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Frisia: la più lunga gara di pattinaggio sul ghiaccio, foche e zone solo per le bici

Tra Olanda e Germania 11 città storiche della Frisia, e Leeuwarden, nel 2018, sarà Capitale della Cultura.

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Da un lato, il mare di Wadden, dall'altra il lago Ijsselmeer: la Afsluitdijk è molto più di una semplice protezione contro le inondazioni. La diga, un'autostrada di 32 chilometri, costruita tra il 1927 e il 1933, è la raffigurazione della tenacia del popolo frisone che ha saputo trasformare un territorio ostile in una distesa verde e fertile strappando con determinazione nuova terra al mare. Ed è la strada d’ingresso per la Frisia.
La sagoma a forma di cuore sventola ovunque sulle bandiere: è il simbolo della Frisia, rappresenta la ninfea, espressione di quella fetta settentrionale d’Olanda a tinte verdi e azzurre.
E’ una provincia a vocazione rurale punteggiata di villaggi, mulini e animali al pascolo, una collezione di paesaggi che fecero scrivere a Claude Monet nel 1871: “Qui c’è da dipingere per tutta la vita!”. 
L’acqua è l’elemento costante con cui i Frisoni, citati già da Tacito nel 98 d.c. nel suo De origine et situ Germanorum, da sempre scendono a patti, disegnando il paesaggio con argini, dighe e canali.
E proprio una rete capillare di vie acquatiche collega le 11 città storiche della Frisia a partire dalla capitale, Leeuwarden, che nel 2018 sarà Capitale della Cultura.

E’ una città graziosa e tranquilla che riflette la serenità della campagna circostante. Nelle sue strade antiche e silenziose e tra i canali che la attraversano e’ piacevole passeggiare.
Sulla grande piazza di fronte al municipio merita una sosta il Museo Frisland. La collezione racconta le storie di Frisia, la sua gente e la sua cultura, attraverso oggetti, reperti e dipinti. Una stanza è dedicata interamente alla signora Margaretha Geertruida Zelle, più nota come Mata Hari illustre cittadina di Leeuwarden.
Inaugurato nel 2013, l'edificio è definito dall'architetto Hubert-Jan Henket che lo ha progettato: “Tipicamente Frisone poiché ha una "identità forte, saldamente radicata nella terra e non ha abbellimenti inutili".
In pieno centro storico una curiosità: la cinquecentesca Oldehove. E’ alta circa 40 metri, e inclinata di circa 2 e quindi è più pendente di quella di Pisa.

 

 


In Frisia ci si muove lentamente attraverso immense campagne piatte, canali e antiche città in un'atmosfera fatata rinfrescata dall’aria di mare.
Tra le 11 città storiche Hindeloopen vale una sosta: è una delle destinazioni più belle dei Paesi Bassi e nel 2015 ha ottenuto il riconoscimento come uno dei 'villaggi più belli d'Europa'.
L'insediamento risale al XIII secolo, ma prosperò nei secoli XVII e XVIII quando divenne un centro di commercio marittimo internazionale. Oggi il villaggio è abitato da circa 700 persone e offre ai visitatori un’immagine perfettamente fedele della vita tradizionale frisone.
Soprattutto è conosciuta per la tradizionale tecnica decorativa, che è ancora possibile osservare da vicino nel Museo della città.
Altrettanto famosa è la “Elfstedentocht”, dal 1909 la gara di pattinaggio più lunga del mondo. Oltre 15.000 pattinatori sfidano i ghiacci, incoraggiati da centinaia di migliaia di fan entusiasti. 220 km in un giorno sulle vie d'acqua che collegano le undici città frisone. Purtroppo a causa delle temperature sempre più miti l'ultima gara si è svolta nel 1997.
Tra queste 11 città storiche una perla è la piccola, antica Sloten 
è una cittadina di circa 700 abitanti sulla sponda sud-orientale del lago omonimo. E’ la città più piccola degli interi Paesi Bassi e probabilmente anche del mondo. dal punto di vista architettonico
è definita ,"la città ideale”.

 

Elfstedentocht

 


Dokkum è un centro di grande importanza per la storia frisone, olandese ed europea.
La città, dove il modello delle strade del centro non è cambiato dal 1650, è stata un importante città portuale e commerciale sul canale Dokkumerdiep. Ma deve la sua popolarità al martirio nel 754 di San Bonifacio insieme a 52 confratelli benedettini che stavano evangelizzando la regione.
Puntando a nord, lungo la strada una sosta è obbligatoria per visitare uno dei patrimoni unesco di questa regione: L'idrovora Woudagemaal di Lemmer.
E’ la più grande stazione a vapore di pompaggio mai costruita al mondo e l'unica ancora in attività.
A piena potenza, è in grado di pompare 4.000 metri cubi di acqua al minuto, cioè ben 6 milioni di metri cubi di acqua al giorno. 
La stazione di pompaggio è ancora utilizzato per abbassare il livello dell'acqua della regione. Una serie di operazioni molto delicate gestite da un “team del vapore” al completo, costituito da una quindicina di persone
Attualmente funziona solo per una settimana all’anno. Mentre per il resto dell’anno, è adibita a museo per farla visitare ai turisti.
Moltissimi appassionati di tecnologia provenienti da ogni parte del mondo hanno già partecipato con enorme piacere alla visita guidata di questo straordinario esempio di progettazione industriale

In tema di natura ed ecosostenibilità c’è un posto speciale in Frisia.
Nel 1972 Leni’t Hart comincia a prendersi cura delle foche sofferenti, adattando il giardino della sua abitazione ad ospedale improvvisato nel Villaggio di Pieterburen.
Oggi il Zeehondencentrum, è un punto di riferimento per la cura e la ricerca scientifica dedicata alle foche che vivono nel mare di Wadden, che ormai da decenni sono vittime dell’inquinamento che minaccia l’equilibrio ambientale delle coste.
Le ricerche hanno provato che l’alta percentuale di sostanze tossiche presenti nell’acqua attacca il loro sistema immunitario. A questo si aggiunge il danno causato dalle attività dell’uomo, quali la pesca e il turismo. Ogni anno sono centinaia le foche malate o orfane che vengono ritrovate sulla costa.

 

 


Poiché sono molto curiose, esplorano tutti gli oggetti che trovano nel mare, - dice il ricercatore italiano Andrea Ravignani - comprese le reti da pesca e molto spesso rimangono intrappolate procurandosi tagli profondi di vari cm sul collo. Ognuna di loro viene portata al centro e messa in quarantena per alcune settimane per evitare che trasmetta infezioni alle altre ospiti o subisca disturbi ulteriori.
Dopo il ricovero, che può variare dalle 5-6 settimane fino a 6 mesi nei casi più gravi, le foche sono forti a sufficienza per essere liberate.
Dalla sua fondazione, dal centro sono transitate oltre 50.000 foche.
Il personale che le cura e le nutre oltre che da medici e ricercatori specializzati, è formato da circa 150 volontari che arrivano da ogni parte del mondo, disponibili a trascorrere alcuni mesi al centro.
Nessuna sovvenzione o finanziamento pubblico aiuta l’ospedale, soltanto l’amore delle persone per l’ambiente e i suoi ospiti. Il centro è supportato unicamente da donatori, circa 40.000, sparsi in tutto il mondo.

Nel Nord del regno, tra la Germania e il mare, la Frisia è protetta dalle Waddeneilanden, ovvero le Isole Frisone, Patrimonio Unesco per la ricchezza della fauna, piccole terre basse e sabbiose allineate lungo la costa come un ponte proteso fino alla Danimarca.
Qui l’idea che abbiamo di paesaggio come qualcosa di fermo e immutabile è messa in crisi: tutto è evoluzione continua, mescolanza e divenire. Il ciclo delle maree trasforma ogni cosa, disorienta, cancella e cambia tutti i riferimenti: la sabbia si impasta con l'acqua creando distese di fango e spiagge senza fine e i colori sfumano uno nell'altro capovolgendo gli scenari.
Ci si imbarca dal piccolo porto di Lauwersoog e con una lenta traversata del mare di wadden si giunge a Schiermonnikoog, la più piccola tra le Frisone Occidentali abitate, 16 km di lunghezza e 4 di larghezza. Oggi parco nazionale, l’isola offre un paesaggio di dune di sabbia e boschi, la spiaggia più ampia d’Europa, fari e vecchie case fiamminghe. E’ la magia della Frisia che ricorda i colori di Vermeer e la luce di Monet.
Si circola solo in bici nell’unico villaggio, che ha lo stesso nome dell’isola. Le strade sono state costruite soltanto in direzione est-ovest per evitare la forte azione del vento.

 


Il ritmo delle maree dà vita ad un affascinante fenomeno che vede l’allungarsi e lo scomparire di chilometri di spiaggia: se in un primo momento il fondale è sott’acqua, dopo poco esso riemerge tanto da poterci camminare.
Il wadlopen, la camminata nel fango è un’esperienza da non mancare: per capire e vivere a pieno il mare di Wadden, bisogna dimenticare per un attimo le comodità, indossare stivali di gomma e avventurarsi nell’affascinante terreno fangoso, avendo così modo di scoprire ambienti e paesaggi unici.
A mano a mano che si esce si notano i segni della marea, il terreno è fradicio e si comincia ad avanzare nel fango per osservare una scia variopinta di conchiglie, ostriche, cozze e piccoli crostacei, che costituiscono il cibo per oltre 10 milioni di uccelli migratori.
L’orario del wadlopen varia di giorno in giorno secondo le fasi lunari. Quest’attività è stagionale, che si svolge da maggio a ottobre. Soprattutto è fondamentale non avventurarsi da soli ma contattare delle guide esperte.

 

Annapio Chico

di Annapia ChicoRegista, filmaker, giornalista Rai.