Inchieste

In auto senza conducente. Viaggiare in automatico ed in sicurezza?

E’ dal 1939 che ci provano. I primi taxi robot sono previsti nel 2017. Tesla è stata la prima a lanciare “lo sterzo automatico”, ma l’incidente di un suo veicolo, schiantato, ha evidenziato tutti i problemi

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Viaggiare in auto senza muovere un dito, guidati da un pilota automatico, come succede con gli aerei. E’ stata sempre l’ambizione di molte case automobilistiche. Sono anni che ci provano. Prototipi e progetti futuristici sono gelosamente custoditi e avvolti nel mistero. Ma qualcosa comincia a trapelare. E già si parla della prossima scommessa sul futuro. O di battaglia del secolo, considerato che sono molti i marchi alle prese con una sfida che parte da lontano.
E precisamente dal 1939, quando all’Esposizione universale di New York la General Motors presento’ quella che fu considerata all’epoca solo un’idea, un’auto radiocomandata, capace di circolare senza conducente su un sistema stradale ultramoderno. Un’idea vincente, secondo i dirigenti dell’epoca. Al punto che circa vent’anni dopo la GM realizzò il primo veicolo di prova senza guidatore. Si chiamava Firebird, ed era stato concepito come mezzo per connettersi a un percorso fatto di cavi elettrici. Insomma, un’automobile tipo tram, che avrebbe comunicato con altri mezzi simili i tempi del tragitto, le distanze, la velocità.
Di tempo ne è passato, ma l’idea di costruire un’auto senza conducente è rimasta. Anzi, alcuni progetti potrebbero concretizzarsi nel giro di poco tempo. Facilitati dallo sviluppo tecnologico, e dall’esigenza di rendere più sicure le strade. Non si tratta di ridurre il costo del personale sui mezzi pubblici, o di fare business con questo tipo di auto. Anzi, i sondaggi degli ultimi anni hanno registrato una certa diffidenza da parte degli automobilisti. Quella dei veicoli senza conducente, in realtà, è una sfida che si inserisce in un panorama più vasto, quello della robotica e dell’automatizzazione dei servizi. Ne abbiamo già parlato su questi sito: i robot svolgeranno un ruolo di primo piano nel prossimo futuro. E non passerà troppo tempo. Grazie allo sviluppo tecnologico, dunque, anche i costruttori di automobili vogliono fare la loro parte. E non solo le aziende automobilistiche, visto che ad impegnarsi in questi progetti ci sono colossi come Google e Apple.

 

 

 


Ma a che punto sono prototipi e sperimentazioni? Applelavora da tempo al progetto Titan. Non sono mancate le difficoltà. Non tanto per il software, che in linea di massima è pronto, quanto invece per la capacità di costruire i veicoli. Stavolta non si tratta di computer o di telefonini. Il mondo delle quattroruote è complicato di suo. E i leader del settore non hanno nessuna intenzione di essere scavalcati dai big dell’informatica. Bit e algoritmi, in effetti, sono già entrati a far parte dell’industria automobilistica. Le auto di ultima generazione offrono già una tecnologia sofisticata e accattivante. Dunque Apple potrebbe rivedere i suoi programmi, sviluppare il progetto e metterlo a disposizione delle case automobilistiche.
Google, invece, ha lanciato la sua auto senza conducente nel 2009, e le sue macchine hanno già percorso, in gran segreto, ma nemmeno troppo, quasi tre milioni di chilometri. L’azienda ha rivelato che tra le caratteristiche delle sue automobili vi sono radar, telecamere, sistemi di individuazione di ostacoli e distanze, sensori, monitor tridimensionali. Ovviamente, queste auto possono collegarsi con la Rete e grazie a Google ottenere ogni tipo di informazione.

Anche Uber è impegnata per la realizzazione di taxi a guida autonoma. Ci sta lavorando con Volvo. Ma soprattutto intende realizzare un progetto di mappatura globale per rendere più semplice la guida autonoma. Il concorrente più agguerrito, in questo senso, è proprio General Motors, che ha investito 500 milioni nella startup Lyft: i primi taxi robot sono previsti nel 2017. Tesla, invece, è stata la prima a lanciare un programma per lo sterzo automatico. Ma l’incidente di un suo veicolo, che si è schiantato contro un camion, ha evidenziato tutti i problemi legati alla guida senza conducente.

 

 


Gli ostacoli sulla strada dell’automatizzazione dei veicoli, tanto per usare termini appropriati, sono molteplici. Ne sono consapevoli le aziende, impegnate da tempo su questo tipo di mobilità. E’ per questo che Bmw, Mercedes, Toyota, Nissan, Delphi e molte altre intendono procedere per gradi. Puntando prima sulla guida monitorata, che necessita in ogni caso di una parziale attenzione del guidatore, facilitato da una serie di funzioni, come la frenata automatica, il volante assistito o l’accelerazione, ma chiamato all’occorrenza a riprendere il controllo della vettura.
Poi sarà la volta delle auto completamente autonome, in grado di gestire tutto quello che serve per il viaggio, capaci di controllare il veicolo in ogni situazione, giorno o notte, e in qualsiasi condizione atmosferica. Ovviamente tutto dovrà essere legato alle norme e alla possibilità di poter circolare con questo tipo di mezzi . Gli interrogativi non sono pochi. Basti pensare alle questioni assicurative, in caso di incidenti.
Tornando ai tempi di realizzazione, gli esperti scommettono che nel giro di una ventina di anni verranno prodotti 21 milioni di veicoli robot. E il settore che per primo utilizzerà questa nuova tecnologia sarà quello dei trasporti.

Antonio Pascotto

di Antonio PascottoGiornalista Caporedattore All news Mediaset, Tgcom 24.