Inchieste

Medjugorje senza effetti speciali, il luogo dove la Madonna appare di più. Analisi e realtà sul luogo dei miracoli

A breve il pronunciamento ufficiale del Vaticano sul fenomeno ma: La Madonna non è un postino, che porta i messaggi tutti i giorni.

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Medjugorje è una piccola chiesa immersa in un villaggio di negozi di souvenir.
E’ una comunità croata nel mezzo della Bosnia-Erzegovina. E’un’isola cattolica in un paese islamico, un centro di resistenza cristiana in un paese governato per cinquant’anni da una dittatura comunista.

Fa un effetto un po’ straniante, a primo impatto, perché non assomiglia per niente ad un santuario. Ha, piuttosto, l’aria di una grande fiera di paese. Camminando lungo le larghe strade asfaltate si incontrano chioschi, negozi, bancarelle più o meno precarie in cui si vendono statue della Madonna, icone, medagliette, rosari, braccialetti di lattice, collanine, libri, dvd, cd, crocifissi, immaginette sacre ma anche liquori alle erbe, anelli, barattoli di miele, bastoni da passeggio, fichi secchi, radioline, fazzoletti di stoffa con sopra stampata l’immagine della Madonna. Solo di tanto in tanto si scorge qualche abitazione, un ristorante, un alberghetto, la sede di qualche associazione di beneficenza, o un centro di accoglienza per persone in difficoltà, generalmente gestito da italiani.

 

 

Nel piazzale antistante la Chiesa di San Giacomo una statua della Madonna ricorda le apparizioni, che avvengono ininterrottamente da 35 anni. A sinistra della chiesa c’è una sorta di bungalow dove si svolgono le confessioni: decine e decine di persone in fila, divise per gruppi linguistici, aspettano il proprio turno, mentre altri confessori sono disseminati intorno alla chiesa, all’aperto. Sul retro dell’edificio è stata allestita una tensostruttura con un altare dove si celebra il rosario, la messa e l’adorazione. Una folla sterminata riempie il grande prato intorno all’altare, accampata alla bell’e meglio. Quasi tutti indossano degli auricolari dove viene trasmessa – via radio – la traduzione nella loro lingua della messa, celebrata in latino e croato.

Dietro la chiesa, al termine di un viale alberato, si erge la statua del Cristo Risorto, singolare opera d’arte realizzata dallo sloveno Andrija Ajdič nel 1998. “Vedi là, la montagna con quella croce? – ti dice un compagno di viaggio, mentre percorri il viale – si dice che se fai una foto in quella direzione, quando vai a rivedere l’immagine compaiono figure strane. E poi qui ogni tanto il sole comincia a roteare e a lampeggiare”.

Ma almeno oggi il sole splende placido in cielo quando raggiungi la scultura, che raffigura un crocifisso senza croce, che si solleva da una sorta di grande stampo concavo che porta la sua stessa forma, rappresentando così – insieme – morte e resurrezione. Ai piedi della statua c’è un piccolo gradino in legno e una lunga fila di persone aspetta di salirci per toccare le ginocchia e strofinarci sopra dei fazzoletti. Chiedi cosa stiano facendo e il tuo compagno ti spiega che dalla statua esce un olio miracoloso. Per questo le bancarelle, oltre a vendere riproduzioni della scultura, vendono anche i fazzoletti con cui raccogliere l’olio e portarselo a casa.

 

 


Secondo gli scienziati che lo hanno analizzato si tratta in realtà di acqua che contiene tracce di calcio, rame, ferro e altri minerali, e la gocciolatura sarebbe frutto della condensa legata al ricambio d’aria all’interno della scultura.

Ti metti comunque in fila e quando arriva il tuo turno, accarezzi lentamente con la mano il ginocchio, nel punto dove tutti strofinano il fazzoletto. È completamente asciutto. Ti giri e dici al pellegrino che ti segue che non c’è assolutamente niente. Quello ti guarda con un’aria tra il severo e il compassionevole: “Perché tu non hai fede” dice.


La seconda tappa è la Via Crucis sul Monte Križevac. Roccia su roccia, terra rossa, alberi verdi. A stonare con l’atmosfera densa di spiritualità è solo il cartello con il divieto di vendere rosari. Ogni stazione è segnata da una croce e un bassorilievo scolpito da uno scultore italiano. I pellegrini – molti dei quali scalzi - si fermano leggendo un passo del Vangelo e il commento scritto da Vicka, una delle veggenti. In cima alla montagna c’è una grande croce in pietra piena di scritte fatte a pennarello, bigliettini, ex voto. “Presto – fa il tuo compagno di viaggio – torniamo giù: forse facciamo in tempo a prendere la veggente delle quattro e mezza”.

 

 

Di fronte al tuo sguardo meravigliato, ti spiega che alle 16.30 è prevista l’apparizione della Madonna a Marija. Affrettate dunque il passo percorrendo un sentiero diverso - più impervio - di quello fatto all’andata, quando dietro un cespuglio sbuca la sagoma di una vecchina che vende rosari di plastica. “È un’abusiva!” esclami divertito. “Quella – ti sussurra il ragazzo in un orecchio – sembrerebbe che sia la Madonna". “Addirittura?”. “Sì. Nessuno al villaggio la conosce, eppure sta sempre qui, ma puoi incontrarla in qualsiasi punto del percorso. Magari la vedi alle pendici del monte e quando arrivi in cima lei è lì, con i suoi rosari. Mi hanno detto che una volta un tipo ha comprato il rosario, poi si è voltato e lei non c’era più. Sparita nel nulla”.


Tornati in paese cercate la casa di Marija e citofonate chiedendo di assistere all’apparizione, ma vi spiegano che sono già al completo e semmai si può riprovare il giorno dopo. Allora vi dirigete verso le pendici di un altro monte, il Podbrdo, dove secondo la tradizione, la Madonna è apparsa la prima volta ai sei veggenti, il 24 giugno del 1981.
Si assomigliano tutti, i messaggi della madonna di Medjugorje, e secondo alcuni assomigliano un po’ troppo a quelli rilasciati in Spagna – negli anni ’60 – a Clemente Dominguez, un elettricista che in seguito avrebbe scomunicato Paolo VI autoproclamandosi papa con il nome di Gregorio XVII.


“Cari figli - recita il primo del 2016 - come Madre sono felice di essere in mezzo a voi, perché desidero parlarvi nuovamente delle parole di mio Figlio e del suo amore. I cuori puri ed umili ridanno vita alle parole di mio Figlio. Perciò, miei cari apostoli, figli miei, vivete le parole di mio Figlio. Vi ringrazio!”.

 

 


Senza dubbio lascia perplessi il fatto che la Madonna debba parlare in continuazione senza dire, in sostanza, nulla. E ancora più perplessi lascia l’idea che durante la guerra in Bosnia, nei messaggi della Madonna non si spendesse nemmeno una parola contro il feroce nazionalismo croato cattolico che vedeva in Medjugorje proprio la sua roccaforte: nessun invito, da parte della “Regina della pace”, a guardare i bosniaci musulmani come fratelli e a fermare i massacri che stavano insanguinando quella terra.


Da ormai sei mesi si aspetta il pronunciamento ufficiale del Vaticano sul fenomeno, e i conseguenti provvedimenti. Se tarda ancora è perché la minaccia di uno scisma continua a suggerire prudenza. Ma papa Francesco è stato già fin troppo chiaro: “La Madonna non è un postino, che porta i messaggi tutti i giorni” ha ripetuto in diverse occasioni. “Ma dove sono i veggenti – ha aggiunto la scorsa estate - che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio e vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama ‘Gesù’ e niente di più”.


Si racconta che un giorno Maria, Gesù e san Francesco avessero deciso di lasciare il Paradiso per fare una vacanza sulla terra e discutessero su dove andare. “Vorrei tanto andare a Medjugorje” aveva detto Maria; “e perché proprio Medjugorje?” avevano chiesto gli altri due. “Perché non ci sono mai stata!”.

 

Arnaldo Casali

di Arnaldo CasaliGiornalista esperto di Spettacolo, Cultura, Religione.