Spettacolo

Elogio di Lapo Elkann e del suo “impeccabile stile”

Un uomo che ha tutto e si lascia nel nulla. Protetto, cadrà sempre in piedi

di |

Lapo Elkann sequestroPuò capitare a tutti di ritrovarsi ostaggio della propria stupidità. Solo che, di solito, la tua stupidità non ti chiede un riscatto di 10mila dollari.
A meno che - si intende - tu non sia il giovane rampollo della più importante dinastia di industriali italiani. Perché in questo caso può capitarti anche di chiamare in piena notte la tua famiglia dagli Stati Uniti – dove ti eri recato in “viaggio d’affari” pochi giorni prima - chiedendo aiuto.
Ma può capitare anche che, disgraziatamente, la tua famiglia anziché mandare i soldi, mandi la polizia per scoprire poi che ti sei rapito da solo e che il riscatto serviva a pagarti i festini a base di trans, alcool e cocaina, visto che in pochi giorni di permanenza negli States avevi già sperperato tutto arrivando a costringere l’escort che avevi ingaggiato ad “offrire” la droga. Ammettiamolo, è una situazione imbarazzante.
Perché dunque non simulare un finto rapimento giusto per raggranellare qualche spicciolo e far fronte all’emergenza party?


Così, per un pugno di dollari e per un soffio di polvere fatata, può succedere che finisci in cella lasciando scoppiare uno scandalo che fa crollare a picco le azioni della tua società e sputtana definitivamente un nome a cui già in passato non avevi fatto troppo onore. Già, perché gli ultimi undici anni li avevi passati proprio nel tentativo di far dimenticare quella volta in cui eri finito in coma farmacologico dopo un altro festino con un trans. Uno scandalo che ti era costato il posto nell’azienda di famiglia e aveva trasformato il tuo glorioso nome in un personaggio da barzelletta.


D’altra parte questo è il triste e ridicolo destino di un ragazzo nato con la camicia e a quanto pare determinato a fumarsela tutta.
Nipote di Gianni Agnelli, figlio di Alain Elkann e fratello del presidente della Fiat, Lapo – classe 1977, bello, biondo e un poco bimbominkia – è riuscito a lavorare a fianco di alcune delle più grandi teste del Novecento (a cominciare da Henry Kissinger) riuscendo a non farsi contaminare minimamente dalla loro intelligenza.

 

lapo elkann finto sequestro


In compenso è stato eletto per ben tre volte “L’uomo meglio vestito del mondo” da Vanity Fair, è stato fidanzato quasi esclusivamente con donne dal doppio cognome e si è occupato di brand promotion, gadget, marketing, vintage, sunglasses, skateboard, factory creative, idee in progress, co-branding in partnership, ToyWatch, I-wear, Sparkling volley, Philip de Purcy Auction House, Tailor Made ma soprattutto di party, joint e snorts.
“Ciao a tutti oggi viaggio all’estero” aveva annunciato pochi giorni prima del finto sequestro in un video pubblicato su Instagram in cui appariva in uno splendido e sobrio completino rosso fuoco all’interno di un camerino. “Visiterò molti Paesi - aveva aggiunto in un impeccabile inglese - perché ci sono tanti progetti in divenire, tante nuove idee che presto mostrerò a voi tutti”.


Tanto nuove alla fine non si sono rivelate, quelle idee, visto che i festini con cocaina e transessuali sono da sempre la grande passione e la grande maledizione dell’industriale dal nome da bassotto e dal fiuto per i guai più che per gli affari.
Dileggiato, irriso, esposto al pubblico ludibrio e alla gogna mediatica, Lapo in realtà è solo una vittima sacrificale di una società ipocrita e di un’opinione pubblica forte con i deboli e debole con i forti. Incapace e disinteressata a comprendere il dramma di un povero ricco costretto a vagabondare tra le capitali del mondo in cerca di una striscia di felicità capace di transmettergli una qualche emozione.


Già, è facile per noi giudicare. Ma che ne sappiamo noi che una Ferrari ci emozioniamo anche solo a vederla da vicino, di quello che può aver passato un ragazzo che la sua, per suscitargli un briciolo di interesse, se l’è dovuta far fare su misura per venderla poi ad un’asta benefica?

 

 


Che ne sappiamo, noi, che a quarant’anni ancora siamo precari in cerca di uno stipendio vero, di uno che a 21 si è trovato a dover fare il manager in una delle più grandi multinazionali al mondo?


E’ facile per noi che quando una donna accetta un invito a cena ci sembra di aver vinto i mondiali di calcio, giudicare un poveretto che tutte le donne più belle del pianeta volevano impalmare. Provaci tu, a crescere in mezzo a tutte quelle femmine assatanate, e poi vedi se non ti viene anche a te la voglia di andare a trans.


Ma che ne sappiamo, noi, che se abbiamo una domenica libera la passiamo a pulire il wc, della noia che può provare un signorino a cui le domestiche cambiavano pure le mutande?


E’ facile, troppo facile, per chi a 16 anni è riuscito a farsi regalare il motorino, dileggiare chi ha ricevuto in regalo tutta la Piaggio. Impietoso, per chi si ammazza di lavoro dalla mattina alla sera, giudicare il dramma esistenziale di un ragazzo che non sa cosa inventarsi per riempire la sua vita vuota.


E in fondo è solo la nostra arroganza, la nostra superba intollerabile arroganza, a farci pretendere che se uno nasce ricco, debba nascere per forza anche intelligente.

Arnaldo Casali

di Arnaldo CasaliGiornalista esperto di Spettacolo, Cultura, Religione.