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Il paese "dipinto" all'aperto

Chi conosce le 68 località italiane colorate, dipinte e accessibili a tutti? Arcumeggia è un viaggio d'arte, storia e natura.

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Lo hanno definito in vari modi. La Galleria dell’Affresco, il paese dipinto, il paese del dipinto all’aperto. Tutte definizioni appropriate ma che oggi dopo circa sessanta anni si possono riassumere nel museo dell’arte moderna all’aperto. Stiamo parlando di Arcumeggia, un piccolo borgo delle prealpi varesine situato in una stretta valle, la Valcuvia. Arcumeggia ha storia antica, probabilmente fu fondato dai romani (Arx media) ma sale alle cronache della storia solo di recente. Nucleo rurale di media montagna, considerato luogo di passo e osservatorio per i traffici commerciali e militari verso il Lago Maggiore, con il passare dei secoli ha perso valore strategico e pian piano il paese è stato abbandonato dalla popolazione, anche perché la povera economia locale si reggeva solo sull’agricoltura e la pastorizia, in particolare le capre.


L’abbandono quasi totale del borgo avvenne lo scorso secolo all’inizio degli anni ’50 ed è proprio in questo periodo che nacque l’idea che portò Arcumeggia ad una nuova vita. All’inizio del 1956 l’ente provinciale del turismo Varesino varò una singolare iniziativa per quelle zone, “Pittori in Vacanza”. Ovviamente si guardava alla possibilità di riportare popolazione almeno per il periodo estivo. Ma il programma andò oltre i desiderata. “pittori in Vacanza” all’inizio nacque come mostra permanente di pittura contemporanea, ma subito dopo la proposta si modificò con quella di dipingere le facciate delle case di Arcumeggia, una scelta che fu vincente. L’iniziativa fu accolta con entusiasmo anche nel mondo dell’arte. Questa progenie della Street Art dava infatti la possibilità, non solo di fare arte, ma soprattutto quella di coinvolgere direttamente artisti e popolazione in un progetto di riqualificazione territoriale ed urbana, creando le basi per progetti similari che poi si diffusero su tutto il territorio nazionale. In più è da sottolineare che in qualche modo si riprendevano vecchie tradizioni di affresco, una tecnica che in Italia è stata sempre presente nel corso dei secoli. Molti furono i pittori che chiesero di partecipare all’iniziativa.
I primi scelti furono: Brancaccio, Funi, Menzio, Saetti, Tomea, Usellini, Tomiolo, MorelliMontanari e Ferrazzi.


La Galleria all’aperto dell’affresco fu inaugurata l’8 luglio del 1956. Fu subito dato molto risalto alla vicenda sia sulla stampa nazionale che su quella internazionale. Del resto alcuni degli artisti menzionati avevano già ottenuto riconoscimenti a livello mondiale. Per la parte pittorica pura, gli artisti presenti furono più di 200 e per loro si creò un’apposita galleria espositiva, ancora attiva.
Si capì subito però che l’interesse maggiore era rivolto agli affreschi, e per dare la possibilità di invitarne altri si creò nel 1957 la casa del pittore, una sorta di guest house per artisti, dove si poteva vivere e allo stesso tempo lavorare. In quell’anno arrivarono artisti del calibro di Remo Brindisi, Aligi Sassu, Felice Casorati e Renato Guttuso.
Con il passare degli anni gli interventi si sono moltiplicati: da Treccani a Montanarini, da Monachesi a Dova, da Migneco a Salvini. L’ultimo affresco e’ stato realizzato nel 2001 da Antonio Pedretti un artista che vive sul Lago di Varese e che è diventato famoso in tutto il mondo per le sue opere paesaggistiche e in particolare per la serie di dipinti che ritraevano scorci della foresta amazzonica. Qui ha però realizzato uno scenario alpino.


Arcumeggia è diventata una precisa meta turistica soprattutto negli anni ’70 e ’80 dove, tra l’altro sono arrivate troupe televisive da tutto il mondo e sono stati realizzati anche alcuni film.
Da un punto di vista artistico è un vero e proprio museo dell’arte italiana della seconda metà del ‘900. Descrivere le opere realizzate ad Arcumeggia non è facile, nel senso che è tutto l’insieme che emoziona il visitatore. Questo paesino fatto in gran parte con i ciottoli di montagna, sia le strade che le case, appare nascosto dalla stretta valle che lo ospita e quanto vi si arriva il primo slargo ci consegna subito un’opera e quindi si capisce di essere al cospetto di qualcosa di particolare. L’operazione era, come si è detto, pensata per riportare gente almeno in estate. Ma poi si è capito che anche d’inverno, magari con la neve, Arcumeggia acquista un fascino particolare, per certi versi quasi da fiaba.
E poi il contrasto tra le opere realizzate è del tutto particolare: pensate alla forza dell’affresco realizzato dal siciliano Giuseppe Migneco che descrive e celebra la dignità e la sofferenza dell’emigrante e della sua famiglia a confronto con quello di uno dei padri della spazialismo mondiale, Gianni Dova. Un raro esempio di puro astrattismo che affida tutta la propria forza comunicativa alle forme ottenute con il solo colore. Da non dimenticare che quello di Arcumeggia è l’unico affresco realizzato da Gianni Dova nel corso della sua
Vita. Per non parlare poi dell’opera di Aligi Sassu dedicata al ciclismo, uno sport popolarissimo in quella zona. Tra i ciclisti riprodotti si riconoscono grandi campioni come Coppi, BartaliBinda e Ronchini. Sassu però non trascurò di coinvolgere alcuni abitanti del paese di cui riprodusse le precise fisionomie negli spettatori che assistono alla corsa ritratta ai lati della strada. Dopo un periodo di silenzio, Arcumeggia è stato riscoperto recentemente anche in considerazione del fatto che si e’ avviato un percorso di ristrutturazione di quelle opere che avevano soprattutto perso colore dopo oltre 50 anni. Una riscoperta molto positiva in considerazione del fatto che questo paesino del Varesotto è un punto di partenza per un viaggio ideale alla scoperta dei paesi dipinti. Proprio qui infatti nacque l’associazione dei paesi dipinti, l’Assipad. Questa è un’ ulteriore riscoperta in quanto penso che pochi sappiano che i paesi iscritti all’associazione sono in Italia ben 68 e sono presenti in quindici regioni, dal nord al sud del paese. La più elevata concentrazione è in Lombardia con 14 paesi dipinti. Segue la Sardegna con nove paesi.
Ognuno di questi rappresenta l’Italia di una geografia insolita, offerta al turista stimolato e sensibile, capace di apprezzare il messaggio di cultura che si cela nella voglia di raccontare e mostrare la propria storia.

 

Stefano Sassi

di Stefano SassiGiornalista Capo Redattore Tg2. Laureato in Economia si occupa di turismo, arte moderna e contemporanea, musica latino-americana, economia.