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Slovenia e Valle dell’Isonzo: l’Amazzonia d’Europa

Sorgenti segrete, cascate maestose, canyon e sport l’hanno resa la “destinazione europea di eccellenza”.

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L’Isonzo, il fiume di smeraldo, nasce alle pendici delle Alpi Giulie, in Slovenia e l’attraversa creando paesaggi indimenticabili.
A pochi chilometri dal confine italiano, la Valle dell’Isonzo, oggi ricca di giochi di luce e suoni della natura, porta dentro di sé le commoventi memorie di un turbolento passato di guerra, divenute oggi un inno alla pace, al rispetto dell’uomo e della natura.
Meta privilegiata per gli sportivi, escursionismo, alpinismo, ciclismo, sport acquatici, sono solamente alcune delle attività che vi si possono svolgere.

Grazie all’impegno nella salvaguardia del patrimonio naturale e culturale dei luoghi, la valle si è aggiudicata nel 2008 il titolo di “Destinazione Europea di Eccellenza”.
La Sòca, così si chiama il fiume in Sloveno, lunga 136 chilometri nasce dalla sua sorgente nella Val Trenta, nei pianori calcarei delle Alpi Giulie.
Il paesaggio che si apre seguendo il suo corso sembra rubato ad un libro di fiabe. In questo incantevole scenario, storia, natura e cultura si fondono mirabilmente. Qui sono conservate le memorie della Prima Guerra Mondiale, che a suo modo ha segnato in profondità la natura paradisiaca di questi luoghi; ma oggi la vita quotidiana si svolge in simbiosi e nel totale rispetto dell'ambiente.


La Valle dell’Isonzo che fa parte del Parco Nazionale del Trìglàv, unico parco nazionale della Slovenia, comprende una superficie di 848 chilometri quadrati sul confine tra Italia e Austria e rappresenta il 4% dell’intero territorio nazionale.
È la più grande area protetta nel Paese, dove vige un particolare regime di tutela della natura: per conservare il più possibile intatti i luoghi e garantire che i visitatori riescano a godere delle sue bellezze, è ridotta al minimo la possibilità di costruire infrastrutture turistiche.

Il suo punto più elevato è la vetta del monte Triglav, 2864m, mentre quello piu basso si trova nell’Orrido di Tolmino 180m.
Proprio a Tolmino, a pochi km dal confine italiano, le gole della Tolminka, costituiscono la più importante
attrattiva naturale di questa cittadina.
Con gli oltre 200 metri di sviluppo e i 180 di quota altimetrica, sono gli anfratti più lunghi e più profondi di tutta la Slovenia.
Sorgenti segrete, cascate maestose e canyon angusti sono le tessere di questa sublime creazione di madre Natura: un luogo che per la sua particolarità è stato soprannominato l’Amazzonia d’Europa.

 

 

Si entra nel parco superando un ponte, Il ponte del Diavolo, che sovrasta un profondo e pericoloso orrido.
Sotto di esso, nella cosiddetta Grotta orizzontale, si trova una preziosa sorgente di acqua termale, con una temperatura che oscilla fra i 19 e i 21 gradi: una vera eccezione, visto che la temperatura media della Tolminka va dai 5° ai 9°.

A conferire ancora maggior fascino a questi incredibili paradisi naturali ci sono i misteri e le leggende che qui si raccontano, come quelli legati alla cosiddetta Testa d’orso: Medvèdova glàva è il nome di un ponte naturale creato da grandi massi che chissà quando e come si sono conficcati fra le anguste pareti del canyon.
La stessa Tolminka, è il torrente delle acque vive e miracolose che sconfiggono la morte e restituiscono la giovinezza: un motivo in più per godersi questo millenario angolo di Slovenia.

Oltre le gole, il villaggio ecologico di Čadrg, a un’altitudine di 700 metri, con 44 abitanti, è l’unico abitato che sovrasta la valle della Tolminka.
E’ un modello di sviluppo di un borgo che negli anni Novanta era stato quasi del tutto abbandonato e che, con la diffusione dell’agricoltura biologica, è diventato il più grande villaggio ecologico della Slovenia.

 

 

Su un panoramico promontorio roccioso, sopra la valle del fiume Tolminka, raggiungibile a piedi lungo un suggestivo percorso attraverso boschi millenari, si erge la chiesetta commemorativa di Javorca, costruita in ricordo dei militari austro-ungarici caduti nel campo di battaglia di Tolmin.

E’ il più bel monumento della prima guerra mondiale sul territorio sloveno e per questo è stata inclusa nell’anno 2007 tra i monumenti storici del patrimonio culturale europeo.
Il santuario rappresenta inoltre una delle tappe del Sentiero della Pace, un percorso di 100 chilometri, che collega i vari monumenti e le rovine della prima guerra mondiale, sparse nella regione.

L'edificazione del santuario fu affidata alle abili mani di mastri artigiani, arruolati nel esercito austro-ungarico, che costruirono l'edificio in pietra e larice.
Sopra l’entrata nella chiesa si erge il campanile con l’orologio solare e la benaugurante scritta PAX.
All’interno, oltre a numerosi cimeli raccolti nei dintorni, si trovano delle tavolette in quercia che simboleggiano le pagine di un libro commemorativo, con incisi a fuoco, i nomi dei 2564 soldati caduti nei campi di battaglia.

Spostandosi verso Kobarid, si incontra un'altra suggestiva tappa del Sentiero della Pace: sulla cresta del Monte Kolovrat, è stato creato il Museo all’aperto Na Gradu; un percorso che si snoda tra camminamenti, trincee e tunnel scavati nella roccia. Testimonianze della tragica campagna militare che vide accadere qui la disfatta di Caporetto.

Il tema della guerra è profondamente sentito in questa regione della Slovenia: le esperienze di guerra sono state trasformate in testimonianze di pace.
Come quella di Mirko Kurinčič, che ha realizzato un museo nella sua casa di Drežnica con i cimeli le tracce e i documenti, raccolti durante le sue passeggiate su questi monti.

Nel Museo di Kobarid la guerra torna ad essere protagonista e a raccontare tra foto, reperti e ricordi le storie dei soldati e della popolazione civile che ha vissuto in questo territorio.

 

 

Ma Caporetto non è solo sinonimo di guerra. Qui le curiosità del patrimonio culturale si intrecciano con lo sfarzo delle ricchezze naturali.
Tutto è disegnato dalla turbolenza del fiume, che ha scavato nella roccia carsica, anse e forre, cascate e piccoli laghi.

All’ingresso di Kobarid, le sponde dell’ Isonzo sono collegate dal Ponte di Napoleone, costruito sul luogo dove nel ‘600 i veneziani avevano costruito e poi distrutto il ponte di legno che attraversava la gola.
Napoleone lo fece ricostruire in pietra nel suo viaggio verso il Predil.
Su questo stesso ponte I partigiani sloveni difesero la Repubblica di Kobarid nel corso della seconda guerra mondiale e a ricordarlo ci sono due lastre commemorative in pietra.

Percorrendo un sentiero che costeggia il ponte di Napoleone in mezzo ad un meraviglioso bosco, lungo il corso verde azzurro della Soca, ci si imbatte in un ponte sospeso: una passerella non troppo stabile, lunga ben 52 metri.
Sotto di essa scorrono le acque del torrente Kozjak, un piccolo affluente dell’Isonzo.
La natura è rigogliosa e procedendo, la vallata si fa sempre più stretta e il sentiero si addentra all’interno di una gola. Lo spettacolo che ci si trova davanti vale la passeggiata: in un grande antro scavato dall’acqua, con cupola di pietra, solo leggermente aperta in alto, la cascata Kozjak, una colonna d’acqua bianca, alta 15 metri, precipita in uno specchio verde-azzurro, offrendo ai visitatori uno scenario indimenticabile.

L’area di Bovec è il cuore pulsante di questa zona ricca di bellezze naturali. Tra gli spettacoli più suggestivi sulla strada verso la cittadina, ci si imbatte nella scenografica cascata Boka, la più imponente dell’intera Slovenia, alta 106 metri.

 

 

Bovec è situata sul versante destro dell’alta valle dell’Isonzo, a 483 metri d’altitudine, sovrastata dall’epico monte Rombon.
La vivace cittadina attrae i visitatori sia per la natura intatta che la circonda e induce al relax e alle tranquille passegiate a piedi o in bicicletta, sia soprattutto per la grande offerta di attivita` sportive.
Sulle rapide del fiume Isonzo numerosi centri offrono agli appassionati la possibilità di praticare rafting, kayak, canoa.
Ma una delle esperienze più elettrizzanti che si possono fare è senza dubbio lo Zipline: sospesi su una fune metallica a oltre 200 mt di altezza a 60 km orari e con il cuore in gola, lo spettacolo del fiume che si insinua tra le rocce carsiche in mezzo a boschi millenari è un’esperienza indimenticabile.

Annapia Chico

di Annapia ChicoRegista, filmaker, giornalista Rai.