Spettacolo

Intervista esclusiva al regista Winding Refn. Drive, The pusher, solo Dio perdona…

Nel film che gli ha dedicato la moglie, Winding Refn confessa alla consorte le sue angosce, ribellandosi ad ogni tentativo di rassicurazione...

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"Credo che mia moglie abbia fatto questo film per evitare di uccidermi" dice Nicolas Winding Refn, il regista di film come Drive (premiato a Cannes), Solo Dio perdona, Wallhala Rising, The Pusher, tutti titoli che gli hanno garantito una fama da rock star presso il popolo cinefilo di tutto il mondo. La moglie, Liv Corfixen, ex modella ed attrice, ha fatto un film su di lui mentre girava in Tailandia il film con Ryan Gosling Solo Dio perdona, che si chiama My Life Directed by Nicolas Winding Refn (andrà in onda su Sky a maggio): si tratta di un ritratto spigliato a rivelatore che mostra uno degli autori di maggior talento in circolazione preda delle ansie e delle fragilità, delle depressioni e degli attacchi di ansia di chiunque sia impegnato corpo e mente in imprese di creatività ad alto rischio come un film.
Figlio di un regista (che ha lavorato con Von Trier come montatore) e di una fotografa, questo autore, giocoso e rigorosamente astemio, si è messo in luce nel 1996 con un film estremo, minaccioso e brutale sul mondo della droga (Pusher). Come Scorsese sembra analizzare e rappresentare la violenza con un misto di attrazione ed orrore, precisione e sussulto (un suo film inglese, Bronson, rappresenta il sangue continuo che sgorga dalla lotta fisica come se il protagonista di Toro scatenato si fosse trapiantato nel corpo di un detenuto che passa gran parte della sua vita in cella d'isolamento per la sua furia aggressiva) ma quasi tutti i suoi protagonisti, che hanno spesso la faccia di Ryan Gosling, sembrano votati ad una sorta di ermetico martirio in cui la mutilazione, l'ecchimosi, la lacerazione, scrivono pagine barocche e aberranti sul corpo: come accade a Mads Mikkelsen, in Vallhala Rising, uno dei suoi film più belli ed intensi, capaci di coniugare un viaggio metafisico e barbarico di sapore herzoghiano con l'etologia cruenta dello scontro all'ultimo sangue.
Nel film che gli ha dedicato la moglie, Winding Refn confessa alla consorte le sue angosce, ribellandosi ad ogni tentativo di rassicurazione. Gigioneggia con il suo attore protagonista, Gosling, mentre cerca di governare un difficile set in un paese straniero e quando ritorna a casa distrutto le figlie bambine gli ricordano giocando e ridendo che si tratta "solo di un film". Abbiamo incontrato entrambi a Roma, Nicolas e Liv, ospiti di Federica e Fulvio Lucisano che distribuiscono da sempre i suoi film compreso il prossimo, Neon Demon.

 

- Nicolas, hai detto che vedere questo film è stato per te come guardarsi nudo e scoprire improvvisamente che non si è affatto sexy


"Si tratta di un film molto onesto e ben girato che mostra con spietata efficacia cosa accade nella vita di un regista quando sta girando un film. Liv è l' unica, insieme a me, a sapere molto bene che ciò che accade in quel film è accaduto puntualmente per ognuno dei film che ho fatto e quindi per ben 11 volte. Stavolta, dato che saremmo stati per un lungo periodo in Thailandia, ha pensato di impiegare questo tempo non solo per fare la madre e la casalinga ma anche per fare questo diario documentario. Il risultato, anche per me, è stato sorprendente e rivelatore"


- Si tratta di un film che non ha incertezze di linguaggio o difetti ed errori di racconto. Posso chiederti, Liv, che tipo di preparazione avevi?


"Vengo da una famiglia che ha con il mondo dello spettacolo e delle immagini una consuetudine considerevole. Mio padre è un fotografo e io ho lavorato come modella e come attrice. In realtà durante le riprese non ho fatto che accendere la videocamera ogni giorno e riprendere ciò che succedeva nella nostra vita e sul set di Nicolas. Ma al montaggio Cathrine Ambus, la montatrice, è stata di grandissimo aiuto"

 

 


- Nicolas sottolinea sempre il fatto che tu sei stata l' unica donna della sua vita...


(Nicolas) "Sono andato via di casa a 24 anni: presto per un ragazzo italiano, tardi per uno danese. Ma sono andato a vivere con Liv. Quindi si può dire che sono uscito "da mia madre" per infilarmi direttamente " da Liv"
(Liv) "Ecco lo sapevo che l' avrebbe detto. Ma il mio film cerca di mostrare come nella sua vita personale e creativa, la famiglia, il rapporto con me e le bambine, sia un contrappeso di accoglienza e stabilità nei confronti dei rischi che si prende nella continua ricerca del suo cinema"
(Nicolas)"Per me fare film significa affrontare ad ogni film, ad ogni scena, qualcosa che abbia a che fare con l' incognita di scelte nuove: ogni volta che arrivo su un set per girare cerco di essere in una situazione in cui la paura e il rischio mi procurino l' eccitazione e l' energia necessaria a scoprire nuove forme per esprimermi"


- Il tuo nuovo film, Neon Demon, con Elle Fanning, segna una svolta: mentre al centro di tuoi film ci sono spesso degli uomini violenti e (auto) distruttivi, stavolta si tratta di un horror di cui sono protagoniste sorattutto delle donne


"Sono un mammone. Sono sempre vissuto circondato dalle donne. Sicuramente avrei voluto fare l' amore con mia madre. Sono felice quando sono con mia moglie e le mie figlie: ho una passione feroce per la femminilità. Questo film esplora questa idea: che in ciascuno di noi, maschi adulti, ci sia, in fondo una ragazza di 16 anni. E da questa idea nasce l' into film"


- Liv, com' era Nicolas da ragazzo?


(Liv) "Un autentico nerd"
(Nicolas) "Sono il mito dei nerd: pur essendolo profondamente ho avuto grande successo"
(Liv) "Posso dire solo questo. Sono io che l' ho convinto ad uscire con me. Se non lo avessi fatto io non avrebbe mai avuto il coraggio di invitarmi. E nonostante questo, la prima vota si è presentato con un amico perchè aveva paura ad essere da solo. Ci si può presentare al primo appuntamento con una donna con un amico?"

Mario Sesti

di Mario SestiCritico e Festival Curator