Viaggi

Borneo: Bellezza unica e animali con il “dna umano”

Alla scoperta di orsi, orango tango e centri di protezione. Contro la deforestazione e la medicina cinese.

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5 gradi a nord dell'equatore: spiagge, foresta pluviale, barriera corallina, una vetta oltre i 4.000  e la  fauna selvatica più ricca del pianeta. Benvenuti in Borneo, stato di Sabah, Malesia.                                                          La quintessenza del viaggionaturalistico. un luogo incantevole popolato da gente gentile: anche qui -come ovunque- la natura è stata violata, ma qualcosa sta cambiando: c'è finalmente consapevolezza nelle nuove generazioni, che tentano di recuperare il tempo perduto e riparare i danni fatti. Un paradiso in terra, una regione del mondo che consente di immergersi in una natura primordiale e  costringe a tornare là dove tutto è cominciato e riconoscere, per esempio, quel tuo cugino rosso di pelo che vive qui- e qui soltanto: pongo pigmeo ovvero l'orangutan. In bahasa - la lingua che si usa in molte regioni del sud est asiatico- "orang" significa popolo, persona, etnia; "hutan" vuol dire bosco, foresta. La parola "orang utang" significa perciò "popolo della foresta" e l'uso del termine orang, che viene utilizzato per definire anche gli appartenenti alla razza umana, la dice lunga sul rispetto che i nativi nutrono per questo primate, che condivide con noi il 97% del dna. Li incontriamo nel centro di riabilitazione di Sepilok, un’esperienza davvero emozionante, sia per l’attività che svolge sia perché poter osservare gli animali nel loro habitat naturale è un’esperienza unica. Quando nascono nel loro habitat naturale, i piccoli oranghi vivono con la madre dai 7 ai 10 anni. Durante questo periodo di tempo, la madre insegna loro tutto quello che hanno bisogno di sapere per sopravvivere: quali frutti e parti di albero si possono mangiare, come costruire il proprio nido, come arrampicarsi sugli alberi, come trovare l’acqua. Durante questi anni, i piccoli sono molto dipendenti dalla propria mamma. Se la madre muore, hanno poche possibilità di sopravvivere e di trovare il cibo da soli. Per questo motivo esiste il Centro di Riabilitazione di Sepilok, che prende il posto della madre degli oranghi orfani o abbandonati e insegna loro le capacità per sopravvivere. Arrivano al centro molto giovani e quindi sono privi delle capacità di vivere nella foresta da soli.  I piccoli provengono da situazioni diverse: possono essere rimasti orfani in seguito a disastri naturali come incendi o inondazioni oppure essere vittima di deforestazione o anche essere stati tenuti in casa per molto tempo come animali domestici, pratica diventata illegale ma purtroppo ancora diffusa.

Ma sono tante e diverse le scimmie che ci affascinano in questo viaggio: dai langur, i cui maschi vivono in gruppi di 9-30 esemplari tra le mangrovie e nella foresta fluviale alle nasiche, scimmie grandi dal  naso pronunciato e allungato, una sorta di proboscide. Le femmine hanno quest'organo più modesto, ma sempre bizzarro, i maschi molto più imponente.

Il Sabah inoltre si è imposto di dare una seconda chance anche ad un altro animale poco conosciuto qui da noi ma fortemente minacciato: l'orso del sole. Una delle vittime più ambite del commercio illegale perché, secondo la medicina cinese, la cistifellea e le zampe dell'orso hanno poteri curativi. A questo si aggiunge anche in questo caso la deforestazione  causata soprattutto dalla coltivazione di palme da olio  che ha ridotto sensibilmente il loro habitat naturale. L'estinzione degli orsi del sole, spiegano gli operatori del centro, provocherebbe una reazione a catena nell'ecosistema della foresta. "Piante e animali vivono in armonia e la rimozione di una specie può rompere l'equilibrio della giungla. Gli orsi del sole, per esempio, sono dei veri e propri ingegneri della foresta", racconta Tee Thye Lim. "Per cercare il miele di cui si nutrono creano delle cavità nei tronchi degli alberi nelle quali trovano rifugio altri animali, come il grande calao indiano o lo scoiattolo volante".

Sull'isola di Gaya, a pochi minuti dalla capitale del Sabah Kota Kinabalu, scopriamo un paradiso di biodiversità: il Bunga Raya, complesso completamente eco-sostenibile che ospita una collezione di oltre cinquanta varietà di ibiscus, il fiore nazionale della Malesia. E sempre sull'isola di Gaya, visitiamo un centro di recupero del corallo, che qui come in tanti altri luoghi del pianeta è vittima del micidiale fenomeno dello sbiancamento: anche noi come tanti altri visitatori del centro, abbiamo contribuito a ripiantare un corallo per salvaguardare questo prezioso abitante del mare. Mare che custodisce tanti altri animali meravigliosi, come le splendide tartarughe marine che vengono a deporre le loro uova a Turtle Island, isolotto al confine con le Filippine dove possono accedere a numero chiuso non più di venti persone al giorno, proprio per non disturbare i rettili. Prima di partire ci avvertono che sull'isola non esiste nessun collegamento con l'esterno, i telefoni non prendono e saremo completamente isolati, una condizione che dopo qualche giorno nella giungla ci sembra assolutamente naturale. I ranger ci mostrano il nostro alloggio e poi ci dicono di aspettare. Quando cala la notte, sotto la pioggia e nella più totale oscurità rischiarata solo da qualche debole torcia, ci vengono a chiamare: "it's turtle time!" In fila indiana e religioso silenzio ci avviamo in spiaggia dove si apre davanti ai nostri occhi lo struggente spettacolo di enormi tartarughe arrivate dal mare che depongono le uova in fosse da loro stesse scavate precedentemente.

I ranger raccolgono le uova in un secchio e le portano al centro per sotterrarle nella sabbia calda e aiutarne la schiusa. Quando sarà il momento, le piccole tartarughine saranno riportate in spiaggia dove riprenderanno il largo tra i flutti. Ma è in piroga all'alba sul fiume che la giungla del Borneo si rivela nella sua quintessenza: quando la nebbia si dirada sul  Kinabatangan, il fiume più lungo della Malesia nord-orientale, è un tripudio di vita: le scimmie con i loro cuccioli saltano da un ramo all'altro, gli uccelli vanno a bere nei fiori gravidi di pioggia, i coccodrilli salgono sulla sponda e immobili accumulano energia dal sole.  E a noi scimmie senza peli, animali che cercano senza saperlo le radici della loro quintessenza, non resta che contemplare e ringraziare tanta bellezza che la Natura ci ha regalato e che abbiamo l'obbligo di conservare. 

 

Maria Luisa Cocozza

di Maria Luisa CocozzaGiornalista tg5, responsabile Arca di Noè