Spettacolo

Dipendenza digitale, la nuova tecnologia ci rende stupidi.

Sindrome di Hikikomori e selfie, turbe mentali e realtà parallele.

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Si può essere dipendenti da Internet? Certo. Senza PC, smartphone, tablet e altre diavolerie digitali oggi ci sentiamo perduti. eppure noi nativi analogici abbiano vissuto in un mondo dove, ad esempio, per fare una telefonata urgente, dovevamo restare in coda davanti a una cabina telefonica, muniti di gettoni, in attesa del nostro turno.

E che dire delle mail. Per le comunicazioni con informazioni dettagliate era necessario scrivere un documento e spedirlo al destinatario dal più vicino ufficio postale. Poi è arrivato il fax a facilitare le cose. Ma con le mail elettroniche è tutta un'altra storia. Altri tempi, direte voi. Certo.

Eppure l'uso intensivo degli strumenti tecnologici è diventato tema di discussione tra articoli, rubriche e saggi che invitano a riscoprire un mondo oggi sconosciuto ai nativi digitali. La nuova tecnologia ci rende stupidi, scrive Manfred Spitzer, uno dei più rinomati studiosi tedeschi delle neuroscienze. I media digitali stanno mandando il nostro cervello all'ammasso. E’ veramente quello che desideriamo per il futuro dei nostri figli?

 



Insomma, Internet non salverà il mondo. Anzi. Lo pensa anche Evgeny Morozov, noto politologo, sociologo e studioso di media bielorusso. L'illusione che tutto possa essere corretto e sanato attraverso l'uso della rete sarebbe, per Morozov, una mera illusione. Il sociologo, autore di numerosi libri sugli effetti di Internet, non rifiuta a priori l'universo digitale, ma sottolinea la necessità, considerata addirittura drammatica, di approfondire la discussione per recuperare i valori propri di un'umanità difettosa che non può essere recuperata digitalmente.

Occhio anche ai motori di ricerca. il più famoso, Google, starebbe trasformando il mondo digitale da uno spazio libero e democratico a una bolla limitata dai calcoli degli algoritmi. Lo scrive Nicholas Carr, autore di Google ci rende stupidi? in pratica, invece di aiutarci a interagire con l'ambiente che ci sta intorno, il più famoso motore di ricerca ci costringe ad allontanarci dal mondo in cui viviamo per concentrarci sullo schermo e restituirci una immagine di noi stessi trasformata dai calcoli matematici. Pura filosofia o realtà?

E se il web ridefinisce le nostre personalità, che dire dei videogiochi? In questo caso quelli più a rischio sono i giovani. Ma il problema non riguarderebbe solo gli adolescenti. In generale sotto accusa è quella che viene definita video-dipendenza da web, che riguarda in particolare gli studenti tra gli 11 e i 16 anni. 240mila giovanissimi passano in media più di tre ore al giorno davanti al computer, sottoponendosi a rischi di vario genere. Tra i disturbi evidenziati dai medici quello della sindrome di Hikikomori. Si tratta di una sorta di isolamento sociale che porta a vivere in simbiosi con il video creando una realtà parallela che cancella ogni tipo di contatto sociale. Esagerazioni? gli psichiatri denunciano pure altri disturbi. Prendiamo la mania degli autoscatti, i selfie. Si tratta, dicono gli esperti, di una turba mentale, di un meccanismo che ci rende schiavi di social network e cellulari. Si chiama per l'esattezza FOMO, ovvero fear of missing out, la paura di essere emarginati. I malati, in questo caso, sono tanti. tutti colpiti da un desiderio ossessivo di scattare fotografie di se stessi per poi pubblicarle online e colmare una serie di lacune che vanno dalla mancanza di autostima al pericolo di emarginazione. Gli effetti, a volte, sono drammatici, come nel caso della tragedia del North Carolina, dove una donna si è fotografata al volante mentre guidava la propria auto, andandosi poi a schiantare contro un camion.

Catturare l'attenzione, dunque, per paura di essere tagliati fuori dal mondo. Una dipendenza, che ci ruba anche svariate ore al giorno, facendoci perdere una serie di attività. Una ricerca americana quantifica in due ore quotidiane il tempo perso a causa di internet. un tempo destinato, dicono gli autori dello studio, ad aumentare nel giro di pochi anni. Chi è malato di Internet, già oggi, si connette più di 8 ore al giorno. Tra gli effetti: cambiamento di peso, sindrome del tunnel carpale, nervosismo, sensazione di astinenza. C'è chi cerca di uscirne ma non ci riesce. In Italia oltre il 17 per cento dei giovani dipendenti dal web ha tentato di ridurre l'utilizzo ma non ci è riuscito. chi ha avuto maggiore fortuna, invece, sostiene di aver riscoperto tante cose che, piano piano, avevamo dimenticato.

Antonio Pascotto

di Antonio PascottoGiornalista Caporedattore All news Mediaset, Tgcom 24.