Inchieste

Ginevra e la “Sedia Rotta” appena restaurata. Mine e mutilati

Un morto ogni 4 ore, solo, l’anno scorso

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Potete decidere di considerarla come punto di partenza o come meta finale della vostra passeggiata, ma se avete progettato di fare due passi nei dintorni del Palazzo delle Nazioni a Ginevra, grandiosa sede delle Nazioni Unite, lasciandovi colpire dalla sfilata delle bandiere di tutto il mondo o dall’evocativo attraversamento di Avenue de la Paix, prima o poi dovete fare i conti anche con la “sedia rotta”.
No, non è una panchina che non vede uno straccio di manutenzione da decenni: siamo in Svizzera, mica in qualche grande città italiana! Anzi, la sedia è stata recentemente restaurata e rimessa al suo posto, qualcuno dice dopo non poche resistenze politiche, con le sue tre sole gambe ben in vista.
Broken Chair, Sedia Rotta, è una scultura in legno alta 12 metri, opera dell’artista svizzero Daniel Berset, realizzata nel 1997 in occasione di una delle più grandi campagne contro le mine antiuomo che ogni anno uccidono o mutilano un numero impressionante di persone; solo nel 2017 si sono registrati 7200 morti di cui 2452 bambini, più di 6 al giorno, uno ogni 4 ore.


La forza di questo monumento all’umanità ferita trova nella sua collocazione di fronte alla sede delle Nazioni Unite un amplificatore di senso potentissimo. Basta mettersi a metà strada, proprio in mezzo al viale delle bandiere e voltare la testa più volte, tentando di tenere insieme palazzo e sedia. Essi, infatti, vanno visti e compresi insieme.
Abbiamo bisogno di una denuncia continua, forte, coraggiosa; al contempo dobbiamo trovare un palazzo, una casa, una stanza dove poterci ancora una volta sedere assieme e osare le vie della pace. Abbiamo bisogno che qualcuno, ogni tanto, ci provochi allo sdegno e all’indignazione, ci svegli da un certo torpore cui la routine quotidiana talvolta ci condanna; al contempo non possiamo però fare a meno di ricordare che la pace chiede di essere costruita da tutti, giorno dopo giorno, incontro dopo incontro.


In una parola: abbiamo bisogno della Sedia Rotta e del Palazzo delle Nazioni, di un desiderio immenso di pace e di una concretezza micidiale, senza la quale tutto si ridurrebbe a vane parole. Per questo mi piace che tra il monumento e il palazzo siano esposte tutte le bandiere: si abita come popoli il mondo e la storia così, tra idealità e concretezza, con lo sguardo ampio quanto l’orizzonte e i piedi per terra.


Per questo, se un giorno potessi avanzare una proposta al Segretario Generale dell’ONU, gli chiederei di rompere una gamba a tutte le sedie, poltrone e sgabelli che arredano le infinite stanze delle Nazioni Unite. Chi si siede su quelle sedie deve sempre ricordare l’umanità ferita e sofferente, deve sempre aver ben presente la condizione fragile e incerta di chi non ha più equilibrio alcuno a causa della follia umana. Politici, esperti, diplomatici, nessuno deve mai dimenticare per chi lavora davvero, per chi vale la pena spendere giorni e parole.
La prossima volta che andate a Ginevra dedicate qualche minuto a stare in mezzo allo sventolio delle bandiere al vento, tra un palazzo importante e una sedia rotta. Potrebbe anche accadere che, al ritorno a casa, vi venga voglia di segare via una gamba a tutte le sedie della vostra sala; per non dimenticare…

Andrea Ciucci

di Andrea CiucciEsperto di cultura, educazione e gastronomia