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I matrimoni in Marocco: tradizioni, dote, colori e mangiate interminabili

La donna rimane 7 giorni in camera da letto e le famiglie si indebitano per sfoggiare il “grande evento”.

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Matrimonio MaroccoQuando in Italia il matrimonio sembra ormai diventato fuori moda, in Marocco è la priorità assoluta, l’obiettivo della vita di molte persone.
Scopriamo come si svolge e per i turisti, che hanno la fortuna di assistervi, è una delle attrazioni più belle di questo meraviglioso paese!
Un tempo il matrimonio era sempre combinato e i genitori si incaricavano di scegliere il partner per il proprio figlio o figlia, spesso per convenienza.
Oggi, sempre più spesso, i futuri sposi scelgono insieme di convolare a nozze, per amore. Come in ogni Paese del mondo le tradizioni cambiano a seconda della zona geografica e della provenienza della famiglia, città o villaggio.
Le due famiglie si incontrano per parlare del fidanzamento e del matrimonio e si scambiano doni (come dolciumi e fiori). Punto saliente della discussione è anche la mahr, ossia la dote, che la famiglia dello sposo offre alla sposa, il tutto da discutere anche in considerazione delle possibilità economiche.
La donna chiama una ngafa, che tradotto dall’arabo vuol dire “una signora anziana”, che la renderà bellissima per tutta la durata dei festeggiamenti. Dev’essere impeccabile il giorno più importante della sua vita!
Decisa la data delle nozze si procede col fidanzamento, momento in cui il futuro marito si reca dalla sua donna con l’anello e i vestiti (o le stoffe che serviranno per fare i vestiti) che dovrà indossare durante la celebrazione ed i festeggiamenti; il tutto in abbinamento ad accessori come collane d’oro e altro. Poi le nozze possono avvenire anche dopo una settimana o dopo un mese, dipende dalle varie esigenze delle persone coinvolte e dalle tempistiche organizzative.


Come ci si prepara al matrimonio?


Le donne della famiglia della sposa e la sorella del marito portano la protagonista all’Hammam, dove si canta e ci si prepara per il gran giorno in un’aria decisamente allegra e festaiola con musica e cantanti improvvisati.
La donna si lascia lavare e pettinare, facendosi cullare dalle attenzioni delle sue amiche e parenti, tutte di sesso femminile.
Una volta asciugata, le naqqashah (ossia le pittrici) mettono l’henna su tutto il suo corpo. Il “tatuaggio” avviene la mattina o il pomeriggio. Poi ci si sposta a casa della sposa tutte insieme. Si balla, si beve il latte e si mangiano datteri, che si offrono anche a chi viene in visita. La sera arriva anche lo sposo, un tempo in sella ad un cavallo o un cammello, oggi in auto, sempre seguito dai suoi familiari.
Un’usanza, che è quasi venuta meno, è quella di festeggiare in due stanze separate, le donne in una e gli uomini in un’altra. In questo caso, nella stanza femminile, possono entrare solo i parenti: il padre, i fratelli e i cugini, alcune donne col velo possono toglierlo solo in casa, in presenza dei soli parenti anche uomini.

 

matrimoni marocco

 

Ma cosa fa la coppia?


Gli sposi, assistiti sempre da una donna, la sopra citata ngafah, si cambiano d’abito e si preparano con accessori anche preziosi. Ed è proprio in questa circostanza che la donna si cambia d’abito 7 volte. Il primo abito è quello più simile al nostro, di colore bianco, che può essere fatto di pizzo con inserti dorati. Quelli a seguire, sono di colore diverso, ma tutti accesi e chiari, perché devono attirare gli sguardi dei presenti, per culminare con quello più tradizionale tipico della località dove si stanno celebrando le nozze.
Il giorno dopo si continua a mangiare per tutto il giorno e gli sposi consumano: questo è il giorno della Dokhlah (termine arabo che vuol dire entrata ) suggellando il momento dell’entrata della sposa nella casa dell’uomo. Un tempo si svolgeva nella casa di lui, oggi l’albergo sembra essere il luogo preferito.


Ora, a casa dello sposo, si festeggia anche fino a mezzanotte. La mattina seguente spetta alla famiglia di lei portare la colazione per tutti! Un tempo dolci, miele, latte, formaggi venivano posti sopra un carro trainato da un cavallo e la colazione era così servita. Il matrimonio si è spostato da casa di lei a casa di lui.
Alcuni visitatori arrivano da lontano e si fermano qualche giorno, quindi si prepara la casa per accoglierli al meglio. La sposa non esce di casa, anzi dalla camera da letto.

Dopo 7 giorni pone un foulard sopra le spalle con all’interno alcuni datteri, delle mandorle e dei fichi secchi, che offre ai bambini in segno di fecondità.
Le abitudini rimangono queste nei villaggi, ma nelle città si fa festa, tutti insieme, in una sala d’albergo, prenotata appositamente per accogliere eventi di questo tipo. Si chiama il catering che ha, a poco a poco, sostituito i pranzi fatti in casa dalle donne di famiglia. Il matrimonio dilatato su più giorni di una volta oggi si tende a comprimerlo in una giornata (ma non è sempre così) iniziando spesso dopo pranzo per terminare fino a tarda notte. Se si ha la fortuna di partecipare si balla, si mangia e si canta tutti insieme.

 


Cosa si mangia durante quest’occasione così speciale?


Dipende dallo status sociale dei protagonisti ma i piatti semplici e tipici che non mancano mai sono datteri, tajin di pollo o di montone, baghrir, ossia una pagnotta, harra, una minestra e chibakia, un dolce al miele.
Tra gli sposi c’è l’usanza di scambiarsi latte e datteri in segno di felicità e fecondità. Succhi di frutta e dolci vengono serviti in continuazione. Sempre più di rado ci si sposa tra cugini, per evitare eventuali dissapori in famiglia, quindi si “cerca” il proprio partner al di fuori delle mura di casa. Un tempo si convolava anche quando si era molto giovani, anche all’età di 11-12 anni, ora a 18 anni, ma anche di più. I testimoni della sposa sono pochi (2 o 3) se il padre è ancora in vita, altrimenti una decina. Se la donna supera il ventritresimo anno di vita, può decidere di sposarsi anche in disaccordo con i genitori.

 

 


Per mettere ancora più in risalto gli sposi, si fanno sedere su una portantina, che uomini e donne possenti innalzano. Non mancano musicisti e cantanti abili nel dare un tocco di colore in più a queste giornate.
Sposarsi per i marocchini è tutto. Si lavora per riuscire ad organizzare il miglior matrimonio per i propri figli e molti si indebitano. 

Valentina Della Rocca

di Valentina Della RoccaEgittologa ed Arabista