Inchieste

L’India “schiaffeggia” l’Italia. Dopo i marò ridicolizzati anche sul turismo

Visti online concessi a 43 nazioni con l’obiettivo di incrementare il turismo. L'Italia esclusa dalla lista: rapporti diplomatici a rischio.

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Con l'intenzione di aprirsi al turismo, sempre più emergente, il governo indiano ha deciso di concedere visti all’arrivo a 43 paesi, che ancora non ne avevano diritto.

E decisamente un passo avanti molto importante da parte di una nazione definita ancora troppo chiusa e conservatrice, che si pone come obiettivo un incremento del turismo volta soprattutto a far conoscere l' immenso patrimonio culturale che questo paese ha da offrire.

Tra i fortunati a beneficiare di questa novità, ci sono anche gli Stati Uniti, l' Australia, la Giordania, Israele, la Germania, il Giappone, Singapore, la Russia, il Brasile, la Cambogia, l' Oman e la Norvegia.

L' intento è inoltre quello di creare forza lavoro specializzata per un turismo con finalità mediche, puro relax o per chi ama l’avventura e ha deciso di sperimentarla in India.

E stato implementato l' ETA (Electronic Travel Authority), ossia il sito ufficiale che aiuta il turista, che intende recarsi in India, nella compilazione di un modulo che gli permetterà di richiedere il visto online, riceverne l’autorizzazione entro 3/5 giorni via e-mail e procedere al pagamento dello stesso sempre online. Una volta arrivati nel Paese delle spezie e della seta si dovrà semplicemente mostrare l' autorizzazione stampata alle autorità per l'immigrazione. E l’ideale per chi ha intenzione di visitare il paese per un breve periodo, avendo una validità massima di 30 giorni, valida dal momento dell'arrivo in loco.

 



Il sogno indiano aiuterà ad incrementare il turismo e l'economia ne risentirà positivamente soprattutto dopo il caso di stupro di gruppo a Nuova Delhi del dicembre 2012 che ha causato la morte di una studentessa di 23 anni con la sentenza di pena di morte per i quattro stupratori-assassini. L’accaduto non ha di certo messo in buona luce il Paese, facendo desistere molti turisti dallo scegliere l’India come destinazione delle proprie vacanze. Ancora oggi l’ondata di stupri che proseguono in tutto il paese e che sembra non cessare, di certo non mette al sicuro i turisti, prerogativa primaria ed essenziale quando si viaggia alla scoperta di una cultura diversa dalla propria. Questo provvedimento cerca anche di presentarsi all'estero come un paese più aperto e sicuro, pronto ad attuare norme più severe e di controllo. Secondo una stima del 2013 i cinque stati più visitati dell' India sono stati Maharashtra, Tamil Nadu, Delhi, Uttar Pradesh e Rajasthan e, con questo provvedimento, si spera di incrementare l' afflusso di turisti anche in altri stati. E un grosso passo avanti, che dimostra l’apertura di affacciarsi al mondo facendo sentire la voglia di farsi conoscere e interfacciarsi con altre culture. Tale provvedimento non interessa ancora Paesi a rischio, ancora considerati una minaccia per il Paese, che sono l’Iraq, la Somalia, il Sudan, la Nigeria ed i paesi SAARC (the South Asian Association of Regional Cooperation: l’Associazione sud-asiatica per la cooperazione regionale costituita da 8 paesi dell’Asia meridionale, tra cui il Pakistan, l' Afghanistan e lo Sri Lanka), paradossalmente tra i paesi “bloccati” c’è anche l’ Italia.

I primi riscontri si hanno con una recente stima che ha registrato nell’aeroporto di Goa, Dabolim, la concessione di 357 visti: i turisti russi, ucraini, tedeschi, giordani e statunitensi sono stati i primi a beneficiarne dopo nemmeno dieci giorni dalla messa in vigore del nuovo emendamento, attivo dallo scorso 27 Novembre, (a Goa attivo solamente dal 4 dicembre). Presto si avrà un ulteriore dato, dovuto alle festività natalizie, proprio da Goa, meta molto amata dai turisti per le sue spiagge e l’atmosfera rilassante ricercata soprattutto da chi cerca di un lido esotico dove trascorrere in serenità le vacanze. Qui ci si aspetta un incremento del 3% .

L'Italia non rientra tra questi paesi, si “spera” di essere nei prossimi, magari proprio nel 2015. Purtroppo i rapporti diplomatici tra l’Italia e l’India hanno subito un duro colpo, che si può definire instabile per via del caso dei Marò, i due marinai del Reggimento San Marco, che rischiano l'ergastolo con l’ accusa di omicidio di pescatori indiani in acque internazionali, purtroppo i due italiani sono bloccati in India da anni, e ancora non ci sono risvolti, ne risposte ne processi. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dichiarato nei giorni scorsi che l’ ambasciatore indiano ha mentito spudoratamente quando, 2 anni orsono, disse che questo “episodio” si sarebbe chiuso in tempi strettissimi. Quindi se attendiamo da anni una risposta dall’ India, anche dopo molti interventi del Governo e del Presidente della repubblica, figuriamoci il visto all’arrivo per i nostri connazionali che non è stato ancora concesso. Ad essere preoccupate ovviamente sono le aziende italiane in India, circa 500 che non vorrebbero mai che si verificasse una rottura dei rapporti diplomatici tra Italia ed India, ma fiduciose nei benefici che i due stati hanno e avranno da una stretta collaborazione, come registra l’I.C.E. (L’Istituto Nazionale per il commercio estero), più conosciuto in inglese come The Italian Trade Agency. Il PIL (il cosiddetto Prodotto Interno Lordo tradotto in inglese come GDP, ossia Gross Domestic Product) è rappresentato dal 7% dal turismo e, con questo nuovo provvedimento, ci si aspetta che la percentuale possa salire al 14 %.

 



L’India ha voglia di uscire allo scoperto e di aprirsi al mondo ma il cammino è ancora lungo. Per adesso si tirano le somme dei primi giorni all' attivo del visto e si auspica di essere presto inclusi tra questi paesi, sicuri di una collaborazione che potrebbe essere solo più fruttuosa, sotto ogni punto di vista: economico, culturale e politico. Bisogna considerare inoltre che India ed Italia hanno moltissimi lati in comune, a partire dal patrimonio artistico e culturale millenario che si tramanda nei secoli. Speriamo quindi che si possa instaurare una seria collaborazione tra i due Paesi senza ulteriori rinvii.

Valentina Della Rocca

di Valentina Della RoccaEgittologa ed Arabista