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LE CITTÀ SVIZZERE CHE SORPRENDONO PER CURIOSITÀ E ARTE

Lucerna, Basilea, Zurigo, Ginevra, Solothurn e il mistero dell’11.

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Completamente circondate nella natura, innovative, a volte futuristiche ma spesso sostenibili e attente a conservare le proprie tradizioni. Le città svizzere sorprendono per la qualità e la quantità delle proposte in campo culturale nonostante le piccole dimensioni. Ben collegate e a misura d’uomo sono la base ideale per combinare l’esplorazione urbana a escursioni in giornata.
Le città svizzere sono apprezzate dal pubblico italiano per la qualità e la quantità delle proposte in campo culturale. Pur piccole di dimensioni, competono con le grandi capitali europee nella programmazione di eventi di richiamo internazionale come le rassegne di musica classica del Lucerne Festival o come le esposizioni della Fondazione Beyeler di Basilea. La progettazione di nuovi spazi museali, affidata ai grandi studi di architettura, il ruolo attivo di mecenati pubblici e privati, la promozione delle tradizioni locali e la valorizzazione del patrimonio esistente, contraddistinguono spesso in modo unico, l’offerta elvetica.


La cultura nelle città va a braccetto con la natura in una duplice accezione. Per conformazione territoriale, le città sono immerse nel verde. Parchi, giardini, corsi d’acqua ma anche il poco traffico e inquinamento modellano gli stili di vita di chi le abita. Il visitatore beneficia, in questo modo, di tutte le comodità cittadine ma senza subire quella frenesia che di solito caratterizza la vita urbana. Il secondo aspetto è legato alla possibilità di abbinare una visita in città con un’escursione più naturalistica, adatta anche a chi non è sportivo. Le città sono veri e propri hub per esplorare i dintorni. Qualche esempio? Da Lucerna si possono raggiungere i monti panoramici che circondano il lago in poco più di un’ora. La mattina si sale sul Monte Pilatus, a bordo di treno e cremagliera, mentre la sera si è già di ritorno per assistere a un concerto di musica classica nell’auditorium del Centro Cultura e Congressi. Losanna è il punto di partenza per suggestive gite e degustazioni nei vigneti del Lavaux, patrimonio Unesco, o per un bel giro in battello sul Lago di Ginevra. Bellinzona è a poca distanza dalle bellissime valli laterali del Canton Ticino dove si possono praticare sport adrenalinici o rilassanti passeggiate.
L’attenzione alle tematiche ambientali è parte integrante dell’offerta turistica e un importante fattore di attrazione come attesta il Travel & Tourism Competitiveness Index (stilato dal World Economic Forum), che assegna alla Svizzera il primo posto nel campo della sostenibilità ambientale (dati 2017). Chi visita le città svizzere può toccare con mano questo primato. Fiumi e laghi sono balneabili tanto da trasformarsi, nel periodo estivo, in vere e proprie riviere. L’acqua è pulita e potabile. Le fontanelle pubbliche, sparse ovunque, disincentivano l’acquisto di acqua in bottiglie di plastica con un vantaggio sia per l’ambiente sia per il portafoglio. Il traffico automobilistico è moderato grazie alle dimensioni ridotte delle città, alla rete capillare di trasporti pubblici e alla presenza di piste ciclabili con la possibilità di noleggio bici anche per i turisti. Chi pernotta in hotel, inoltre, riceve pass per circolare sui mezzi pubblici per tutta la durata del soggiorno. Alcune di queste card permettono, inoltre, di accedere a musei o altre attrazioni usufruendo di uno sconto aggiuntivo. L’uso dell’auto diventa dunque superfluo soprattutto per chi viaggia dall’Italia che può raggiungere le città svizzere in treno grazie ai collegamenti Eurocity.


La ricerca della sostenibilità si traduce anche in campo gastronomico. La filosofia del “km 0” è molto diffusa anche in Svizzera. In più di 200 hotel il 30% del menù e il 20% della carta dei vini, devono essere costituiti da specialità regionali e da vini svizzeri. Gli chef stellati fanno a gara nell’utilizzo di materie prime autoctone, molto in voga le “erbe spontanee” per creare i loro piatti gourmet. La valorizzazione del territorio è uno degli obiettivi anche dell’iniziativa “Taste my Swiss Cities”, la piattaforma con i consigli virtuali degli insider per scoprire le chicche culinarie nelle città svizzere. Molti i luoghi dove è possibile degustare l’assenzio, bevanda maledetta, la cui paternità è contesa tra Francia e Svizzera, ma che è ancora prodotta in maniera artigianale nelle distillerie della Val de Travers.

 


La città di Basilea invece offre l’urban experience tour in limousine. Qui la cultura non disdegna nessuna forma di espressione artistica. A Basilea graffitari e street artists hanno trovato un terreno fertile per esprimere la loro creatività. Vengono organizzati tour guidati alla scoperta della Basilea “alternativa”.
Nella zona detta Schänzli ma anche lungo le vie che vanno verso est, dalla stazione centrale FFS fino al ponte Schwarzwaldbrücke, e nel centro storico, è possibile ammirare le opere degli esponenti nazionali e internazionali di street art e di graffitari. Il libro Street Art Basel fornisce tutte le indicazioni necessarie per scoprire individualmente le principali opere d’arte della città. Chi preferisce, invece, esplorare la città accompagnato da esperti di questo settore può rivolgersi alle galleria di arte e cultura urbana attive in tutta la città e che organizzano, su richiesta, veri e propri tour di graffiti e street art. I Tour mostrano, in poco meno di due ore, imponenti pitture e diverse tecniche di realizzazione. Il primo tour esplora il noto tracciato ferroviario di Basilea, sede attiva di numerosi graffitari, e tutta la zona circostante alla linea ferroviaria: un enorme museo di graffiti a cielo aperto. Sono numerosi i muri, le pareti e le facciate di cabine elettriche che sono stati decorati con spray, pennello, rulli o evidenziatori. Così sempre più persone scoprono che i graffiti non sono solo scarabocchi anche se molti non hanno nulla a che vedere con l’ arte… E questo gradimento da parte del pubblico attira gli artisti internazionali di street art. Nella Lyss, nel cuore di Basilea, si trova infatti un’impressionante opera di The London Police. C’è un tour alla scoperta della street art basilese a bordo di una coloratissima Bentley. La limousine è stata decorata dagli studenti della scuola privata FG Basel guidati dall’artista svizzero Thierry Furger, classe 1975. Il tour fa tappa anche al Museo Tinguely e propone ai partecipanti un tuffo rinfrescante nel Reno (solo d’estate).

 

 

 

La città ossessionata dal numero 11 è Solothurn.
11 chiese e cappelle, 11 fontane, 11 torri, 11 musei… Non si sa quale sia l’origine di questa ossessione ma è indubbio che l’11, insieme ai suoi multipli (22, 33, 44 ecc.), ha un'importanza particolare per gli abitanti di Solothurn, la più bella città barocca della Svizzera ubicata sul fiume Aare. Questo rapporto singolare con l'11 ha radici profonde nella storia ed è una tradizione coltivata ancora oggi in forme diverse. Solothurn è diventato l’11° Cantone della Confederazione nel 1481 e, fra il 1344 e il 1532, era suddiviso in 11 baliaggi. Una delle sue attrazioni è l'orologio che segna soltanto 11 ore e che, con le sue 11 campanelle, riproduce l'inno ufficioso della città. L’11 compare nel nome di una «guggen» giovanile, gli 11i-«Schränzer». Lo si ritrova nella sfera privata – feste speciali per l'11° compleanno (o per uno dei suoi multipli) - e in campo commerciale: nel nome di una cioccolata (11-i «Schokolade»), di una birra («Öufi-Bier») o di un corso di yoga («öufiyoga»), oppure di una ditta («IMMO-11»). Anche la Cattedrale di Sant'Orso, costruita da Gaetano Matteo Pisoni nel XVIII secolo, non sfugge alla logica dell’11: conta 11 altari, una torre alta 66 metri e una scala con tre gruppi di 11 gradini. Speriamo non arrivino solo 11 turisti l’ anno a scoprirla…


Ginevra: haute cousine fatta in casa.
Lo chef stellato Philippe Chevrier gestisce vari ristoranti a Ginevra e nella regione portando a tavola i sapori e i prodotti del territorio. Fa acquisti al mercato di Carouge e cucina pesce di lago proveniente dalle reti delle barche appena arrivate in porto. Fiore all’occhiello della sua filosofia è il Domaine de Châteauvieux, una tenuta con ristorante e 12 camere eleganti che guardano sulla dolce campagna ginevrina a Satigny. Nel giardino di erbe aromatiche del Châteauvieux ronzano le api del proprio allevamento, mentre all’interno si produce il cioccolato artigianale e si creano menù di haute cuisine.
Da qui si può fare un’escursione alla scoperta dei vini del terzo cantone vitivinicolo della Svizzera, per esempio lungo il percorso didattico che porta a Dardagny. Châteauvieux organizza per i suoi ospiti delle comode visite nelle cantine vicine che, tra l’altro, sono aperte al pubblico ogni sabato mattina.
Nella cantina non mancano i vini del Cantone e delle altre regioni vitivinicole svizzere. Lo chef supporta da sempre questo cambiamento di approccio: trent’anni fa erano pochi i clienti interessati a scoprire i cru locali, mentre oggi sono in tanti ad assaggiarli e a portarsi a casa le bottiglie.

 

 

 

Zurigo, capitale dell’arte negli spazi pubblici.
Al parco, sul lago e in centro città a Zurigo l’arte è onnipresente. Tour vivaci per un pubblico amante della cultura pop, con fan e storyteller che assicurano il massimo divertimento facendo da guida nei musei e nelle città. Si contano circa 1300 opere in spazi pubblici, fruibili gratuitamente e promosse attivamente dalla città di Zurigo. In Bahnhofstrasse dal 1983 si trova la scultura in granito di Max Bill, Pavillon-Skulpture. A Zürich-West spicca l’installazione Y, un’altalena alta 15 metri, dell’artista Sislej Xhafa che simboleggia il “why” anglosassone o, secondo un’altra interpretazione, la resistenza di Davide contro Golia. In stazione si libra in cielo l’angelo custode di Niki de Saint Phalle mentre, incastonata nel pavimento, e protetta da un vetro blindato si può ammirare La Boule d’or centenaire dell’artista concettuale Dieter Meier. Sempre a Zurigo riapre il Pavillon Le Corbusier (11 maggio 2019).
Famoso in tutto il mondo, l’architetto Le Corbusier progettò un edificio sulla riva orientale del Lago di Zurigo su commissione della collezionista Heidi Weber che ne fece uno spazio espositivo per i suoi lavori artistici, dai dipinti a olio ai disegni, dai mobili alle sculture. Atipico è l'impiego di vetro, acciaio e pannelli di vernice colorata al posto dei materiali tipici di Le Corbusier: pietra e cemento. Fu inaugurata nel 1967 e, ancora oggi, è dedicata a tutte le opere dell’architetto. L’edificio riaprirà l’11 maggio del 2019 con una mostra a lui dedicata e verrà gestito dal Museo del Design.

San Gallo, il medioevo e il patrimonio Unesco.
Dal 13 aprile 2019 l’esposizione nella sala «am Klosterhof» Il miracolo della tradizione – La pianta carolingia di San Gallo e l’Europa nell'Alto Medioevo si concentra sull’eccezionale quantità di documenti altomedievali conservatisi a San Gallo. L’enfasi è posta sui documenti giuridici custoditi nell’Archivio abbaziale di San Gallo; tra essi anche due Libri confraternitatum e l’unico registro dei professi pervenutoci di epoca carolingia. Esposizioni temporanee di documenti selezionati per tema ci aiutano a capire l’universo altomedievale. Uno spazio presenta la celebre pianta carolingia di San Gallo, uno dei maggiori tesori della Biblioteca abbaziale, considerato il più significativo documento di disegno architettonico pervenuto dal Medioevo. Dopo una multivisione introduttiva è possibile osservare l’originale per alcuni secondi ma per ragioni di conservazione il prezioso documento deve essere protetto dall’esposizione alla luce troppo intensa ed è possibile vederlo solo pochi istanti.

Lucerna attraverso gli occhi di Turner in occasione dei 200 anni del Kunstmuseum.
Nel 2019 ricorrono i 200 anni della società che gestisce il Kunstmuseum di Lucerna. Per celebrare questo anniversario ci sarà dal 6 luglio al 13 ottobre la mostra “Turner, il mare e le Alpi” dedicata al pittore inglese, esponente del romanticismo, che tra il 1802 e il 1844 visitò per ben sei volte la Svizzera facendo tappa anche a Lucerna. Da questa esperienza nacquero famosissimi acquerelli che ritraggono il lago e le montagne di Lucerna come il Rigi e il Pilatus. Ancora oggi si possono ripercorrere i luoghi dove l’artista ha catturato il Rigi all’alba o il Pilatus, che svetta dietro alla città vecchia, con quella particolare luce che contraddistingue la sua produzione artistica.

Mario Rossi

di Mario RossiGiornalista