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Trieste: la città del super-eroe di Gabriele Salvatores

Il ragazzo invisibile e la riserva marina dove fare seawatching (osservazione dei fondali)

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Il film di un super eroe, di un bambino tredicenne che si scoprirà invisibile. Non è una storia americana, scritta, diretta e interpretata dagli uomini di Hollywood ma lo “spunto” fantastico di un lungometraggio italiano diretto da un grande maestro come Gabriele Salvatores. Il primo film europeo sul super potere della invisibilità. E proprio per questo l'avventura, nel corso del film, diventa una lenta e graduale crescita psicologica del giovane protagonista. Il bambino deve diventare un uomo, superare la fase fanciullesca e “capire che il potere vero è quello dentro ognuno di noi” come ha sottolineato lo stesso Salvatores. Il bambino diventa invisibile per farsi vedere e in un momento come quello attuale dove, al contrario, tutti, compresi i più giovani, vorrebbero apparire, o meglio super apparire per giustificare la propria presenza in questo mondo. Ma l'invisibilità del protagonista permette di vedere bene i luoghi dove Salvatores ha incastrato la sua storia. Non solo. Rende le piazze, le strade e le sedi ancora più suggestive. Trieste, location di punta, si svela in tutta la sua originale bellezza. Qui sembra quella cantata da Umberto Saba: “è come un ragazzino aspro e vorace con gli occhi azzurri e mani troppo grandi”. Ecco allora scorgere nei meandri della trama il piazzale Europa, il mare che sembra annunciare misteri ma che in realtà porta solo il soffio dell'altro, che, nel film, è l'invisibile da se stesso. Subito dopo ci appare l'Università cosi particolarmente bella dal punto di vista architettonico. Angoli di Trieste conosciuti ma che nel film sembrano nuovi mai esplorati. E' una città riconosciuta come il ponte tra l'Europa occidentale e centro-meridionale, in grado di mescolare caratteri mediterranei e mitteleuropei che appare il palcoscenico più adatto per raccontare la storia di un bambino invisibile. E' una città con un peso preciso della storia del passato, il suo porto fu il principale sbocco marittimo dell'impero asburgico, e oggi è uno snodo internazionale per i flussi di scambio terra-mare tra i mercati dell'Europa centro-meridionale e l'Asia. Un città con un passato e un presente di grande importanza “spalmati” con evidenza tra gli angoli conosciuti e quelli meno esplorati. In questo ambito il bambino invisibile si rende importante, mettendo in evidenza la sua invisibilità, e , nello stesso tempo, rendendo visibile, quasi da super poteri, la magnificenza di Trieste, città con una “scontrosa grazia”.

 



Trieste è una città dalle origini molto antiche.
Già nel II millennio a.C. tutto il territorio della provincia di Trieste, dall’altopiano al mare, era sede di piccoli insediamenti, protetti da caratteristiche fortificazioni in pietra, i cui abitanti appartenevano ad una popolazione illirica di stirpe indoeuropea.
La leggenda vuole che anche il mitologico eroe greco Giasone, alla ricerca del “vello d’ora“, sbarcasse con gli Argonauti alle foci del Timavo.

La città riuscì ad affermarsi come libero comune appena nel 1300 ma nel 1382 si pose spontaneamente sotto la protezione di Leopoldo III d’Austria, instaurando il lungo e fecondo rapporto con la dinastia asburgica.
La seconda guerra mondiale comportò la perdita delle terre della penisola Istriana, passate alla neocostituita Jugoslavia e la sorte della città, pretesa dalla Jugoslavia, rimase incerta per un lungo periodo. In attesa di definizione, l’entroterra venne diviso in due parti, l’una amministrata dagli angloamericani e l’altra dagli jugoslavi. Nello specifico, la città fu soggetta all’amministrazione alleata con la costituzione del Territorio Libero di Trieste. Solo nel 1954, con la firma del Memorandum di Londra, Trieste e il suo entroterra furono definitivamente restituiti all’Italia.

 



Molto particolare è la Riserva Marina di Miramare, istituita nel 1986, è un'area protetta situata ai piedi dell’omonimo promontorio.
L’ambiente, di tipo marino-costiero, è roccioso verso riva, in buona parte fangoso spingendosi in mare aperto (fino ad una profondità massima di 18 metri).

All’interno della Riserva vi sono due aree, la prima a regime di tutela integrale, nella quale è però consentita, in una zona ben delimitata, la visita guidata subacquea, l’altra, tutt’intorno, a protezione parziale, in cui vige il divieto di pesca professionale.
Trattandosi di un ambiente protetto, c’è una bellissima ed elevata biodiversità, elemento che rende, la Riserva stessa, un ambiente unico e di gran valore ambientale e turistico.
All’interno della Riserva vengono promosse attività di ricerca non invasive oltre a varie attività di tipo divulgativo.
La Riserva organizza ormai da anni visite subacquee guidate, sia per singoli che per gruppi, purché i partecipanti siano forniti di regolare brevetto. L’immersione è possibile solo previo rilascio di un’autorizzazione, volta a tutelare la conservazione ottimale dell’ambiente.
Per tutti gli altri, da giugno a settembre, è possibile, sempre con l’accompagnamento di una guida, effettuare dello snorkeling: dopo una introduzione presso il Centro Visite, ubicato nel Castelletto all’interno del Parco di Miramare, viene proposta un’attività di seawatching (osservazione dei fondali) in zone particolarmente sicure ma interessanti. Il seawatching è indicato anche per i bambini di età non inferiore a 8 anni.

Per partecipare è necessario contattare preventivamente il personale della Riserva, in quanto la visita viene effettuata per gruppi di almeno 4 persone.

Giovanni Scipioni

di Giovanni ScipioniGiornalista, Scrittore, Viaggiatore.