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Dublino, “lo stagno nero” capitale di birra, musica e divertimenti

I luoghi più belli quelli degli U2, Oscar Wilde, Bram Stoker e James Joyce

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Dublino, la capitale d’Irlanda, è una città a misura d’uomo, accogliente e divertente.
Non molto estesa, la si può tranquillamente girare a piedi  per respirarne l’atmosfera tipicamente irlandese.
E’ una città che offre ad ognuno la sua attrazione preferita: che sia la storia, la musica, la gastronomia o semplicemente il desiderio di passeggiare e perdersi nella cultura e nella tradizione irlandese. James Joyce definiva la sua città natale in centinaia di modi diversi ma il nome deriva dal gaelico “dubh linn”, che significa “stagno nero“. E l’acqua è certamente una delle principali attrazioni della città.

Proprio dall’acqua si può cominciare ad esplorare la città: una crociera sul fiume Liffey è come una sintesi della storia della città, dai fasti dell’epoca georgiana, palazzi, ponti e canali alle moderne strutture architettoniche della capitale moderna.
Dal bianchissimo ponte di Calatrava, a forma di cetra per un omaggio alla cultura e alla tradizione irlandese si può andare alla scoperta del recentissimo quartiere dei Docklands.
La vecchia zona portuale di Dublino, alla foce del Liffey come in tante città europee, era malfamata, trascurata e disagiata.
Qualche anno fa The Dublin Docklands Development Authority ha avviato un ambizioso progetto di riqualificazione urbana che ha rivitalizzato in poco tempo questa zona e oggi è uno degli spazi pubblici più vivaci della città: sono sorti uffici, appartamenti, bar, ristoranti, spazi verdi e attrazioni, il tutto inserito in un magnifico contesto di architettura contemporanea.
La Grand Canal Square, progettata da Martha Schwartz, è il cuore pulsante della nuova area paesaggistica: Il Grand Canal Theatre, un avveniristico teatro che ospita eventi e spettacoli, circondato e abbellito da un insolito tappeto rosso realizzato con bastoni in vetroresina si affaccia sulla piazza, così come il National Convention Centre e l’O2 dove si svolgono gli eventi musicali più importanti della città, o la sede degli uffici di Facebook con l’inconfondibile icona.
Spostandosi verso il centro, vale la pena una visita al nuovo Piccolo museo di Dublino. In una splendida residenza georgiana affacciata all’angolo di St. Stephens’ Green, è possibile ripercorrere l’affascinante storia della città, dalla visita della regina Vittoria al successo globale degli U2: una collezione di oltre cinquemila reperti che illustra frammenti della storia della città nel ventesimo secolo. E’ decisamente un Museo della gente, perché tutto quello che c’è dentro è frutto di prestiti o donazioni della gente di Dublino.
Un ambizioso progetto di 2 ragazzi, innamorati della loro città, Trevor White e Simon O'Connor, che attraverso visite guidate ogni ora, lezioni di educazione civica "I love Dublino" per gli scolari delle scuole primarie e post-primarie, una serie di conferenze mensili e l'ingresso gratuito, previsto in alcuni giorni, incoraggia attivamente i visitatori a raccontare le loro storie, cercando di allacciare uno stretto rapporto con la comunità.

Piccolo museo di Dublino è una perfetta introduzione per una visita alla città vera e guardarla da vicino.
L’iconico Half Penny Bridge, il ponte metallico pedonale del 1816, sul fiume Liffey, deve il nome al mezzo penny che si doveva pagare, un tempo, per attraversarlo. Porta dritto dritto in Temple Bar uno dei quartieri più alternativi e conosciuti di Dublino. Una serie di piccole stradine acciottolate, frequentate soprattutto da una popolazione di giovani universitari. Nel passato era considerato un luogo malfamato, ma oggi l’atmosfera artistica è vivace e frizzante. La domenica un affollato mercato propone numerose esperienze gastronomiche locali ma non solo ed è un ottimo punto di partenza per visitare la città.
Qui c’è la maggiore concentrazione di pub di Dublino. I pub sono una parte essenziale della vita sociale irlandese: non c’è differenza tra il giorno e la notte, ogni momento è buono per godersi una pinta di birra e un po’ di musica tradizionale.

 

 

 


Risalente al 1198, è il pub più antico d’Irlanda, sebbene non sia chiaro quanto sia rimasto intatto dell'originale rimessa per carrozze dell' XI secolo. 
Il pub è riuscito a conservare il fascino e le caratteristiche del suo passato e, in particolare,  dei suoi avventori più famosi, che hanno incluso letterati del calibro di James Joyce, o Jonathan Swift, nonché noti rivoluzionari come Robert Emmet, Daniel O'Connell e Michael Collins.  C'è un senso palpabile di storia tra queste mura millenarie. Anche solo rimanere immersi a rimirare le immagini, le pubblicità e i giornali d'epoca che ricoprono le pareti è un'esperienza unica. 
Oggi il Brazen Head è ancora un punto vivo nel panorama dei locali di Dublino, con sessioni di musica live ogni sera e non è raro incontrare qui ad ascoltare un po’ di musica tradizionale anche alcuni musicisti molto famosi come Van Morrison.
Ovviamente qualunque esperienza non può non essere accompagnata da immancabili e numerose pinte di Guinness.
L’intera città, che negli anni della crisi era stata un po’ trascurata, in questo momento storico è in completa ristrutturazione.


Il centro storico, con gli imponenti edifici e le strade ampie, le vie dello shopping, le gallerie commerciali intorno alla famosa Grafton street, si sta dando una nuova veste: le linee dei tram e della metro sono tutte in ampliamento e l’idea che ci si fa passeggiando per la città è che presto Dublino apparirà trasformata, ambendo ad essere una scintillante capitale europea.
Ma il cuore antico della città batte intorno alle piazze alberate, recintate e circondate da stupendi edifici georgiani e di eleganti palazzi. Le case georgiane, molto simili fra di loro, si differenziano per le variopinte porte d’ingresso, le forme dei battenti, le finestre e i balconi in ferro battuto.
In questi edifici hanno vissuto moltissimi letterati, artisti e scrittori dublinesi. Come Oscar Wilde che visse con la sua famiglia per gran parte della sua infanzia a Merrion Square.
All’ombra degli alberi nella piazza la sua statua multicolore è comodamente reclinata mentre guarda il mondo con un’espressione ironica: rappresenta uno dei più ambiti quanto discutibili trofei fotografici per i visitatori di tutto il mondo.

 

 

Qui si trova anche la famosa farmacia Sweny, raccontata da Joyce nell’Ulisse. Il 16 giugno 1904, il Bloomsday, festeggiato in Irlanda e nei circoli letterari di mezzo mondo Leopold Bloom usciva da Sweny’s senza la lozione per la moglie ma con una barra di sapone al limone in tasca. Sarà il suo amuleto in quella giornata qualunque a Dublino.
Ancora oggi si può entrare da Sweny e ritrovarsi tra appassionati ad ascoltare i racconti di Joyce, sorseggiando una tazza di te.
Quella che era una farmacia è oggi un posto magico, in vendita ci sono libri, vecchie macchine fotografiche, dolci per bambini, pezzi di argenteria e ampolle. E c’è ovviamente anche il sapone al limone. Da poco, la domenica, è possibile assistere ai reading dell’Ulisse anche in italiano.

 

 


Ma il vero centro di Dublino è il celeberrimo Trinity College, uno dei più prestigiosi istituti d’istruzione a livello mondiale e sede della University of Dublin, la più blasonata e antica d’Irlanda, istituita ai tempi di Elisabetta I nel 1592 . Fra i suoi allievi più famosi vanta Jonathan Swift, Oscar Wilde, Bram Stoker e Samuel Beckett.
Passeggiando nei cortili del campus, fra prati verdissimi, studenti e biciclette, si respira un’atmosfera d’altri tempi un sereno senso di calma e tranquillità, come se i rumori e la frenesia della città fossero molto lontani.
Vale una visita speciale la monumentale Old Library : la Long Room, lunga 64 metri, conserva un fascino antico, con le due lunghissime file di librerie in quercia, i 200.000 volumi preziosi, il soffitto con volta a botte e il religioso silenzio.


In due teche, tra le più ammirate sono custoditi 2 simboli dell’orgoglio irlandese: la più antica arpa d’Irlanda, detta di Brian Boru, e la Proclamazione della Repubblica d’Irlanda, letta da Pàdraig Pearse durante l’insurrezione di Pasqua del 1916.
Il Book of Kells è il vero tesoro della città. Lo splendido manoscritto miniato con la sua preziosità di colori e motivi geometrici, vegetali e animali dai monaci celtici, contiene i quattro Vangeli e il Nuovo Testamento. L’ingresso per ammirarlo è a numero limitato, quindi nelle ore di punta non è difficile dover aspettare in coda.
Di fronte al palazzo di Paul Koralek. una delle biblioteche del campus c’è anche un po’ di Italia: Sfera dentro sfera, per gli amanti dell’arte contemporanea è un’opera di Arnaldo Pomodoro.
Nel cuore della città medievale, la meravigliosa cattedrale di Christ Church, dalle impressionanti dimensioni, è stata edificata sul sito di una chiesa vichinga in legno.
Le sue origini risalgono al 1030, quando Dunan, il primo vescovo di Dublino, fondò l’originaria chiesa vichinga. La lunga navata centrale è caratterizzata da archi gotici; attorno cappelle, tombe e oggetti preziosi. Sotto la chiesa si trova una grandissima cripta del XI secolo, recentemente restaurata, con alcune statue di sovrani.
Ma certamente la cattedrale di St. Patrick È la cattedrale protestante più importante della Chiesa d’Irlanda, fondata da San Patrizio. Nel corso dei secoli si è guadagnata il titolo di chiesa della gente comune, mentre la più antica Christ Church veniva utilizzata dall’upper class britannica.

 

 


La cattedrale venne edificata in uno dei siti cristiani più antichi di Dublino ed è strettamente legata alla figura del patrono d’Irlanda: si narra che qui, in un pozzo nel 450 d.c., S. Patrizio abbia battezzato i pagani. Nel 1191, sotto John Comyn, il primo arcivescovo anglo-normanno di Dublino, Saint Patrick’s divenne cattedrale e tra il 1200 e il 1270 fu eretto l’attuale edificio, il più grande del paese. Fu sede dal 1300 per ben 2 secoli della prima università di Dublino e nel 600 durante la guerra civile, venne utilizzata come stalla dalla cavalleria di Geoge Cromwell.


Degne di nota al suo interno la Navata del coro: la più lunga d’Irlanda, con i suoi 100 metri; la Tomba di Jonathan Swift: sepolto qui insieme all’amata Esther, e una curiosità: una porta in legno con un buco in mezzo divenuta simbolo di pace e riconciliazione: attraverso il buco qui nel 1492 si risolse la disputa infinita fra due nobili Kildare e Ormond, uno barricato all’interno della chiesa e l’altro fuori
Kildare disponibile a un accordo fece un buco nella porta e ci infilò un braccio in segno di riconciliazione. L’altro che avrebbe potuto mozzarglierlo scelse la pace e gli strinse la mano.

Degna conclusione di un week end a Dublino, città di cultura ma anche patria della stout, la birra scura per eccellenza, è la visita alla Guinnes Storehouse, la fabbrica della più famosa birra irlandese.
Il percorso, illustrato in ogni minimo dettaglio da guide molto esperte, permette di scoprire l’intero processo di lavorazione.
Tutti i componenti della birra vengono illustrati e mostrati in immensi barili con la possibilità di toccarli e odorarli da vicino.
Si assiste a tutto il procedimento fra bollitura, fermentazione, maturazione e miscelatura.
Nei 6 piani dell’enorme edificio è anche possibile scoprire la storia della famiglia Guinness, le campagne promozionali diventate leggendarie, dai poster vecchio stampo ai moderni spot in quello che è un vero e proprio museo.
Certamente il percorso sensoriale è quello più interessante: si impara a sentire gli aromi, della birra, i sapori, e alla fine del percorso ci si può spillare personalmente la leggendaria stout.
Con il biglietto d’ingresso si ha diritto a una pinta omaggio nel Gravity Bar, un magnifico punto panoramico con vista sulla città.

Annapio Chico

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di Annapia ChicoRegista, filmaker, giornalista Rai.