Viaggi

India: alla scoperta del Rajasthan

Dove vedere 20mila topi tra i templi, dove ammirare tramonti, forti, cammelli e deserto.

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Quando si sceglie l’India come destinazione è difficile decidere lo stato da visitare, ce ne sono 29 e tutti diversi l’uno dall’altro con una propria tradizione culturale.
Personalmente ritengo che sia sempre meglio immergersi nella cultura di uno di essi, soprattutto se si hanno a disposizione pochi giorni.
Il Rajasthan può essere un magnifico inizio per entrare in contatto delicatamente con un’India, spesso non facile, molto diversa dal nostro paese, caotica, speziata, colorata e piena di problemi strutturali e non solo.
Questo stato, il più grande di tutti, è localizzato a nord del Paese, ed è di sicuro una meta che fa sognare e che difficilmente delude il visitatore, offrendo edifici maestosi, templi suggestivi, panorami da togliere il fiato in posizioni sopraelevate, in riva a laghi o tramonti rari che rimarranno impressi per sempre nella memoria. Qui le stagioni si dividono in quella estiva, quella dei monsoni, post monsoni e invernale. Sconsigliato il periodo estivo, perché le temperature raggiungono anche i 48°C. Se si pianifica di visitare la regione durante i monsoni mettere in conto temperature sicuramente più gradevoli, ma con piogge imprevedibili. Il miglior periodo per recarsi in Rajasthan è tra dicembre e gennaio, quando nel deserto del Thar (quasi interamente localizzato in questo stato), si può stare senza soffocare e si può girare per le città con temperature molto piacevoli. Essendo uno degli stati più visitati dai turisti di tutto il mondo non bisogna meravigliarsi se non si è soli con zaino in spalla o con tour organizzati.
Inoltre il miglior modo per spostarsi è sicuramente il treno, comodo ed economico. Ci sono ottime connessioni tra le località maggiori dello stato. Le principali città coperte dalla ferrovia sono Jaipur, Bikaner, Udaipur e Jodhpur. Ci sono anche collegamenti tramite autobus, consigliati se si vuole spendere poco. Altrimenti le tante agenzie turistiche provvedono a trasporti personalizzati sicuramente più confortevoli e veloci, perché sono minori le soste e tutte mirate.
Entrando nei dettagli il Rajasthan ha da offrire: Bikaner, Jodhpur, Jaisalmer, Bundi, Jaipur, Udaipur e Pushkar.
Pianificare almeno una notte nel deserto del Thar, che regala incredibili scenari sia al tramonto che all’alba. Dormire sotto le stelle, fare colazione con le storie interessanti che i beduini hanno da raccontare e affondando i piedi nella sabbia fredda e morbida delle prime luci del giorno.

 

 


Partendo da Jaipur, chiamata ‘la città rosa’ perché ogni edificio del centro storico è colorato di rosa, si visita il City Palace, che un tempo (dalla prima metà del XVIII secolo) fu la dimora dei governanti della città, di architettura Moghul e Rajput, caratterizzata da spazi pubblici e privati, con tappeti, miniature e abiti reali e il forte di Amber, a soli 11 km dalla città, datato al 1592 al tempo della dinastia imperiale Moghul, una struttura imponente impreziosita da numerose sculture storiche all’interno di stanze e padiglioni con un’inconfondibile mix di stile hindù e musulmano. Si prosegue poi alla volta di Bikaner, nel deserto del Thar, un tempo punto di sosta delle carovane dirette in Occidente, qui c’è il forte di Junagarh del 1590. Degni di nota sono i cortili, i chioschi e le sculture in pietra al suo interno. Da vedere anche il Lalgarh Palace, uno splendido palazzo in arenaria rossa. Per i più coraggiosi il tempio Karni Mata, ossia il tempio dei topi, a 30 km. dalla città. Circa 20.000 topi vivono in questo tempio, che si dovrebbe visitare a piedi nudi o con dei calzari che forniscono all’ingresso, nella speranza di vedere un topo bianco molto raro e venerato, perché “Chi ne vede uno, anche per pochi secondi, si propizia le grazie della Dea, attirando fortuna anche ai suoi cari” le versioni della leggenda dicono che un giorno Karni Mata, una saggia vissuta 151 anni tra il 1387 e il 1528, ritenuta l’incarnazione della Dea Durga, domandò al Dio della morte, Yama, di far resuscitare Laxman, figlio di un cantastorie morto troppo giovane. Il Dio rifiutò dicendo di non poterlo fare perché il bambino era già rinato sotto altre sembianze. La furia della saggia, la portò alla decisione di tramutare tutti i cantastorie, una volta morti, in topi prima della successiva reincarnazione, privando così Yama della loro anima.

 

 


Altra meta Jaisalmer, romantica città con residenze “ricchissime” dei commercianti indiani del passato, e i templi circostanti, tra cui quello Jain. Poi partire alla volta di Jodhpur, ‘la città blu’, dove è suggestivo perdersi per le vie alla scoperta di scene di vita locale. Qui una tappa fondamentale è il forte di Mehrangarh, che risale al 1458. Proseguire per Udaipur,‘la città bianca’ col suo City Palace, l’hotel Taj Lake Palace, dove è stato girato anche uno degli 007 e rilassarsi facendo un’escursione serale nel lago Pichola, molto bello e suggestivo.
Aggiungere alla lista Pushkar e Bundi, due città che rimarranno in mente più di tutto il resto. La prima, col suo alone di magia, affascina molto il visitatore. Se si scompone la parola Push (fiore) kar (mano) si pensa alla leggenda che narra che il Dio Brahma, il creatore dell’universo, nel punto in cui un giorno fece cadere un fiore di loto, si formò un lago sacro che oggi è quello che arricchisce la piccola città. Se si ha la fortuna di essere in Rajasthan durante i cinque giorni di fiera dei cammelli (di solito nel mese di novembre), una delle più grandi al mondo, bisogna non lasciarsela sfuggire, si anima con mercati, eventi musicali e artisti da tutto il mondo.

 

 

Bundi, ancora poco conosciuta, attira avventurieri zaino in spalla, che riescono ad apprezzarne l’atmosfera, che sembra quella di un presepe vivente e non si fanno sfuggire il celebre festival che viene celebrato ogni estate. Il celebre scrittore Rudyard Kipling, fu ispirato dalla città, dove visse per un periodo, per scrivere l’opera mondialmente conosciuta Kim. Una visita al Garth Palace abbandonato è d’obbligo e lascia senza fiato per i dipinti murali, che ritraggono donne, maharaja, cortili e combattenti e la splendida vista su tutto il paese, particolare, perché costituito da edifici per lo più di colore blu.
Le attrazioni da vedere in Rajasthan sono molte, tutte uniche, meglio svegliarsi presto e non andare a letto troppo tardi. Camminare tanto, sempre che il tempo lo permetta, e stringere amicizia con i locali e viaggiatori, per condividere, conoscere e perché no, fare anche parte del viaggio insieme. 

Valentina Della Rocca

di Valentina Della RoccaEgittologa ed Arabista