Spettacolo

La realtà virtuale diventa reale

Il Web ci insegue dappertutto, ci informa in tempo reale, appunto. Ma la realtà ora ci confonde con la fantasia, e la cosa rischia pure di confonderci le idee.

di |

Quando realtà virtuale e realtà reale si confondono. Non bastava essere sempre connessi. Perché di fatto con i nostri telefonini siamo sempre in Rete. Il Web ci insegue dappertutto, ci informa in tempo reale, appunto. Ma la realtà ora ci confonde con la fantasia, e la cosa rischia pure di confonderci le idee. Perché quei mondi paralleli di cui abbiamo spesso sentito dire nei romanzi o nei film di fantascienza oggi sono una realtà. Cioè, sono fantasia. Ma è una fantasia molto vicina alla realtà. Insomma, cerchiamo di fare il punto, e veniamo al dunque, prima di fare troppa confusione.
Da qualche tempo ci sono degli oggetti futuristici che consentono a ognuno di noi di entrare nel magico mondo della realtà virtuale. Si tratta di visori collegati con Internet, ma sarebbe riduttivo semplificare la loro descrizione come quella che si potrebbe fare per un tablet o un altro device digitale. Intanto si parla di realtà aumentata, quella cioè che amplifica la realtà che ci circonda. Ad esempio, se ci troviamo in strada, a passeggio, magari guardando le vetrine dei negozi, l’oggetto in questione si adopera per facilitare i nostri gusti indirizzandoci verso la vetrina o il negozio giusto, facendoci vedere il vestito che più si addice ai nostri gusti addirittura indossato da noi stessi senza nemmeno entrare nel negozio. Si apre davanti ai nostri occhi uno specchio virtuale che ci presenta la nostra immagine con quel vestito, e se ci piace, poi, in un secondo momento, entriamo nel negozio e lo acquistiamo. Oppure, se avvertiamo l’esigenza di parlare in tempi brevi con la nostra compagna o con i nostri amici, ecco che davanti ai nostri occhi quelle persone si materializzano e parlano con noi. Proprio come se si trovassero lì in quel momento. Le vediamo accanto, da vicino, passeggiamo con loro, dialoghiamo. Insomma, una rivoluzione.


Da tempo i colossi dell’informatica investono risorse e capitali su questo tipo di tecnologia, e oggi i frutti cominciano a farsi…vedere. E se uno come Mark Zuckerberg, capo di Facebook, sostiene che la realtà virtuale sarà in futuro la più grande piattaforma social al mondo, c’è da giurare che sarà proprio così. Intanto il giovanotto ha presentato il suo Oculus, acquistato qualche mese fa per due miliardi di dollari e sviluppato con una multinazionale coreana. E’ un visore che si inforca quasi come un paio di occhiali davanti agli occhi, e presenta un display, nemmeno a dirlo, ad alta definizione. Venti sensori, combinati con una telecamera, rilevano gli spostamenti in tutte le direzioni, consentendo alla persona di muoversi nel proprio ambiente reale sovrapponendo a quello che vedrebbe anche senza visore le immagini che arrivano da una piattaforma digitale. Inizialmente utilizzato per i videogiochi, oggi il visore è più sofisticato, pronto ad un uso più vasto. I costi non sono bassi: per la versione commerciale, ambita dagli appassionati di videogiochi, occorre spendere 699 dollari. E non è poco. Ma in breve tempo, appena la novità di questo teletrasporto avrà conquistato un mercato abbastanza ampio, i costi caleranno .E i dispositivi saranno ancora più sofisticati.

 


Non tutti sono sicuri sul successo della realtà virtuale. In particolare i più scettici si basano sulle vendite dei celebri Google Glass, che non hanno ottenuto le vendite sperate. Ma si tratta di un prodotto oramai superato che lascerà il posto a Project Tango, sempre realizzato da Google. Il prototipo è entusiasmante: alla realtà vera vengono sovrapposte immagini virtuali costruite in digitale attraverso il calcolo dello spazio che circonda l’utente e ad una serie di algoritmi capaci di assemblare il tutto fino a rendere la visione perfetta, come se tutto quello che si vede fosse vero. Un ambiente a 360 gradi che soddisfa ogni tipo di esigenza. Si può può giocare con persone che si trovano dall’altra parte del pianeta come se fossero accanto a noi, o scambiare opinioni, o visitare luoghi d’arte e località turistiche senza muoversi dal posto in cui ci si trova. Tutto molto bello e affascinante.

E grazie alla rete mobile di prossima generazione, il 5G, che vedrà la luce nel 2020, sarà possibile guidare un auto a migliaia di chilometri di distanza, oppure cucinare per gli amici che si trovano all’estero, o ancora effettuare un intervento chirurgico a distanza. Il teletrasporto è una realtà. Virtuale o reale? Sembra una battuta ma in effetti la risposta non è così semplice. La linea che divide le due realtà è sempre più sottile. La dimensione spazio-temporale alimenta quella interattività alla base della meno recente tecnologia, che già ha prodotto profondi cambiamenti.

 


I colossi hi-tech stanno investendo molto in questo settore. Tra i tanti apparecchi c’è Vive, realizzato da HTC, presentato al Mobile World Congress di Barcellona. Costa 799 euro, e si avvale di un Pc dalle alte prestazioni, dotato di una scheda grafica molto veloce. In dotazione offre anche un paio di cuffie che rendono più gradevoli le fonti sonore dell’ambiente che circonda una persona e quelle che arrivano dalla realtà virtuale. Il successo di Vive, dicono i più esperti, parte innanzitutto dal nome, che calza a pennello. Ma è la sua tecnologia a sbalordire, capace di proiettare la persona in mondi virtuali fino ad oggi inesplorati. Il suo utilizzo è per i videogiochi, ma in futuro potrà essere sfruttato anche per altre applicazioni.


Insomma, il 2016 sarà l’anno della realtà virtuale. Tuttavia appare ancora strano immaginare gli esseri umani con questi visori, ancora piuttosto ingombranti, circolare per le strade del mondo quasi come degli alieni o dei robot. Sembra una scena da film di fantascienza. E in effetti lo è. Ma i film sono il frutto della fantasia. E la realtà virtuale? Pure. E allora? Non confondiamoci le idee, dicevamo.
 

Antonio Pascotto

di Antonio PascottoGiornalista Caporedattore All news Mediaset, Tgcom 24.