Spettacolo

Il Festival del cinema di Las Vegas a Downtown

Film, cortometraggi e documentari dove le idee creano capolavori e la stravaganza regna sovrana.

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Las vegas downtownC’è un angolo di Las Vegas che pochi conoscono: Downtown, dove si respira la vera vita locale. Pochi turisti, molti americani che decidono di passare qui le giornate o le serata sul Fremont, la via pricipale del quartiere dove luci, colori, musica e artisti di strada improvvisati intrattengono il visitatore. È difficile non farsi travolgere dalla carica di quest’area, che sembra sospesa agli anni ’70.
Ed è proprio qui che il Festival del cinema di Las Vegas ha deciso di imporsi nei teatri e nei locali, creando situazioni interessanti per la comunità locale o per i turisti di passaggio.
Essendo un evento “nuovo e moderno”, la IX edizione è appena finita, è frequentato da giovani che lavorano intensamente affinchè il festival si svolga nel migliore dei modi. Ci sono anche volontari che dedicano il loro tempo alla loro passione.
Quest’anno si è svolto dal 7 al 12 giugno, tutti i giorni dalle prime ore pomeridiane fino a tarda sera, con feste a chiudere le giornate, sempre in location differenti ma adiacenti ai teatri dove vengono proiettati i film. 

La rassegna comprendeva oltre 80 film tra lungometraggi, documentari e cortometraggi. Dopo la proiezione molti dibattiti hanno emozionato e catturato l’attenzione degli spettatori. Vari i temi affrontati: il documetario del regista Ben Lear, They call us monsters, che ha affrontato la questione di minori che, per crimini molto gravi, stanno scontando pene pesanti nelle prigioni degli Stati Uniti. Quindi la riflessione: sono mostri per le vittime, bambini che possono cambiare condotta per i loro avvocati e adulti per il sistema, che ritiene che i ragazzi debbano scontare la pena esattamente come gli adulti. Uno spunto dunque per ragionare e parlarne con il pubblico che ha visto sul palco il regista, un ex detenuto minorenne e il suo avvocato, grazie al quale è risucito ad uscire dal tunnel “negativo” in cui era sprofondato.


Buddymoon, un film comico nato dall’idea comune del regista Alex Simmons e dei due attori protagonisti, tutti e tre amici per la pelle da anni. Il film esalta l’amicizia e la gioia di passare del tempo all’aperto, godendosi la luna di miele non consumata e trasformandola in un esilarante e indimenticabile vacanza tra buoni amici. Interessante la recitazione di Flula Frog, di origini tedesche e con uno spiccato senso dell’umorismo e la location, le montagne dell’Oregon, che ha regalato respiro e immagini spettacolari catturate durante le riprese.
Matthew Ross, che nel suo film Frank & Lola, ha scelto due attori d’eccellenza, Michael Shannon e Imogen Poots, per interpretrare il ruolo di una coppia con problemi di ossessione, tradimenti e vendetta in una storia d’amore noir ambientata tra Las Vegas e Parigi. Il film ha fatto la sua anteprima mondiale al festival di Sundance, nello Utah, lo scorso gennaio.

 

 

Buddymoon Alex Simmons

 


Tra le decine di cortometraggi presentati, per la maggior parte da giovanissimi, alcuni appena laureati alla UNLV (University of Nevada, Las Vegas), da menzionare Barriers, diretto dall’appena 21enne John Bartley, che in 11 minuti ha voluto mostrare come il linguaggio del corpo e la lingua parlata, a volte, non siano strettamenti connessi, causando incompresioni e disagi. È un problema che il regista ha vissuto in prima persona con la lingua spagnola in un periodo di permanenza in Messico e che ha messo in scena. Una sola location e due attori principali. La lingua scelta per il corto? Il russo, rara a Las Vegas e incomprensibile per chi non la conosce.


Sono solo alcuni dei film selezionati per questa 9° edizione. Tanti i registi indipendenti che vi hanno partecipato e innumerevoli gli spunti e le occasioni di discussione e di dialogo che ne sono nati tra gli addetti ai lavori.
Il tutto a Downtown, il luogo preferito dagli artisti, che espongono qui le loro opere, organizzano i loro eventi, suonano i loro strumenti e cantano dal vivo nei locali.
L’ampia gamma di ristoranti soddisfa ogni tipo di palato, spaziando dalla cucina messicana con tacos di pesce e burrito al pollo, italiana con pizze napoletane doc con ingredienti freschissimi importati direttamente dall’Italia, tailandese , giapponese e americana, con hamburger e hot dog giganti serviti regolarmente con patatine fritte.
Un grosso polo attrattivo è il Container Park, un centro pieno di ristoranti, negozi e locali, con un ampio spazio per concerti dal vivo e proiezioni di film all’aperto, soprattutto cartoni per i più piccoli.

 

 


Per i più avventurosi lo zip-line allestito sopra la passeggiata del Frimont, dove i casinò e i negozi fanno da cornice. Un’attrazione che permette di percorrere tutta la distanza della strada pedonale ricca di colori e suoni. In molti si riversano nei casinò adiacenti, perché più “economici” di quelli dello Strip.
Downtown rimane comunque un luogo sospeso, dove le idee creano capolavori e la stravaganza regna sovrana.

Valentina Della Rocca

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di Valentina Della RoccaEgittologa ed Arabista