottrae il figlio all’altro. In Italia, invece, non gli succede un cazzo. Rischiano un anno, o poco più, di pena, e non vanno mai in galera. Quindi un bambino per anni sta senza il padre e senza i nonni paterni. Questa legge nuova non parla di penale e degli “articoli penali” che invece andrebbero approfonditi e chiariti. Bisogna punire severamente chi non rispetta la legge. Sia padri che madri stronzi altrimenti tutti continueranno a fare come gli pare…


Ne ha parlato, con chi lo ha fatto?


Ma certo. Il cancro più grave è il rapimento dei figli, quello che ti porta al suicidio, all’omicidio ed al disastro mentale, sia per il figlio che non vede più il padre ed i nonni paterni, sia per il padre e per i nonni. E’ un disastro pazzesco, psicologico, fisico, morale. Questo è il cancro. Il cancro con questa legge non viene curato. Una legge che è priva di sanzione efficace non viene rispettata da nessuno. Quindi questa legge è morta, non vive. Tu puoi fare tutte le leggi che vuoi, se poi non metti una sanzione la legge non viene rispettata da nessuno. Se il Governo non mette punizioni esemplari per il genitore che rapisce il figlio, io parlo della madre ma può capitare che anche il padre rapisca, o la punizione esemplare per i benestanti che hanno i soldi e non danno mantenimento ai figli. Ci deve essere la galera. Pene forti, esemplari. Se tu non lo fai, continueranno ad esserci tanti rapimenti e tante povere donne che hanno i figli ma non hanno i soldi per mantenerli.
Lei hai fatto queste proposte? Perché non vogliono inserirle?
E’ un problema politico e spero si trovino soluzioni presto. Ad oggi non c’è mai una sanzione esemplare, una punizione vera. Così la legge non funziona. Non viene applicata.

 

Ma non si risolve nulla così…

 

Il rischio è proprio questo. La gente penserà: “mi piace questa legge”, oppure, “no, mi sta sul cazzo questa legge” e tutti faranno come vogliono a discapito della legalità e dei bambini…

 

Ha avuto modo di incontrare Pillon?

 

Ma certo! Anche pubblicamente gliel’ho detto in Senato…

 

E la risposta quale è stata?

 

Abbiamo avuto due incontri con le associazioni. Ovviamente nel complesso della legge, io sono a favore, i padri separati sono a favore di questa legge, anche se non la conoscono bene tutti. Chiaramente, gli ho detto in Senato davanti alle altre associazioni, che il punto debole è che in Italia purtroppo ci sono migliaia di bambini che si scordano il padre ed i nonni paterni perché non li vedono più, perché la madre non subisce punizione, come invece avviene in America dove si arrestano le madri che si comportano illegalmente. Perché in Italia non gli fanno un nulla?

 

E lui cosa ha risposto? Cosa ha detto?

 

Ha detto: “No, io non c’entro”. Il patto è questo: “o te la tieni o lasci perdere”. Nelle leggi italiane bisogna partire da 1 per avere 100, se non si parte da 1, 100 non lo vedrai mai. Allora intanto noi ci teniamo questo sperando di migliorarlo ma almeno partiamo. Nella legge c’è anche l’esempio della mediazione familiare. Se istituissero un albo professionale di mediatori familiari, sarebbe forse un deterrente per delinquere nella famiglia perché è “super partes” il mediatore familiare. Non è a vantaggio di lui o di lei. E’ un arbitro ed entrambi cercano di andare d’accordo. E c’è chi è contrario che la mediazione familiare sia obbligatoria, perché chiaramente ha dei costi in più, anche se il primo colloquio è gratuito. E non si sa chi lo paga questo colloquio. Se io sono un mediatore familiare, per esempio, tu non mi paghi. Perché lo devo fare gratis per forza? Sono un professionista, perché lo devo fare gratis? Quindi per legge, il primo è gratuito. Poi dice che è obbligatorio. Ora ci sono dei casi in cui due genitori che litigano di brutto, tipo quello che vuole ammazzare la moglie, o il contrario, non puoi metterli in mediazione perché se no ammazzano il mediatore! Si scannano davanti al mediatore. Si tratta di persone pericolose con le quali il mediatore non è sufficiente per abbassare i toni tra i due litiganti. Dovrebbe essere, secondo me, a discrezione del giudice, renderlo obbligatorio o facoltativo. Immagina uno che vuole ammazzare la moglie: lo metti in mediazione familiare. Funziona così: prima ascolti la donna, poi ascolti l’uomo e poi li ascolti insieme. Se uno vuole ammazzare la moglie e lo metti insieme alla moglie davanti al mediatore, quello è capace di darle una coltellata davanti a lui. Le persone pericolose che ci sono tra i separati andrebbero tenute separate per non dargli modo di farsi del male.

 

Però il giudice quando sente la moglie ed il marito in separata sede lo capisce se uno vuole ammazzare la moglie…


Per legge lui dice che la mediazione è obbligatoria ed allora uno deve pensare che deve essere obbligatoria in certe circostanze ma in altre no. Se tu non lo specifichi, obbligatorio vuol dire che tutti ci devono andare. Il rispetto dell’alienazione genitoriale che scientificamente non è provato ma di fatto lo sanno tutti, quando fai il lavaggio del cervello, lo puoi chiamare come vuoi, ma si tratta sempre di un condizionamento del genitore che usa il bambino contro il padre che lo vede meno. Questa è una cosa che va punita. Anche le false accuse vanno punite. Ci sono donne che compiono “atti vili” per danneggiare il padre e loro ex marito. Punire, quindi, anche chi si inventa delle violenze che non esistono. Conosco dei papà separati denunciati per stalking solo perché telefonano a casa per parlare con il figlio. E molte volte il figlio non glielo passano mai, inventandosi mille scuse.


Ho invitato il senatore Simone Pillon al “Daddy’s pride”, la marcia del “Daddy’s pride” il prossimo anno raggiungerà la ventunesima edizione. 20 edizioni sono state fatte tra Parigi, Vienna, Praga, Bratislava, Berlino e Berna. Mezza Europa ha marciato per un motivo: difendere il diritto dei figli di amare due genitori e quattro nonni: per quella marcia, che non è la marcia per il Ddl ma è la marcia per i figli, il senatore sarà invitato a parlare e dato che noi siamo aperti a tutti ho invitato tutti. il “Daddy’s pride” è aperto a tutti, “se qualcuno vuole venire, il microfono vi sarà dato”. Io non devo fare la marcia per il Ddl o per Pillon. La marcia si fa sempre per lo stesso motivo: i figli. Poi se c’è questa contemporaneità di questa proposta di legge e c‘è chi non la pensa come noi, sarà invitato a partecipare. Non è una guerra contro qualcuno. La marcia non è mai stata una guerra contro qualcuno.


Quando c’è il prossimo “Daddy’s pride”?


Il 17 marzo, domenica. Da piazza Venezia al Colosseo a Roma. Ci sarà questa marcia per i papà, per i figli e per le mamme.
Non si può trasformare la marcia in un qualcosa di politicizzato. La legge ci piace, deve essere modificata perché non ci piace tutta, però la marcia si fa per i figli. Che poi all’interno ci sia un comizio, se uno vuole parlare del ddl e qualcuno, invece, parla contro, a me sembra una cosa democratica al massimo. Far parlare tutti, ognuno la pensa come vuole. L'importante è utilizzare toni democratici e civili. Di confronto. Questa è l’unica marcia al mondo dei Papà separati. Abbiamo fatto 20 marcie in tutta Europa perché c’è sempre il rispetto di tutte queste regole, sacrosante. Quindi non cambiamo regole il prossimo anno.

 

Quasi sempre l’affidamento viene dato alla madre. E’ molto difficile per un padre avere l’affidamento?

 

Sono obiettivo: la maggior parte dei padri se ne “sbatte” dei figli perché scarica tutto alla madre. L’uomo scarica spesso sulla donna, come se fosse la madre. Le loro madri hanno sempre fatto tutto, così le loro mogli o ex. Per fortuna i papà “buoni e capaci” sono in netto aumento e purtroppo aumentano anche le donne “matte”. Le donne che nascondono un figlio al padre sono folli. Io feci una proposta di legge 20 anni fa, il giornale “Il Tempo” mi ha dedicato una pagina intera su questo disegno di legge, e questa mia proposta diceva che se, dopo la separazione, il genitore collocatario non rispetta l’altro genitore, non permette al figlio di stare con l’altro genitore, ha tre sanzioni: La multa (e la devi pagare tassativamente subito), se continui ti tolgo il figlio e lo do al padre e, ovviamente, potrebbe essere il contrario. Parliamo sempre di collocazione. Se sei recidiva, allora vai in galera. E questa legge, che non esiste, è stata applicata dalla Cassazione.

 

Ma come fa ad applicarla se non esiste la legge?

 

Non esiste perché, per interpretazione di leggi esistenti, arrivano alla legge mia. La legge può dire una cosa, tu la interpreti ed applichi quella legge…


Mi fa piacere che ci siano giudici che la applichino con intelligenza.


Fortunatamente il mondo sta cambiando. C’è una sentenza bellissima del 2000, e dovrebbe essere la sentenza più importante. Riferimento per i tribunali italiani. Qui il padre era collocatario di due figlie a Salerno, aveva avuto l’affidamento dei figli e parlava male, ai bambini, della madre. I genitori di lui, quindi i nonni, parlavano male della nuora. Quest’ultima gli fece causa, in base al 388 del codice penale che dice “chi viola in malafede la sentenza del giudice commette un reato penale”. Quindi, tu hai una sentenza e la applichi, c’è il reato penale con il quale ti fanno una multa ma in galera non ci vai. Ma è un reato penale, quindi la Cassazione, con la denuncia della madre, che era sempre soggetta ad insulti del padre e dei nonni, ha fatto causa a tutti loro e la Cassazione ha emesso una sentenza meravigliosa: ha condannato il padre perché è reato non educare i figli ad amare l’altro genitore. Lui doveva educare i figli ad amare la madre. Lui faceva il contrario. Questa è una sentenza meravigliosa. Si dovrebbe applicare sempre. Se ci pensi, è straordinaria. Ci sono tantissimi padri separati che vengono umiliati, offesi, violentati dalle loro mogli o ex mogli e allontanati dai loro bambini. Ma sono uomini e non se ne parla.

Mario Lucilli

di Mario LucilloGiornalista e curioso del mondo