Spettacolo

Cyber atleti: una nuova razza di sportivi

Balotelli, Ronaldo e Totti presto a casa, le sfide del futuro sono fatte di pixel.

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Ogni atleta è definito oltre che dal suo carattere e dalle sue caratteristiche fisiche, soprattutto dallo sport che pratica. Visto che i cyber atleti non sono una sorta di terminator vi racconto qual è lo sport che praticano: i videogiochi competitivi.
I cosiddetti esport, o videogame competitivi nascono in America (che strano) alla Atari che organizzò nel 1980 un torneo di Space Invaders che attirò oltre 10.000 partecipanti.
Ma è solo alla fine degli anni 90, con l'introduzione di grandi competizioni sponsorizzate, trasmesse anche su canali televisivi che si assiste alla vera e propria esplosione del fenomeno.
In pratica quando ci riferiamo ai Videogiochi competitivi, parliamo dell’evoluzione del gioco da uomo vs macchina a uomo vs uomo. Questa tipo di competizione, grazie ad internet, ha raggiunto cifre incredibili e ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo si sfidano sul web a colpi di mouse, tastiere e gamepad (non chiamateli joystick!).

Un cyber atleta quindi è una persona che gioca professionalmente ad un videogioco, che partecipa a tornei online o in competizioni live (LAN)

Ci sono varie categorie di videogiochi competitivi:

 

Gli FPS gli sparatutto in prima persona, in cui ogni giocatore controlla un solo personaggio in visione soggettiva. Il gioco si trasforma in modalità multiplayer: gli FPS competitivi prevedono la costituzione di una squadra (Team) che si confronta contro un’altra squadra costituita dallo stesso numero di giocatori. Le simulazioni sportive: calcio, giochi di corse automobilistiche.

 

Gli RTS (Real Time Strategy). Sono quei giochi in cui più giocatori, partendo da situazioni iniziali uguali, producono e controllano diverse unità, ognuna con proprie caratteristiche, con lo scopo di scovare l’avversario all’interno della mappa ed eliminarlo. La strategia del giocatore deve controllare intere masse di eserciti, e non singole unità, e la tattica da adottare cambia a seconda delle diverse variabili che si presentano durante lo scontro di gioco.

 

Gli MMORPG (Massive Multiplayer Online Role Playing Game) dove gruppi di 2 o più persone si scontrano in vari scenari.

 

Gli ACTION, ovvero quei giochi che riproducono combattimenti di lotta di vario genere, altrimenti detti “picchiaduro”. Ogni gioco ha personaggi, modalità di combattimento ma soprattutto mosse diverse che devono essere attivate con una combinazione di tasti (COMBO). Sono fondamentali in questi giochi la velocità di reazione ed i riflessi del giocatore, oltre alla conoscenza di tutte le variabili di gioco.

 

I MOBA (Multiplayer Battle Online Arena si riferisce a quel genere di giochi, nato con Defense of the Ancients (per gli amici DotA), mappa custom per Warcraft 3: Reign of Chaos, nel quale due squadre composte da un certo numero di personaggi ciascuna si scontrano con l’obiettivo di distruggere la struttura principale in possesso della squadra rivale.

 

 

E’ nel 1997 che un americano, Angel Munoz, crea la prima lega al mondo rivolto all’E-Sport, la Cyberathlete Professional League, inizialmente indirizzata ai giocatori di Quake (un fps) ma che, col tempo, si sarebbe allargata anche ad altri titoli. Proprio grazie alla CPL ed a Quake, emerge a livello mondiale la figura di Johnathan "Fatal1ty" Wendel, un ragazzetto americano che, grazie alla sua passione riesce a diventare il primo vero pro-gamer (giocatore professionista).
Ma la CPL era ed è un evento che si svolge in una LAN, e quindi per i primi tempi era riservata a pochi appassionati fortunati.
E’ grazie ad internet che sono nate le prime grandi competizioni di E-Sport, con league online, tra cui ClanBase ed Electronic Sports League le più famose, ovvero dei veri e propri siti di tornei, dove chiunque può iscriversi e sfidare altre persone, tutto comodamente da casa propria. E’ innegabile che le league online abbiano avuto un ruolo strategico, soprattutto quando, con la crescita del movimento, si è riusciti a catturare l’attenzione di sponsor importanti, che hanno permesso la creazione di tornei online con montepremi in denaro, come la EuroCup di ClanBase o le Pro Series di ESL.
Uno dei più importanti è il format creato da alcuni Coreani nel 2000, i World Cyber Games, ribattezzato subito le “Olimpiadi dei videogame” perché, proprio come le Olimpiadi tradizionali, mette di fronte i migliori atleti, provenienti da ogni parte del mondo. Il torneo, dopo le prime edizioni disputate in Corea del Sud, diventa un vero e proprio evento mediatico, che attira l’interesse non più soltanto degli appassionati, soprattutto per le ingenti somme di denaro messe in palio: partiti con “soli” 20.000$ di montepremi, i WCG negli anni sono cresciuti moltissimo, sino ad arrivare, nell’edizione di quest’anno, ad avere oltre 700 atleti in gara e un montepremi di circa 500.000$.
La Electronic Sports World Cup, nata in Francia nel 2003, è la risposta europea ai WCG, dai quali eredita la formula ma si differenzia, forse, per una maggiore attenzione alle esigenze degli atleti piuttosto che dello spettacolo mediatico. Dopo 5 edizioni, le cui finali sono state disputate a Parigi (Futurscope, Louvre, Bercy, Paris Expo) per la prima volta del 2008, grazie alla partecipazione degli Sponsor, le fasi finali saranno disputate a San Francisco, California.

 


Seguendo l’esempio di questi molti altri tornei sono nati negli anni, vale la pena citare le Championship Gaming Series, format creato nel 2007 con la collaborazione di una emittente TV americana che ha rivoluzionato ancora la concezione di E-Sport, creando una league del tutto simile a quelle dei maggiori sport americani e mettendo in palio cifre da capogiro con stipendi mensili per gli atleti in gioco.
L’eSport, insomma, è un fenomeno in rapida crescita, capace, in pochi anni, di sapersi ritagliare una dimensione importante a livello globale.

Come spesso succede di questi tempi, la crescita del fenomeno è esponenziale e l’ultimo evento di rilevanza mondiale (la fase finale del MOBA League Of Legends) con un montepremi di un milione di dollari viene seguito da 35 milioni di persone online e live dalle quindicimila persone presenti allo Staples Center di Los Angeles.

Se ancora non siete convinti che gli sport elettronici non siano una cosa seria, pensate che gli Stati Uniti rilasciano una VISA (un visto che consente di rimanere nel paese più a lungo di un comune turista) ai videogiocatori professionisti e che uno di questi, nemmeno il più famoso, l’anno scorso fra sponsor e tornei ha guadagnato seicento mila euro.

 

Se siete forti a Ruzzle, o se vostro figlio vi sfonda l’iPhone giocando a Candy Crush forse potreste aver trovato il modo di pagare il mutuo.

Michele Bertocchi

di Michele Bertocchiautore e community manager RAI / Eurogamer / Megatube