Inchieste

Roma, la capitale della gastronomia di tendenza nei nuovi locali della città

Le serate della dolce vita culinaria, prezzi alti, qualità e moda notturna tra grandi chef stellati.

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Roma in questo momento sta vivendo una stagione di gustosi e divertenti eventi serali e notturni, slegati dall’ormai datato brand turistico della “dolce vita”. Non più le trasgressioni e le stravaganti notti delle star del cinema e dei vip negli storici night club intorno a Via Veneto. Ora, il trend enogastronomico sempre più in espansione in Italia e nel mondo ha riacceso le luci sulle notti della movida romana, grazie alla fantasia creativa di architetti che hanno ideato nuovi e aggreganti format realizzati in strutture dove far operare grandi e bravi chef che hanno veicolato “Il Mondo in Pentola”.
Il risultato è stato che i nuovi format hanno fatto esplodere il piacere di una vita notturna che al percorso enogastronomico ha aggiunto quello estetico e divertente con la combinazione di sala e bar in un unico ambiente. Situati nei punti più strategici della città, propongono menù alternativi di grande impatto gustativo, spaziando da pizze “gourmet” o semplici tapas a contaminazioni di piatti tradizionali con spezie esotiche sapientemente dosate. Cucina non scontata, divertente, anticonvenzionale perchè spesso venata da toni giocosi e illuminata da idee e tecniche mai approssimative che creano giochi cromatici con alimenti pregiati. Il tutto in nuovi ristoranti con format alternativi, studiati apposta per consumare, in un turbillon mondano, delizie gastronomiche e grandi bevute, passando da un buon vino a cocktail spaziali creati da giovanissimi bar tender o “mixology”, come vengono chiamati oggi questi giocolieri per le acrobazie che fanno fare alle bottiglie dei distillati, prima di versare il giusto contenuto negli sheker. In questo contesto segnaliamo i locali new entry più gettonati sparsi a macchia di leopardo nei punti più strategici della città, dove, se non si è prenotato almeno con qualche giorno di anticipo, bisogna aspettare pazientemente fuori che si liberi un tavolo.
Nel quartiere Prati, zona nord di Roma troviamo la “Madaleine”, un’autentica brasserie parigina a Roma. Una volta entrati, si è a Parigi da Lipp a Saint Germain, o da Bofinger a la Bastille. Tutto l’arredameno “parla francese”: bellissime vetrate molate, pareti rivestite con carte decò, naturalmente piccoli tavoli e la cucina a giorno dove Simone e Daniele, due giovani ma gagliardi chef, propongono le versioni gastronomiche di una cucina fusion che combina la cultura franco/italiana, mentre dalla pasticceria escono i più fantastici Camaron della capitale. Dalla cucina arriva il “cappuccino Madaleine con uovo poché, crema di patate, chorizo e madaleine salate ai broccoletti”. Aperto dall’alba a notte fonda.

 

cucina alternativa roma

 


Pochi passi più avanti si sono aperte le porte del nuovo “Tordo Matto”. In un bel locale minimal-chic, si propone una cucina bizzarra ma intelligente per i suoi contenuti gustosi, e una tavola a contatto con la cucina per chi vuole veder realizzato al momento il suo menù. Riproposta da quel genialoide chef che si chiama Adriano Baldassarre, già cuoco stellato, ora in rivisitazione della sua arte creativa con piatti che raggiungono subito il senso del piacere per la comprensione degli alimenti, non destrutturati ma elevati a gusto assoluto per tecnica e creatività. Come lo “spaghetto alla puttanesca” che cuoce nell’acqua estratta dalle olive.
Il centro del vulcano gastronomico lo troviamo in location pazzesche come quella in cima alla Salita del Grillo che domina, guarda caso, i mercati traianei dell’antica Roma. Ai piedi del nuovissimo Luxory Designe Hotel ricavato dalla antica sede dell’università pontificia, spalla a spalla si esibiscono lo “Yugo”, un’idea di fusion bar, con una cucina curata da un’autorità del food come Antony Genovese, due stelle Michelin e chef patron del “Pagliaccio”, che vuole essere un lungo viaggio tra sapori, colori, e profumi che arrivano dal Giappone, dalla Cina, Singapore, e Vietnam. Crudi, fritti, rolls, dim, wok, da provare con i drink inventati e suggeriti a seconda della scelta del piatto da Daniele Gentili, uno dei più grandi mixologi sulla piazza, arrivato da Londra per stupire con le sue invenzioni liquide. Come il “the dark side of Vesper”, una rivisitazione del Martini Dry tanto caro a James Bond, che sicuramente avrebbe apprezzato.

 


Al “Madre” ci pensa Riccardo di Giacinto, altro chef stellato, a reinventarsi un percorso già collaudato, ma con una spinta super gustosa e in tema, con un format che stupisce ancora prima di entrare. Immaginate una foresta tropicale con piante verdi che scendono dal soffitto e dalle pareti, intercalate da cascate d’acqua: un tripudio di colori e armonia. Il menù non propone osmosi creative, ma gioca e diverte il cliente con piatti da “para compatir” ovvero da condividere in tanti, composto da varie proposte che vanno da semplici tapas, tranci di pizze tradizionali e gourmet, salumi, ceviche di pesce e verdure, carne da cuocere al momento sulla brace collocata su piccoli fornelli. E poi dolci che sposano il salato, come il trancio di pizza salata con crema pasticcera, mele e meringhe, o il maritozzo con panna e marmellata di visciole. Sarà anche un peccato di gola, ma come resistere!
“ Fiore” è a pochi minuti di macchina da loro, in Via Boncompagni. Nel singolare e bellissimo format c’è al centro del locale una sorta di prua di una nave in cui sono collocate le nuove cucine a giorno, con gli chef-marinai circondati da frutta stagionale ed esotica, insieme a verdure lussureggianti. Il tutto per proporre un percorso enogastronomico che segua le nuove tendenze alimentari con cucine salutistiche, in sintonia con i tempi. Per cui, sempre più crudisti e cucine vegane. Il “crudo e a vapore” è la proposta di Eros de Agostinis, lo chef di esperienze mondiali già stella Michelin a Londra, che propone goduriose vaschette con cuscus e vegetali insieme a pesce o carne. Ma anche invenzioni tecniche, come gli spaghetti di zucchine con salsa al pesto, quasi a zero calorie, perfetti per consistenza e gusto, tanto per citare alcune delle molte proposte da gustare sulla terrazza dove si respirano i profumi delle piante aromatiche situate in grandi vasi rettangolari che delimitano lo spazio dei tavoli.

 

 


In Via Sicilia, la via parallela che taglia a metà Via Veneto, ha debuttato il “Magnolia”, un ristorante con un format sofisticato ed elegante situato all’interno del Grand Hotel Via Veneto. La sua è una cucina d’autore, forte e dirompente per i suoi sapori non labili e delicati, per gourmet che non transigono con gli equilibri, come i potenti ravioli pensati e voluti da Franco Madama, lo chef arrivato dall’Emilia Romagna, ispirati al circuito di Imola per il parallelo delle sensazioni che scatena un’auto in corsa; ravioli che suscitano piacere e euforia e per questo con la forma e il colore della velocità servititi su una tela di ceramica bianca con strisce di colore che disegnano la pista. E poi, il Magnolia oltre al suo godibilissimo format, ha un valore aggiunto per l’angolo del piano bar dove insieme alla musica si sente anche il ritmo dello sheker agitato da Domenco Maura, il bar-tender che propone il “viaggio del conte in oriente”, la nuova versione del Negroni, il più longevo dei long drink. Non più in rosso, ma in una versione più sofisticata, bianco con essenze orientali al posto del Campari: al secondo giro si va in orbita.
Questi e altri nuovi locali fanno da sponda ad un fiume di umanità che si sposta da un punto all’altro della città senza soluzione di continuità per tutta la notte.
 

Jerry Bortolan

di Jerry BortolanReporter, giornalista di viaggio ed enogastronomico.