Spettacolo

Zuckerberg sta lavorando sul futuro della rete. Nasce il teletrasporto, saremo tutti proiettati in una nuova dimensione

L’intenzione è quella di superare i limiti umani nel linguaggio, vista e udito, attraverso una nuova dimensione.

di |

Il XX secolo è stato quello delle masse, caratterizzato da una serie di invenzioni: prima il cinema, poi la radio, la televisione e infine internet. Nei vari passaggi sono cambiate le abitudini delle persone. E così lo spazio pubblico ha valorizzato anche quello privato, con l’utilizzo dei media nelle proprie mura domestiche. La cultura di massa ha inciso in maniera decisiva su comportamenti e orientamenti delle persone, che da una parte sono riuscite a soddisfare il bisogno di allargare le conoscenze, sia di tipo culturale sia di tipo sociale, anche alla luce della propria professione, dall’altra sono diventate esse stesse, in un processo di crescente emancipazione, oggetto d’attenzione.
Con la moltiplicazione dei canali distributivi, il ruolo dei media come agenti di socializzazione si è amplificato. Alla comunicazione tradizionale si è aggiunta quella che coinvolge tutti i soggetti di un processo che ridefinisce continuamente la sua dinamica. L’accesso alla produzione di contenuti mediatici non è più solamente legato alla disponibilità degli spazi messi a disposizione dai canali già esistenti, ma viene favorito dallo sviluppo della Rete e dei mezzi tecnologici. Internet è un’opportunità, quindi, e i canali, come dicevamo, si sono moltiplicati.


Con lo sviluppo tecnologico nasce un nuovo concetto di spazio e di tempo. I media hanno modificato i confini. Si può rimanere tra le mura della propria abitazione o andare all’estero. In un modo o nell’altro ciascun individuo, anche fuori dai confini geografici di appartenenza, si sente come se nulla fosse cambiato. Naturalmente con le dovute differenze. Ma la cosa più importante è la sensazione di vivere all’interno della sfera pubblica di appartenenza. La televisione satellitare, in particolare, è da sempre considerata come mezzo di trasporto virtuale. Se ci troviamo all’estero, nella stanza di un albergo, possiamo collegarci con la nostra televisione preferita, e seguire tutto quello che succede a pochi passi da… casa nostra. Con Internet i rapporti tra le persone e la loro terra sono ancora più stretti. Ci si sente a casa con i blog, i forum, i social network tipo Facebook o Twitter, le web tv e tutti i contenuti online.


In queste settimane i guru della nuova comunicazione stanno mettendo a punto altre diavolerie che contribuiranno ancora di più al consolidamento di questa nuova dimensione. La parola d’ordine è Teletrasporto. Non è un termine nuovo. Abbiamo fatto la sua conoscenza grazie a una serie infinita di film, pellicole che hanno fatto la storia del cinema di fantascienza. Ma la realtà, ancora una volta, supera la fantasia. Il primo a gettare un sasso nello stagno è stato il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, che ha acquistato un’azienda che si occupa di realtà virtuale, la Oculus VR. L’obiettivo, lo avevamo già scritto, è quello di produrre in larga scala quei grandi occhiali grazie ai quali sarà possibile muoversi in uno spazio virtuale, dove chi inforca il terribile oggetto sarà la proiezione di se stesso in un mondo che non c’è ma che può essere costruito su misura, a seconda di quello che si vuole fare.

 

 

I commenti non sono tutti positivi. La realtà virtuale preoccupa, e non poco. Fa paura un mondo che sostituisce un altro mondo, come ha scritto recentemente Roberto Cotroneo. Fa paura il potere che personaggi come Zuckerberg potrebbero ottenere su milioni e milioni di persone collegate, anche virtualmente, attraverso i loro avatar, nei nuovi ambienti. Il pericolo, secondo i più pessimisti, è quello del controllo di tutte queste persone, potenzialmente influenzabili per comportamenti e scelte.


Ma la nostra riflessione, al di là dei possibili pericoli e dei timori manifestati per queste nuove tecnologie, è quella della nuova dimensione nella quale saremo proiettati, anche se solo attraverso un’immagine scelta per rappresentarci.

Saremo, con il Teletrasporto, persone incarnate in noi stessi. Magari più attraenti, più agili, o anche di un altro sesso. Navigheremo, ma forse il verbo è superato, da casa o da una località che si trova dall’altra parte del mondo. La dimensione, tuttavia, sarà la stessa. Una volta calati nella realtà virtuale, trovarsi in Italia o in Australia sarà più o meno la stessa cosa.

 

 


Per quanto riguarda i pericoli, personalmente non credo che dovremo preoccuparci più di tanto. L’esperienza degli avatar con Second Life, del resto, ne è la prova. Lanciato nel lontano 2003, il mondo virtuale di Philip Rosedale non ha fatto del male a nessuno. Anzi, ha contribuito alla nascita di comunità online che hanno impiegato ingegno e tempo in vari settori: musica, cinema, architettura, formazione, impresa. Sulll’esperienza di Second Life sono nate anche altre iniziative simili.


Piuttosto il Teletrasporto ci proietterà da un posto all’altro, e questa potrebbe essere la vera rivoluzione. Più del telefono e, forse, più della stessa Rete. Ci crede fortemente Zuckerberg, che ha assunto Yann LeCun, professore 55enne della New York University, già da tempo al lavoro assieme ad un nutrito numero di ricercatori. Gli obiettivi sono molteplici: lo studio dell’intelligenza artificiale, lo sviluppo di Internet e, appunto, la realtà virtuale. Nei laboratori alla periferia di New York gli scienziati giocano al ping-pong virtuale. Non è un passatempo. Testano gli ultimi software realizzati per i visori che consentiranno agli utenti di collegarsi tra di loro e di interagire, a distanza, in uno spazio virtuale.


Insomma, l’intenzione è quella di superare i limiti umani nel linguaggio e nei sensi, vista e udito, attraverso una nuova dimensione. Non si tratta di mondi paralleli, è invece un’opportunità per fare delle cose fino ad oggi irrealizzabili. Siamo solo agli inizi, e per molti è solo una scommessa. Che Zuckerberg ed altri intendono vincere. 

Antonio Pascotto

di Antonio PascottoGiornalista Caporedattore All news Mediaset, Tgcom 24.