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La Villa di Roma: Villa Borghese e la casa del cinema

Storie di meraviglie, spettacolo e quotidianità nella villa “borghese” in tutti i significati

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“Giardino di delizie”,“Horto romano”,“stanze giardino”, “parco dei musei”... sono solo alcune delle definizioni che si sono inanellate nel corso dei secoli per uno dei più grandi parchi di Roma: Villa Borghese.
E' una villa barocca realizzata nei primi anni del XVII secolo dal cardinale Scipione Borghese, nipote del papa Paolo V. Con essa, si inaugurava tutto uno stile nuovo a Roma, iniziava insomma il tempo delle meraviglie e delle fontane (circa 45) usate come fondali scenografici. Come la fontana dei cavalli Marini di Vincenzo Pacetti ad esempio dove delle creature mitologiche dall'aspetto di cavalli con la parte posteriore di un pesce, fuoriescono dalle acque, sorreggendo un' enorme vasca, su cui si dispone una fontana zampillante. Era il tempo degli edifici ricoperti di fregi e di sculture, delle varietà di scene che si offrivano ai visitatori, dell'esibizione dell'esotismo alla moda. Era allora popolata da daini e da gazzelle, tortore, pavoni e struzzi che pascolavano tra alberi di melangolo, lecci, pini, cipressi disposti per imitare il più possibile la casualità della natura, e si alternavano a spazi chiusi e curati, come stanze all'aperto appunto.

Villa Borghese è da considerarsi una delle poche ville storiche ancora intatta nella sua estensione (80 ettari), malgrado le trasformazioni continue al suo interno: la costruzione del palazzo e l'impianto del giardino costituito attraverso gli impianti delle vigne, la ristrutturazione del parco alla fine del Settecento, il nuovo accesso da Porta del Popolo all'inizio dell'Ottocento, il parco pubblico agli inizi del Novecento. Fu proprio l'antico legame fra il popolo romano e l'ospitalità del principe Francesco Borghese a salvare la villa dalla lottizzazione che alla fine dell'800 coinvolse altre ville nobili romane.

La villa fu acquistata dallo Stato nel 1901 insieme alla galleria che diventerà Museo Borghese e che oggi ospita una delle più prestigiose raccolte di opere d’arte dal XVI al XVIII secolo, con capolavori di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Bernini e Canova. Delimitata da nove ingressi che la rendono accessibile dai quartieri Pinciano, Flaminio, e Salario, contiene edifici storici coevi: il Casino del Graziano, il Casino Giustiniani, l’Uccelliera e la Meridiana. La Villa è anche testimone della nostalgia dell'antico, come il tempietto di Esculapio, nell'isolotto artificiale del lago nel Giardino del Lago, realizzato in stile ionico con un frontone con l'incisione in greco: “dedicato a Eusculapio”.

 

 

Oggi, tutto quel patrimonio architettonico e monumentale rimasto, come anche la ricchezza e la varietà dei giardini, sembra aver metabolizzato, i numerosi interventi (o le trascuratezze) che si sono susseguite nei secoli, in quel connubio di vocazioni esclusive di nobili e cardinali e le esigenze della modernità.
In prossimità di Piazza di Siena, è stato allestito un ampio padiglione teatrale a pianta circolare, il Globe Theater, su modello dei teatri elisabettiani, associato alla programmazione shakespeariana.
In un contesto in cui la “meraviglia” permane al di là delle trasformazioni, in quell'ampio polmone verde nel cuore di Roma sembra una destinazione logica di uno dei suoi edifici storici, la Casina delle Rose, alla Casa del Cinema. E non è neanche un caso che si trovi a due passi da Via Veneto: l'ampio spazio antistante è dedicato a Marcello Mastroianni.
L'attuale edificio che ospita la Casa del Cinema venne inglobato in un secondo tempo nella villa Borghese. Venne poi adibito a trattoria, a stalla per le vacche - dopo i danneggiamenti subiti nel 1849 durante le battaglie tra i difensori della Repubblica Romana di Mazzini e le truppe francesi che sostenevano il papa. Fu quindi latteria rimanendo tale anche dopo che la Villa divenne pubblica, si chiamò Casina delle Rose negli anni Trenta, trasformata in luogo di ristoro di lusso. Di nuovo cambiò nome, e divenne celebre negli anni '60 come dancing, col nome “La Lucciola”. Dopo interventi abusivi dei concessionari, bloccati dal Comune di Roma, la Casina rimase intrappolata nelle burocrazie. E questa fu la sua rovina fino al nuovo finanziamento del 2001 con cui si sono potuti effettuare i restauri che l'hanno portata come era agli inizi del Novecento.

 

 


Nel 2004 diventa quindi Casa del Cinema sotto la direzione (e grazie all'idea) di Felice Laudadio. Oggi diretta da Giorgio Gosetti, è in questa struttura che si celebra il cinema a Roma, e il cinema si auto celebra. E' uno spazio per proiezioni, incontri, scambi di idee, “ tavoli” tra addetti ai lavori, luogo di dibattito e incontro, per convegni come se ne vedevano più a Roma da anni. Forse l'unico punto di raccolta permanente e continuato di tutte le varie anime del cinema. Dalle star come di Caprio ai film africani, iraniani e irlandesi. Soprattutto, cinema e documentario inteso come apripista per entrare in tutta la cultura.
Comprende tre sale per proiezioni, un teatro all'aperto da 200 posti con schermo, camerini e servizi due sale espositive, una libreria specializzata in libri sul cinema e sullo spettacolo, una sala per consultazione di film su dvd con circa 5.000 opere, e anche una caffetteria e un ristorante. Capita che raccontino il loro mestiere gli sceneggiatori, i parrucchieri, direttori della fotografia, operatori di macchina, musicisti e scenografi... fino all' esercente di sala.
E' qui che Ettore Scola, scomparso di recente, ha voluto essere ricordato: "Mi dovete festeggiare alla Casa del cinema, come fosse una festa", aveva detto. Così una folla di persone hanno voluto salutarlo, e così la camera ardente allestita ha reso per sempre sacro quel tempietto nel cuore della città.
 

Sabina Ambrogi

di Sabina AmbrogiGiornalista e Flaneuse