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I “marchi comunisti” Bat’a e Skoda, che hanno fatto la storia dell’auto e conosciuti in occidente, che fine hanno fatto?

Dalla Repubblica Ceca la storia di due marchi internazionali e ancora vincenti

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E’ proprio agli inizi degli anni’ 20, in pieno fermento e alla ricerca di “ambizioni”, che nascono due gruppi che avranno fama internazionale. La loro nascita avviene in Repubblica Ceca. La prima è una grande manifattura calzaturiera, la seconda una casa automobilistica. Insieme porteranno i loro prodotti in giro per il mondo. I loro marchi sono ancora molto conosciuti, forse non ai giovanissimi, ma Bat’a e Skoda sono stati il pilastro dell’ economia Cechia. Vediamo dove sono nati e quanta strada hanno fatto.

Bat’a
Con quell’impercettibile apostrofo, talmente invisibile da far pensare a molti italiani a un’eccellenza autoctona, il marchio Bat'a campeggia ancora oggi sulle vetrine di tutta Europa, ma anche di Cina, Brasile e Stati Uniti. Tutto è nato in una piccola e anonima cittadina della Moravia che si chiama Zlin, non lontano da Brno. Tomas Bat’a, tra gli Anni ’20 e ’30 del secolo scorso seppe trasformare un altrettanto anonimo calzaturificio in un grande colosso del mercato calzaturiero internazionale. E non si accontentò, la rinascita del primo dopoguerra passava anche attraverso la creazione di una cittadella operaia ideale, tipica del periodo e dei paesi comunisti, dove alla forza lavoro non mancasse nulla per vivere bene e in serenità. La storia moderna di Zlin, insomma, è legata a doppio filo a quella del marchio Bat’a.
Nacque così, per mano di grandi architetti del calibro di Kotera, Karfik, Gahura, Lorenc e persino Le Corbusier, una piccola “comunità”, un assetto politico, sociale e religioso che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come ideale e come modello. Una grande “utopia” insomma, a Bat’a c’era il cinema, l’ospedale, la casa delle arti, il centro commerciale, il mercato e il quartiere residenziale di Letna con le sue villette. Agli operai venivano date case funzionali, fatte costruire secondo un modello visto negli Stati Uniti e costruite per sopravvivere circa un trentennio. Sono ancora in piedi, testimonianza di un’epoca e di un movimento, il funzionalismo, davvero unici e che hanno fatto storia.

Al centro di tutto c’era e ancora oggi è visitabile, il quartier generale dell’azienda: un alto palazzo funzionalista che sovrasta su tutto e che fu il fiore all’occhiello di Tomas Bat’a. Oggi ospita gli uffici della Regione. L’imprenditore Bat’a, nella sua genialità, allestì persino il proprio ufficio in un grande ascensore, con cui saliva e scendeva in continuazione per poter tenere sotto controllo i reparti direttamente dalla scrivania. Ordine e disciplina ferrea non erano certo slogan comunisti ma comunque venivano “praticati” anche qui.

Il marchio Bat’a, lanciato verso il futuro, non dimenticava però le proprie origini. Tra tante curiosità si può di visitare il Museo della Scarpa, dove vengono svelati tutti i segreti dell’antico mestiere del calzolaio ma anche i presupposti che hanno portato una famiglia di imprenditori calzaturieri a rivoluzionare una città intera.

Laurin e Klement, l’araba fenice prende il volo con Skoda

Letteralmente risorta dalle ceneri dei propri stabilimenti, andati a fuoco nel 1924 a Mlada Boleslav, in Boemia Centrale, la Laurin e Klement, produttrice di cicli, motocicli e auto-troverà nella fusione con la Plzen Skoda non solo la salvezza, ma anche la strada spianata verso il successo. Nata per riconvertire l’industria bellica, e in particolare i grandi impianti di carrozzeria allestiti per la costruzione di autocarri militari, la Skoda segna gli anni del primo dopoguerra con modelli di lusso passati alla storia. Dopo gli anni grigi della crisi economica, il marchio è tornato caparbiamente in auge e oggi è il terzo brand più antico sul mercato. Tutta la sua storia è raccolta nello Skoda Museum, moderno edificio di 1.800 mq dove è possibile fare un’esperienza interattiva coinvolgente. Tre le sezioni espositive, dedicate rispettivamente a tradizione, evoluzione e precisione. Bella la mostra di modelli d’epoca. Tante le attività per i bambini, mentre gli adulti su prenotazione possono persino visitare i reparti produttivi.

 

 

Da scoprire anche la Secondary School of Engineering, costruita nel 1927 su progetto di Jiri Kroha e notevole esempio di architettura “funzionalista”, la cui imponenza tradisce tra l’altro l’importanza cui era assurta la città all’epoca, grazie alla Skoda. Sono tantissimi a Mlada Boleslav i monumenti funzionalisti a firma di Kroha.

Il funzionalismo ha ricoperto per molti anni una posizione dominante tra le teorie sociologiche contemporanee. Tende a considerare i principi e le basi dei processi progettuali connessi strettamente, se non esclusivamente, alla soluzione di problemi funzionali.


Con questo sistema la società è concepita come un insieme di parti interconnesse tra di loro. Nessuna di esse è libera o isolata dalle altre, ma funziona solamente nel suo contesto. Le creazioni che intercorrono tra le parti della società sono di tipo funzionale, ovvero ogni elemento svolge un particolare compito che, unito a tutti gli altri, concorre a creare e mantenere funzionante quell'apparato che noi chiamiamo società.

Per il funzionalismo si ottiene lo stato di equilibrio nella società, solo quando ogni parte svolge correttamente il proprio compito. Peccato che non sempre ha funzionato, già allora ognuno guardava i propri interessi, anche se la Skoda, oggi, sta andando benissimo.

Nel 2018, dopo ricavi record nel 2017 di quasi 17 miliardi di euro e un aumento del 21% rispetto al 2016, la società vive una fase di crescita su tutti i mercati mondiali, in particolare in Italia, Francia e Germania e sta puntando al mercato cinese. Oggi però Skoda è di proprietà Volkswagen e molte auto le producono in India. Forse il funzionalismo della globalizzazione.

Mario Lucillo

di Mario LucilloGiornalista e curioso del mondo