Inchieste

Le più belle frasi di Osho, maestro spirituale indiano, portato sul web con "ironia e romanesco"

Scopriamo l’autore che riceve migliaia di like per ogni frase e sogna di fare il dialoghista

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Federico Palmaroli OshoPiù di 500 mila like, che sembrano tutti entusiasti e divertiti, sono quelli che trovate nella pagina Facebook Le più belle frasi di Osho: si tratta di frasi raccolte addirittura in libri e magliette, battute in romanesco che potrebbero appartenere a Aldo Fabrizi o Alberto Sordi o ad un coatto dei film di Carlo Verdone (o a Sora Lella), vengono riprodotte in foto in cui compare Osho Rajneesh, maestro spirituale indiano della New Age, scomparso nel '90, un santone che ha profondamente influenzato il pensiero del misticismo orientale in voga dagli anni ’60 – da quando i Beatles lo esportarono in Occidente – che dice frasi come “ Ciao, core”, o “N’ è tanto er freddo, è l’ umiditá che te frega”, “A me sto 2017 giá m’ ha rotto le palle”.

Il contrasto tra gli abiti, la solennitâ dei gesti, l’ esotismo del personaggio con la banalitá quotidiana delle sue battute è un motore irresistibile di comicità – tanto che la viralitá di queste vignette è stata da subito immediata, contagiosa, estesissima.

Ora Federico Palmaroli, un quarantenne dipendente romano della Camera di Commercio che si è inventato questo genere umoristico, fa spesso anche incursioni nella satira politica (se andate sulla pagina Facebook, appunto, trovate la foto di Obama che sussurra all’ orecchio di Michelle prima di lasciare la Casa Bianca: “Me so fregato gli asciugamani”) ma la sua più originale creazione rimane questo personaggio di santone, la cui caricatura, di sua invenzione, è diventata così popolare che Bompiani, editrice di un vero libro di frasi di Osho, in copertina ha dovuto aggiungere “quello vero”. Si tratta davvero di un nuovo genere, l’ umorismo ai tempi dei social?


“Beh, certo Facebook è un palcoscenico importante, senza avrei dovuto affittare un teatro per raggiungere le stesse persone che hanno reso popolari le mie frasi di Osho. E non sarebbe bastato. Diciamo, così, che il personaggio si è prestato, inconsapevolmente, con particolare successo a questo tipo di operazione”

 

le più belle fraasi di osho intervista

 


Cos’ è, secondo te, che fa davvero ridere nelle vignette di Osho?

Il fatto di riconoscersi immediatamente in determinate espressioni. Alcune sono situazioni di vita quotidiana, altre reminiscenze dell’ infanzia. L’ umorismo nasce proprio dal contrasto tra il contenuto di ciò che viene detto e la natura del personaggio che naturalmente non avrebbe mai detto quella cosa lì, ma gliela faccio dire io. E in ogni caso la scelta della mimica facciale che compare nella foto, rispetto al contenuto della battuta, è abbastanza decisiva perchè scatti la risata

 


Però, come hai avuto modo di sottolineare tu altrove, le tue parodie sono anche un modo di essere singolarmente fedele al pensiero di Osho il quale da qualche parte dice che se noi diventiamo ‘uno scherzo’ ciò è una benedizione per l’ umanità


Esatto. Non credo di esagerare, in questo senso, se dico che per certi versi ho fatto, per così dire, centro visto che il principio che hai citato è uno dei capisaldi del suo pensiero. Io credo davvero che al di là del contesto improbabile della vignetta in cui le battute sono inserite, il pensiero che esprimono sia in realtà un rafforzamento della filosofia di Osho, e non semplicemente un modo per ridicolizzarlo. Osho sottolinea spesso che nessun vero maestro deve trasmettere dogmi o insegnamenti incontestabili. La mia vignetta in cui gli faccio dire: “Ma fa un po' come cazzo te pare”, non è una traduzione molto semplice e divertente di questa idea?

 


L’ altro elemento decisivo dello humour di Osho è l’ uso del romanesco: che nelle tue vignette sembra una lingua franca, popolare, empatica, il contrario del pregiudizio di egemonia e cinismo che grava su di lui da decenni


È un elemento determinante.. Ho avuto più volte la prova che queste vignette, con un altro dialetto, non avrebbero avuto lo stesso impatto. Credo che questo succeda anche perché l’ espressione di Osho, trasfigurata dalla battuta, diventa straordinariamente affine a quell’ aria scanzonata tipica del sornione romano seduto al tavolino di un bar o fermo all’ angolo di una strada a parlare con un amico o un familiare

 

le più belle frasi di osho intervista

 


Come è nata questa cosa? Hai iniziato a ridere da solo alle tue vignette?


In effetti è successo un po' così: in alcune ho iniziato a ridere per primo io. E magari non sono neanche state quelle più fortunate con il pubblico

 


Per esempio?


Per esempio: “Mettimela qui che vojo fa na rovesciata” con Osho che con la mano indica un punto generico a mezz’ altezza. È un ricordo di infanzia credo piuttosto tipico. Stai in acqua, al mare, con un amico e gli chiedi di riuscire a lanciarti la palla in modo tale che ti puoi tuffare all’ indietro, di schiena, e riuscire a calciarla per fare la rovesciata. Facevi mille tuffi e riuscivi soltanto a sfiorarla.

 


Ci sono anche quelle più vicine all’ adolescenza, al periodo scolastico


“Prendo solo il diario tanto il primo giorno non se fa niente” oppure, con Osho sotto le coperte “Altri 5 minuti e poi m’ arzo”

 


C’è una frase di Marinetti che citi spesso: Vorrei morire il giorno in cui dovrò rinunciare alle mie adorate fanciullezze. Sei un appassionato del futurismo di cui Marinetti è stato il fondatore?


Il futurismo è la mia linea guida, anche nell’ agire quotidiano

 

Ed è vero che stai meditando di portare Osho a teatro?


Il mio sogno, in realtà, è scrivere, fare il battutista e il dialoghista, non so se sono in grado di reggere un palco. Però potrebbe darsi invece che per il mio Osho possa esserci nel futuro qualcosa del genere

Mario Sesti

di Mario SestiCritico e Festival Curator