Inchieste

Una pausa dai social network. I giovani scappano, i vecchi aumentano

Via Brian Action e Jan Koum, cofondatori di WhatsApp. Meglio morire sulla spiaggia piuttosto che in ufficio.

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La sensazione è che negli ultimi tempi si cominci a prendere le distanze da un certo tipo di controllo da parte dei social. Sarà per lo scandalo sull’utilizzo delle informazioni da parte di Cambridge Analytica, o per evitare di essere spiati dai genitori, che più dei figli si collegano a Facebook. Sta di fatto che soprattutto i più giovani sembrano essere sottoposti a uno stress da social che li mette sotto pressione. Da qui la diffidenza verso un certo tipo di comunicazione. Un dato significativo se si considera che si tratta di ragazzi, nati quando i social già esistevano.
Negli ultimi tempi perfino una star di Instagram come Selena Gomez ha ritenuto opportuno prendersi di nuovo una pausa da Instagram. Lo aveva già fatto in passato, affermando che in un momento buio della propria esistenza i social network non facevano altro che danneggiare la sua autostima. Poi l’ennesimo passo indietro, come lei stessa ha confessato, per vivere la vita reale e godere appieno del tempo a disposizione.


Negli Stati Uniti, invece, un quarto degli utilizzatori di Facebook ha rimosso la app dal telefono negli ultimi dodici mesi. Una crisi di rigetto. Che coinvolge addirittura molti manager dello stesso social network. Nomi noti, come Rachel Whetstone, che si occupava del settore comunicazione dell’azienda di Menlo Park. Ha deciso che era meglio dedicarsi al cinema e alle grandi produzioni, ed è andata a lavorare per Netflix. Anche Alex Stamos ha fatto le valigie. Oggi fa l’insegnante a Stanford. Con lui ha lasciato pure Colin Stretch, mentre Tavis McGinn, senza peli sulla lingua, ha confessato che sono venuti meno quegli ideali per i quali era nato il social network. Via anche lui. E via Brian Action e Jan Koum, cofondatori di WhatsApp. Meglio morire sulla spiaggia piuttosto che in ufficio, aveva detto Jack Ma annunciando al mondo intero il suo ritiro da Alibaba, il colosso cinese delle vendite online. Parole prese alla lettera da Dan Rose, veterano di Facebook. Ha lasciato tutto per andarsene alle Hawaii. La felicità si misura anche su un lettino al sole.

 


Perfino i due fondatori di Instagram , Mike Krieger e Kevin Systrom, hanno deciso di dire addio alla loro creatura, acquistata nel 2012 da Facebook per un miliardo di dollari. Hanno dichiarato ufficialmente di voler tornare a esplorare la loro curiosità e creatività. Ma alla base di questa decisione ci sarebbero divergenze insanabili con Mark Zuckerberg. Forse per una serie di iniziative che avrebbero snaturato la piattaforma social per la condivisione di fotografie.


Si tratta solo di esempi. La tendenza in ogni caso è quella di essere maggiormente accorti e di non esporsi più del necessario su Instagram o su Twitter, troppo invasivi e poco rispettosi dell’immagine delle persone. Un cambio di direzione che non registra numeri elevati, ma è pur sempre un’indicazione. Forse la consapevolezza del valore della privacy per riappropriarsi del proprio io potrebbe prevalere su un mondo dove si fa più affidamento sulle conoscenze degli altri piuttosto che sulle proprie capacità. Nel flusso di informazioni rimaniamo assenti ingiustificati, e c’è chi ne approfitta. Crediamo di sapere tutto, ma in realtà ne sappiamo sempre meno. Le menti si atrofizzano in cerca di qualcosa che non c’è o che c’è ma solo sotto forma di verità che si rivelano tutt’altro che esatte.

Antonio Pascotto

di Antonio PascottoGiornalista Caporedattore All news Mediaset, Tgcom 24.