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Scopriamo la California francescana, da Steve Jobs a santi e Mc Donald

Negli Usa è luogo più francescano: Cupertino, San Francisco, San Jose, San Bernardino, anche se ad Hollywood solo 1 film in tema.

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E’ la terra del sesso, droga e rock ‘n roll, del divismo sfrenato e della bellezza patinata, della promiscuità sessuale, degli eccessi, del lusso, dell’effimero, dell’immagine, dell’innovazione tecnologica, delle spiagge assolate e di onde selvagge da cavalcare. Davvero curiosa terra di elezione, per un personaggio come Francesco d’Assisi.
Eppure – chi lo direbbe mai? – la California è il luogo più francescano al mondo. Ogni angolo dello stato più popolato d’America parla della spiritualità del santo umbro. Basta dare un’occhiata a una qualsiasi mappa: San Francisco, Santa Clara, San José, Santa Cruz, Sacramento, San Bernardino, Cupertino, Los Angeles.

Può sembrare un paradosso e in effetti lo è: non c’è niente più lontano del paradiso dei surfisti e della corsa all’oro dalla spiritualità, l’umiltà, la semplicità del Poverello di Dio. D’altra parte non si direbbe davvero che Umbria e California abbiamo molto in comune, a parte il vino e i terremoti. E non sarà certo un caso se Hollywood, sempre affascinata dalle tematiche religiose, si sia fatta poco sedurre dal Giullare di Dio.

A fronte delle decine di kolossal ispirati alla Bibbia, al Vangelo o a personaggi cristiani - da I dieci comandamenti a Exodus, da La Bibbia di John Huston a La Passione di Mel Gibson, da Il re dei Re a fino a Silence di Martin Scorsese - esiste ad oggi un solo film americano dedicato al santo più celebre e amato della storia della Chiesa: è Francesco d’Assisi, diretto nel 1964 da Michael Curtiz, il regista del leggendario Casablanca. Tutti gli altri – tantissimi – film sul santo di Assisi sono produzioni europee realizzate da registi italiani o al massimo francesi, come il recente Il sogno di Francesco interpretato da Elio Germano.

Due mondi opposti in ogni senso, dunque, la terra di san Benedetto e quella di Arnold Schwarzenegger, la patria di Rita da Cascia e Jacopone da Todi e quella di Ronald Reagan e Jim Morrison.

 

 

Terra multicolore, multilinguistica e multireligiosa, oggi la California vede i cattolici in netta minoranza: rappresentano infatti solo il 26% della popolazione a fronte del 31% dei protestanti e del 27% degli atei, mentre gli ebrei sono il 2%.
Eppure quando è nata la California non era altro che una grande missione francescana.

Esplorata per la prima volta dal navigatore portoghese Juan Rodriguez Cabrillo nel 1542, deve il suo nome ad un passo del poema cavalleresco medievale Chanson de Roland in cui si cita una terra favolosa chiamata “Califerne”. Rimasta ancora per due secoli “far west”, la California viene colonizzata solo a partire dal 1769 da missionari francescani spagnoli, che impiantano minuscoli insediamenti su enormi concessioni di terreni.

In questa fase il nome sta ad indicare tutta la parte nord occidentale dell’Impero spagnolo nel Nord America, costituito come vicereame della Spagna. Nel 1810, però, proprio un sacerdote - Miguel Hidalgo y Costilla – guida un esercito formato da coloni e popolazioni indigene che si ribella contro la dominazione spagnola e nel 1813 rivendica l’indipendenza. Nel 1821 nasce ufficialmente lo Stato del Messico, di cui la California fa parte e le 21 missioni francescane diventano proprietà del governo e vengono rapidamente dismesse e abbandonate.

E’ l’epoca di Joaquin Murrieta, il bandito-patriota che muovendosi nella Los Angeles messicana (secondo la leggenda era un cercatore d’oro divenuto il capo di una banda di ladri di cavalli dopo che la moglie era stata stuprata da minatori americani) ha ispirato poi il personaggio di Zorro.

 

 

 

Nel 1848 la popolazione californiana conta appena 4000 abitanti, ma quando si scopre la presenza di giacimenti d’ oro inizia una massiccia immigrazione di americani orientali che contribuisce a portare a una guerra tra Messico e Stati Uniti. Alla fine del conflitto – nel 1847 - gli Stati Uniti avevano guadagnato stati come Nevada, Arizona, Texas, Nuovo Messico e Colorado, mentre la California era stata divisa in due parti, con quella meridionale rimasta al Messico e quella settentrionale che – dopo un breve periodo come repubblica indipendente – nel 1850 entra ufficialmente nell’Unione. Il vertiginoso incremento demografico che ne segue porterà in un secolo e mezzo a sfiorare i 40 milioni di abitanti.

Abbreviazione di “El Pueblo de Nuestra Señora de los Ángeles del Rio de la Porciúncula”, ovvero Santa Maria degli Angeli della Porziuncola, Los Angeles è la seconda città degli Stati Uniti per popolazione dopo New York.

Nel medioevo Santa Maria degli Angeli era solo una vallata sotto la città di Assisi, dove si trovava una minuscola chiesa – la Porziuncola – che Francesco aveva ristrutturato e poi scelto come sede della sua comunità. Oggi è la frazione più popolosa del Comune di Assisi e conta oltre 7000 abitanti a fronte delle poche centinaia rimaste nel centro storico. Una sorte analoga a quella dell’omologa americana: rimasto per decenni un minuscolo centro agricolo, nel 1876 Los Angeles vede arrivare la ferrovia, nel 1892 viene scoperto il petrolio e nel 1913 è costruito l’acquedotto; nel 1886 l’imprenditore Hobart Johnstone Whitley conia il termine “Hollywood” (bosco di agrifogli) per il ranch destinato a diventare il quartiere più celebre della città a partire dal 1910, quando arrivano le prime produzioni cinematografiche.

Destini paralleli, quindi, quelli delle due città degli angeli, e in fondo affinità si possono trovare anche tra san Francesco e San Francisco.

 

 

 

Se il Francesco più celebre del cinema – quello girato nel 1971 da Franco Zeffirelli (che avrebbe voluto Paul McCartney come protagonista e gli altri Beatles nel ruolo dei suoi compagni) - rimarcando il sentimento di ribellione, di pace e di libertà del giovane Francesco ha lasciato l’immagine di un vero e proprio santo hippy, la città californiana che ne porta il nome è la città hippy per eccellenza.

A partire dalla “Summer of love” del 1967 San Francisco è diventata la patria della rivoluzione sessuale, il quartier generale del movimento pacifista, l’avanguardia della Beat generation, la capitale della sperimentazione e della cultura alternativa e ancora oggi è considerata la città più aperta e tollerante d’America e una sorta di Mecca degli omosessuali.

In fondo una sorta di analoga affinità la possiamo trovare anche tra santa Chiara e Santa Clara. Chiara d’Assisi è considerata “l’altra metà” di Francesco, eppure ha avuto un destino totalmente diverso dal suo amico e maestro: pubblico e girovago lui, chiusa tutta la vita in monastero lei; allo stesso modo la città di Santa Clara ha sviluppato un’identità totalmente diversa da quella di San Francisco: rimasta una cittadina relativamente piccola (conta appena 115mila abitanti a fronte degli 864mila della metropoli) più che degli hippy è la Mecca dei Nerd: la città rappresenta infatti il cuore della Silicon Valley e la sua contea è sede di società informatiche come Nvidia, Intel, Amazon, Netflix, Yahoo e Linkedln.

Spostandoci a nord est nell’entroterra arriviamo a Sacramento. Se il suo nome ancora oggi richiama atmosfere da vecchio West, cowboy e pistoleri, la città – con buona pace di Los Angeles – è in realtà la capitale della California, seppure possa contare su appena 400mila abitanti.
La devozione al Santissimo Sacramento, ovvero all’Eucarestia come corpo di Cristo, aveva caratterizzato già Francesco d’Assisi ma è diventata in seguito un vero e proprio vessillo dei suoi frati, soprattutto da parte del movimento dell’Osservanza, sorto nel Cinquecento e di cui è stato leader indiscusso san Bernardino da Siena.
Nato a Massa Marittima nel 1380 e morto all’Aquila nel 1444, oltre che il più celebre predicatore di tutta la storia della Chiesa, san Bernardino è stato anche un fine umorista e il precursore del concetto di economia etica. A lui è intitolata la città celebre per aver dato i natali alla più celebre catena di fast food del mondo: proprio a San Bernardino, infatti, i fratelli Dick e Mac McDonald hanno aperto nel 1940 il ristorante che – replicato dallo spregiudicato imprenditore Ray Kroc in tutto il paese – sarebbe diventato una delle multinazionali più potenti al mondo, cambiando il concetto stesso di alimentazione. Qui diremmo che più che all’affinità siamo quasi alla nemesi, visto che l’economia promossa in tutto il mondo da McDonald’s negli ultimi cinquant’anni è stata tutt’altro che etica. La città, peraltro, è tornata tristemente alla ribalta il 2 dicembre 2015 quando due terroristi hanno fatto irruzione in un centro per disabili uccidendo 14 persone. Dalla giustizia sociale, il rispetto per la natura e l’assistenza ai bisognosi promosse dal suo titolare, quindi, la città americana è diventata l’involontario simbolo dello sfruttamento dei lavoratori e delle risorse naturali e teatro del massacro dei più deboli e indifesi.

 

 

Personaggio assai meno conosciuto di Bernardino a fronte di una metropoli assai più importante è invece San Diego.
Diego d’Alcalà era un francescano spagnolo nato nel 1400 e morto nel 1463, che si era molto adoperato per aiutare gli appestati a Roma nel 1450 e ha lasciato il suo nome alla seconda città più grande della California, tra le più importanti basi militari americane e grande attrazione turistica anche per le lunghissime spiagge che si affacciano sull’oceano.

Infine, San Giuseppe da Copertino è forse il personaggio più affine alla città che ha ispirato. Francescano pugliese nato in Salento nel 1603 e morto a Osimo nelle Marche 60 anni dopo, è diventato il patrono degli studenti a causa delle sue grosse difficoltà di apprendimento: la sua capacità di volare ne fa però una sorta di supereroe ante litteram. Quando andava in estasi, infatti, Giuseppe spiccava letteralmente il volo; abilità che se gli aveva procurato grossi guai con il suo ordine (era stato accusato di stregoneria, processato e incarcerato più volte) lo ha reso un personaggio molto stimolante sotto il profilo cinematografico, tanto da aver ispirato diverse pellicole, tra cui “C’era una volta” di Francesco Rosi con Omar Sharif e Sophia Loren del 1967 e “Il santo riluttante”, biografia hollywoodiana del 1962 scritta nientemeno che da John Fante e interpretata da Maximilian Schell, Ricardo Montalban, Lea Padovani, Carlo Croccolo e Arnoldo Foà.

Quasi a rendere omaggio al patrono degli studenti e a riscattare il suo passato da “somaro”, Cupertino è diventata negli ultimi quarant’anni la Gerusalemme dei secchioni, patria di studenti geniali capaci di diventare miliardari ancora adolescenti: tra gli appena 60mila abitanti della cittadina californiana, infatti, c’è stato anche Steve Jobs che nel 1976 – a 21 anni – creò nel garage di casa con l’amico Steve Wozniak il primo personal computer della storia.

 


Ma oltre al quartier generale della Apple, Cupertino ospita anche la sede della Hewlett-Packard (tra le principali aziende di informatica al mondo) e si trova in quella stessa contea di Santa Clara dove nel 1997 i ventiquattrenni Larry Page e Sergey Brin hanno creato Google e Mark Zuckerberg ha scelto di collocare la sede di Facebook, social network creato a 19 anni e che lo ha reso il miliardario più giovane del mondo. Di sicuro san Giuseppe sarebbe fiero di loro. 

Arnaldo Casali

di Arnaldo CasaliGiornalista esperto di Spettacolo, Cultura, Religione.