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Turchia: una terra ricca di storia, conflitti e tradizioni, cuscinetto tra cristiani e musulmani, occidente e oriente

L’antica Costantinopoli e la Cappadocia tra il richiamo del muezzin e le chiese rupestri.

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Il richiamo del muezzin in sottofondo, i colori di una città incantata e i rumori di una Costantinopoli che non dorme mai: “Istanbul”, così come viene chiamata oggi, (fino al 1923 il nome ufficiale era Costantinopoli) una delle città principali della Turchia, affascina con la sua storia, il suo immenso patrimonio culturale, con la sua imponente Moschea Blu, terminata nel 1616 per volere del sultano Ahmed I e la basilica di Santa Sofia in stile bizantino, terminata nel 537, inizialmente concepita come basilica Greco-ortodossa, poi cattedrale cattolica, moschea e museo dal 1931 e che proprio in questi giorni è teatro di “mozioni”, da Ankara, che la rivorrebbero moschea.

La città, circondata ancora oggi da mura bizantine, si anima ancor più dopo il tramonto, quando le famigliole locali si allietano nei prati del centro, mangiando pietanze preparate durante il giorno o acquistate nei banchetti poco distanti e molto allettanti. I turisti vengono attirati dalle luci in strada, dagli odori che fuoriescono dai ristoranti, dai colori degli abiti tradizionali locali e dai suoni dei musicisti che allietano tutti i curiosi con deliziose canzoni e danze, oltre ai tradizionali dervisci rotanti che affascinano lo spettatore incredulo per l’eccezionale performance.

Come ci si addentra nel Paese, la Cappadocia è la regione che assolutamente non può mancare nel taccuino di viaggio di un qualsiasi viaggiatore. L’emozione che lascia è incredibile. Un tempo la Cappadocia dava il nome ad una regione molto più vasta di quella attuale che corrisponde alla Turchia centrale.

 



Civiltà del passato, come quella ittita nel 2000 a.C. ed i Persiani nel 546 a.C. fondarono il proprio impero in Turchia. Dichiarato patrimonio dell’Unesco nel 1985 il Parco Nazionale di Göreme è una delle maggiori attrazioni. La cittadina stessa di Göreme vanta pochi abitanti, appena 2.000 ma la sua posizione, tra i cosiddetti camini delle fate, attira ogni anno moltissimi curiosi, appassionati e viaggiatori di passaggio: si pensa che i massi sulla sommità di queste formazioni in pietra siano stati messi da divinità, ma in concreto sono rilievi rocciosi di tufo o limo molto friabile sormontati da un masso a cono dello stesso materiale che protegge la roccia sottostante. A Göreme i Padri Cappadoci vivevano come eremiti nella Valle dell’Oro, dove si possono ammirare inoltre chiese rupestri che in alcuni casi, hanno anche conservato i colori di un tempo.

In passato fu la sede di numerose invasioni di popolazioni provenienti dai paesi stranieri, e ciò costrinse gli abitanti a costruire rifugi sotterranei per difendersi e nascondersi dagli invasori. Un magnifico esempio è Derinkuyu, una città profonda più di 80 metri che poteva ospitare fino a 50.000 persone che cercavano rifugio in tempi di persecuzioni e invasioni. Molto deve ancora essere scavato e scoperto, ma sono stati trovati anche altri centri collegati da tunnel, che facevano pensare a vere e proprie città parallele dove le persone conducevano una vita quasi normale senza la luce del sole.

Gente ospitale, tradizioni millenarie, una lingua affascinante e una fede incredibilmente sentita. Oltre il 99 % della popolazione turca è musulmana, ma il rispetto per le minoranze è immenso. Sembra quasi che il presente sia molto legato ai Suoi Padri che costellarono la Cappadocia di chiese rupestri. Tutti erano invitati per partecipare alle messe o semplicemente dialogare e divulgare la Parola di Dio. Quindi presente e passato, un unico filo conduttore e una moltitudine di civiltà, tradizioni e usanze millenarie mai trapassate.

La Turchia va ricordata anche per questo anche se al momento sta attraversando un momento delicatissimo perché il 12 Maggio 2014 la Turchia ha ricevuto una sanzione pesante dal tribunale internazionale: è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani di Starsburgo a pagare, entro tre mesi, 90 milioni di euro a Cipro per azioni militari condotte nel 1974 contro i Greco-ciprioti. Questi soldi servirebbero a risarcire i familiari delle vittime. Di sicuro seguiranno polemiche, ma è bene ricordare che la Turchia è un paese splendido e quindi degno di nota, da sempre terreno di conflitti religiosi, di potere e di civilità.

Valentina Della Rocca

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di Valentina Della RoccaEgittologa ed Arabista