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Brasile: cibo e divertimento a Rio de Janeiro

La guida Michelin distribuisce “stelle e forchette” alle nuove tendenze creative, ma i vincitori sembrano i francesi...

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Il pianeta Brasile continua a far parlare di sé.

Il pit-stop che proponiamo è nella mitica ed energica Rio de Janeiro per coglierne il continuo rinnovamento, le diversità e le suggestioni che la metropoli ci propone in questi giorni. In spiaggia le “garote” non indossano più il “filo dental” - microscopico perizoma che ha fatto scalpore nel mondo e fatto bollire il “testosterone” degli uomini perché lasciava scoperto il fondo schiena -, ma portano bikini a tinte unite dai colori forti, con il reggiseno di colore diverso a disegni e righe coloratissimi. La moda del momento si scopre nelle boutique, oppure guardando le donne che sfilano sulla passerella naturale della Avenida Visconte di Piraja, a Ipanema. E’ come essere in Via Condotti, a Roma, o in Via della Spiga, a Milano. L’abbigliamento è a tinte unite: un tripudio di colori, dal bianco al rosa shocking, al turchese. Le scarpe hanno tacchi altissimi con cinturini a più colori che avvolgono la caviglia e mettono in risalto i piedi abbronzati, o sandali infradito super trendy, coperti di perline o strass e pietre dure.
Dalle cinque in poi quando chiudono gli uffici del business, i carioca entrano in fibrillazione. Comincia la corsa verso il piacere. Gli edonisti si riversano lungo le spiagge di Ipanema e della Avenida Copacabana per fare movimento nella più grande palestra del mondo: camminano, corrono, giocano a volley, e faticano alle sbarre fino al calar del sole. Gli altri, i più giovani, il rito dell’incontro lo vanno a fare a “Downtown”, alla barra da Tijuca, un supermarket del divertimento e dello shopping, aperto 24 ore e sempre strapieno di gente. Sembra di essere a Miami, sull’Ocean-Drive. I più “fighi e smart” invadono i locali informal, nei cortili che si affacciano sulle strade, nella bassa Leblon, per gustarsi le ultime proposte di caipirinhe realizzate con frutta energetica e afrodisiaca, pilluccando appetizer e pizza. E, siccome le giornate a Rio non finiscono mai, per l’happy hour o per un jantar gourmet il jet set locale e internazionale si intruppa in posti esclusivi e di tendenza con un dress-code informale alla “carioca” (cosi sopranominati gli abitanti di Rio): gli alternativi di tutto il mondo si incontrano nella straordinaria piscina disegnata da Philippe Starck, genio e sregolatezza per i suoi avveniristici concetti architettonici, situata sulla terrazza dell’Hotel Fasano.

 

 

 

Su questa piscina il sole non tramonta mai: si beve e si sgranocchiano tapas, ballando e ascoltando musica fino all’alba. Ma per il Jantar (la cena) si prenota nel ristorante al piano terra, dove Paolo Lavezzini, lo chef tutto italiano, propone una solida e gustosa cucina, che si ispira alla nostra tradizione con proposte come il carpaccio di polipo e panzanella toscana; spaghetti neri alla chitarra con ragù di pesce; tonno crudo con stracciatella di burrata e filo caramellato, in alternativa al maialino al forno con fagioli bianchi al coppo; pargo rosso in crosta di sale insalata di pomodori e verdure grigliata; polenta gratinata con taleggio; risotto di pomodori dolci - basilico e formaggio di capra.
Questo per la tradizione, ma Paolo Lavezzini - che ha una formidabile esperienza acquisita nelle cucine dei ristoranti tre stelle Michelin (l’Enoteca Pinchiorri di Firenze e l’Athenee di Alain Dukasse, a Parigi) - sa come creare armonie culinarie con l’aggiunta di contaminazioni sapientemente equilibrate, con prodotti della terra brasiliana.
La Guida Michelin, appena uscita in Brasile, ne conferma la validità con un bel commento: “Fasano Al Mare trae la sua ispirazione dal Mediterraneo. Questo è uno di quei ristoranti dove tutto è impeccabile. La posizione di fronte alla spiaggia di Ipanema è superba e così il suo menù realizzato da piatti di riso, pasta fatta a mano, pesce e carne e con una la carta dei vini con più di 300 etichette di grande pregio”.

Sull’onda della scoperta del piacere che il food può dare, gratificando il palato e donando momenti di relax conviviale, sono numerose le possibilità di fare test gastronomici in ristoranti che hanno capito il valore di diversificare i loro menù, alleggerendoli ed esaltandoli con tecniche e capacità proposte dai nuovi chef formatisi nelle cucine europee.

 



L’Albamar è un particolarissimo ristorante per la sua antica e preziosa struttura. E’ situato sulle sponde della Baia di Guanabara, posto che vale un viaggio o una deviazione. Luiz Incao, un veterano e colto chef della ristorazione brasiliana, propone tutto il Brasile in tavola: il suo risotto con noci e punte di asparagi coperto da un filetto di carne di rara bontà come la “picanha” è insuperabile per l’intenso gusto e consistenza che esprime.

Altro luogo dove farsi del bene è sul Roof Garden del Cesar Park Hotel, al centro dell’ Avenida Vieira Souto, location che domina tutta la spiaggia di Ipanema e Leblon e da dove si gode un tramonto che illumina il “Morro dois Irmaos” (o dei due gemelli), le due singolari e armoniche torri di pietra alte più di 700 metri, circondate da una lussureggiante vegetazione. Uno spettacolo indimenticabile mentre si gustano le prelibatezze create da Willians Halles, l’executive chef arrivato alla guida del Galani, il ristorante più alto di Rio, che si trova al ventitreesimo piano del Cesar Park Hotel. Un servizio attento crea una eccellente atmosfera per godersi le proposte di tre menù creativi, con un focus su ingredienti locali. La sinfonia gastronomica al chiaro di luna parte con uno dei migliori suggerimenti che è senza dubbio il carpaccio di gamberi con caviale vinaigrette, servito con un pesce bianco e tartare di salmone.

 


L’uscita della guida rossa francese, la mitica Michelin, ha distribuito stelle e forchette a Rio, ma sono solo sei le ristorazioni che ne hanno conquistato la prima. Sono ristoranti che propongono le nuove tendenza di cucina creativa, dove tutto è al top, il mais lindo, mais bonito, mais affascinante. Uno di questi è il Sudbrack, locale che prende il nome del giovane chef, uno degli esponenti della moderna gastronomia brasiliana. Convinto sostenitore delle tecniche di cottura tradizionali e dell’uso incondizionato di semplici prodotti locali, Roberta Sudbrack chef autodidatta ha un talento unico per estrarre il massimo sapore e la migliore texture da ogni ingrediente. Produce una cucina viscerale, emotiva e autentica, dove il genio è nel sapore delizioso e mancanza di pretese, combinato con il pieno rispetto per gli ingredienti.

 


Ma secondo gli ispettori della Michelin che hanno recensito la ristorazione di Rio e San Paolo, San Paolo è ora diventata la capitale dei gourmet brasiliani. Il ristorante dove il cibo è davvero degno degli dei, è quello gestito da Claude Troisgros, lo chef francese più brasiliano della storia, con suo figlio Thomas. L’Olympe serve cucina francese con ingredienti brasiliani, specialità dello chef da quando è arrivato in Brasile nel 1979. Il menù propone piatti come i ravioli ripieni di una mousseline di pastinaca , pinoli e fleur de sel, e il lampone soufflé: imperdibile. Come non essere d’accordo se poi il tutto si consuma con il sottofondo dei ritmi lenti della Bossa Nova.

Jerry Bortolan

di Jerry BortolanReporter, giornalista di viaggio ed enogastronomico.