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Anversa: la capitale dei diamanti, e degli ebrei ortodossi

Con le sue 22 sinagoghe la città viene spesso definita la “Gerusalemme sullo Schelda”. Una Città con “la migliore” varietà di taglio, colori e carati.

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Offuscato dalla luce grigia degli eurocrati, il Belgio viene raramente considerato una meta per le vacanze. Eppure, questo piccolo paese schiacciato da vicini importanti - Francia, Germania, Olanda e, a poche ore di treno o di traghetto, l’Inghilterra – può offrire molte sorprese a chi cerca itinerari piacevoli all’insegna dell’arte, dell’architettura e della buona tavola. E’ il caso di
Anversa, forse la città più sottovalutata d’Europa, un luogo dove modernità e fascino medievale si fondono alla perfezione.

Il porto sullo Schelda, al quale la città deve gran parte del suo glorioso passato mercantile, resta ancora oggi uno dei principali del Nord Europa. Città d’arte sofisticata, Anversa ha la fortuna di essere stata risparmiata dalla furia distruttrice che colpì Bruxelles (dove furono abbattuti veri e propri capolavori per far posto a palazzoni da “socialismo reale”) e mantiene intatto tutto il suo patrimonio architettonico. Passeggiando fra le sue strade, infatti, si passa accanto alle splendide costruzioni delle sedi delle corporazioni che racchiudono il Grote Markt, mentre sulla stessa piazza lo Stadhuis – il municipio realizzato fra il il 1561 e il 1565 – combina nella sua facciata di marmo riccamente decorata elementi stilistici del rinascimento italiano e fiammingo.

Poco più in là nel centro storico si staglia l’imponente cattedrale Onze-Lieve- Vrouwe, costruita fra il 1352 e il 1521, che con le sue sette navate, 125 colonne e la sua torre campanaria alta 123 metri, è la più grande e bella chiesa gotica del Belgio. Ma non si fa in tempo a prendere fiato da tanto stupore, che ci si imbatte nel fascino discreto di residenze in delicato stile Art Noveau e Art Déco, o in ville neo-rinascimentali che cedono ancora il passo a castelli medievali.

La città fu culla di grandi artisti, primo fra tutti Pietr Paul Rubens, principale esponente della pittura barocca, che ad Anversa ha dipinto i suoi capolavori. Le sue opere si possono ammirare nella Cattedrale, nella casa-museo in Rubensstraat e nel Museo Reale delle Belle Arti. Anche i famosi pittori fiamminghi Anthony van Dyck e Jakob Jordaens hanno vissuto e lavorato qui.

Anversa è anche la capitale europea del commercio dei diamanti, un primato che detiene dal Quindicesimo secolo. In nessun altro posto al mondo si trova una tale varietà di taglio, colori e carati come nel “Diamond Quarter”, al margine della città vecchia. A questo commercio la città deve anche la più grande comunità in Europa di ebrei ortodossi: con le sue ventidue sinagoghe la città viene spesso definita la “Gerusalemme sullo Schelda”.

E visto che per il suo porto nel Medioevo transitavano, fra le altre merci, soprattutto preziosissimi tessuti, Anversa non ha voluto perdere nemmeno questa eredità. Nella sua Accademia Reale delle Belle Arti si sono formati stilisti d’avanguardia che hanno reso la città un punto di riferimento della moda. Qui hanno studiato e hanno i loro atelier, tanto per fare qualche nome, Dries van Noten, Ann Demeulemeister, Martin Margiela e Dirk Bikkembergs.

 



Questa vitalità creativa e culturale si ritrova anche nella vita della città, che è frizzante e piena di eventi sia di giorno che di notte: storia, moda, shopping, birrerie, caffè, cioccolaterie, locali notturni ed ottimi ristoranti. Di sicuro ad Anversa è veramente difficile annoiarsi. La cucina fiamminga è ottima e varia, e comprende sia piatti di pesce e crostacei che di carne. Il piatto più famoso del Belgio sono forse le moules, le cozze cotte preparate in casseruola con vino bianco e altri odori e servite con le patatine fritte, che qui non sono solo un contorno. Le “frites”, infatti, che vengono vendute ad ogni angolo di strada, devono il loro gusto ad una doppia frittura, che le rende particolarmente buone e croccanti. Assolutamente da provare, poi, è il Waterzooi, una zuppa bianca di pollo o di pesce con burro, porri e sedano. Ottimi anche gli spezzatini di carne come la carbonade, dove il manzo viene cotto lentamente nella birra insieme a cipolle e aromi.

 



La birra qui la fa da padrone in cucina, come ingrediente, e anche sulla tavola. Non farete in tempo ad assaggiarne le infinite varietà, ma almeno un consiglio vogliamo darvelo: non andate via senza aver provato la gueueze, una birra a fermentazione spontanea, servita in bottiglie da champagne chiuse da un tappo di sughero. Sul fronte dolci, non avete che da sbizzarrirvi con l’incredibile scelta di pralines al cioccolato, uno dei prodotti tradizionali del Belgio. Ottimi anche i waffels, dolci a cialda morbida, cotti fra due piastre e serviti di solito con panne e frutta. Insomma, più che alla fame ad Anversa bisogna fare attenzione ai chili di troppo.

Per chi ha qualche giorno a disposizione, da Anversa si possono raggiungere facilmente in treno o in auto altre città della regione che meritano una visita. Dista, infatti poco più di 100 chilometri la deliziosa Bruges, nelle Fiandre occidentali, il cui centro storico circondato dai canali è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2000. Ancora più vicina (59 chilometri) è Gent, nelle Fiandre orientali. La bella e vivace cittadina, sede universitaria, ospita nella cattedrale di San Bavone il meraviglioso Polittico dell’Agnello Mistico di Jan van Eyck, un’opera monumentale composta da dodici pannelli dipinti ad olio fra il 1426 e il 1432. Solo quest’opera d’arte vale il viaggio.

Stefano Caliciuri

di Stefano CaliciuriGiornalista