Inchieste

Le nuove app e la scoperta dei “millenials”

Dalle APP dove strizzare l’occhio per procedere con la transazione, evitare code alla posta, controllare i bus. Il giro d'affari ha superato il miliardo di dollari.

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millenialsLa parola d’ordine è: pragmatismo. E’ quella dei cosiddetti Millenials, quelli della generazione 3.0, quelli che fanno della praticità il loro verbo. Sono nati dopo il 1985. Non leggono molto su carta stampata, è vero, ma sono attenti a tutto quello che succede intorno, preparati dal punto di vista tecnologico, continuamente aggiornati sulle novità offerte dal mondo digitale. E soprattutto sono concreti, pragmatici appunto. Vanno subito al sodo. Sempre connessi, pronti ad inviare messaggi, a dialogare, a condividere. E non è detto che sia un male. Se i loro genitori badavano molto alla teoria, alla concentrazione, avendo tuttavia non poche difficoltà con la realtà, i Millenials mettono subito in atto quello che apprendono. Sperimentano, provano quello che acquisiscono dalle loro esperienze sul campo. Se poi non va bene cambiano immediatamente. E passano ad una fase successiva. E’ per questo che non credono più nelle ideologie, preferendo il contatto diretto con la realtà.
Facciamo un esempio, è proprio il caso di dire, concreto: le app. Si, quelle del telefonino, o del tablet. Ma lo smartphone si presta meglio a questa filosofia di vita. Le applicazioni, dicevamo. Ce ne sono molteplici, e per ogni cosa. Dalla ricerca delle informazioni ai servizi. Questi, in particolare, vengono soddisfatti con pochi clic, e in tempi rapidi. C’è tutto quello che serve. I numeri sono significativi. Solo nell’ultimo anno da Apple store sono state scaricate 50 miliardi di applicazioni. Di tutti i tipi e per tutte le esigenze. Rappresentano, per chi le progetta, un vero e proprio business. E per chi le utilizza un supporto necessario alle attività quotidiane.


Pensiamo agli acquisti, e non solo online. Con il telefonino è possibile collegarsi immediatamente alla propria banca e utilizzare il conto corrente o la carta di credito per tutti i pagamenti. Si digita l’applicazione e il gioco è fatto. Ma anche nei negozi reali oramai il telefonino ha preso il posto della carta di credito. Il sistema dei pagamenti sta attraversando una fase davvero rivoluzionaria. Addio contante, addio credit cards e largo ai portafogli elettronici. L’ammontare dei pagamenti digitali ha superato, negli Usa, i 620 miliardi di dollari. In fondo non si tratta di una cifra enorme.

 

 

Ma il dato è in continua ascesa. E soprattutto stanno nascendo nuovi modelli di riferimento sviluppati proprio per i cellulari attraverso la realizzazione di app innovative e oltretutto semplici da utilizzare. Semplici e divertenti, come quella che richiede un selfie per il pagamento alla cassa, o quella che, una volta attivata, invita l’utente a strizzare l’occhio per procedere con la transazione. Insomma, si fa l’occhiolino e si paga. E se alla cassa c’è una bella signorina il vantaggio è duplice.


Tra le novità c’è quella ideata da Viemmo, la società controllata da Paypall, che consente l’invio di denaro tra utenti attraverso il cellulare. I MIllenials la utilizzano molto, e il giro d’affari ad inizio anno ha superato il traguardo di un miliardo di dollari. A Milano spopola Satispay, il network indipendente creato da tre giovanissimi di Cuneo, con il quale si può pagare nei negozi convenzionati o scambiare denaro con i contatti in rubrica.
Ma si tratta solo di pochi esempi. Le possibilità offerte dalle app sono infinite. Con Le cicogne c’è un lungo elenco di baby sitter da contattare. I genitori valutano i profili e scelgono. Si trovano anche colf e studenti che danno ripetizioni.

 

Qurami app millenials


Tra le applicazioni più interessanti citiamo Qurami, da utilizzare quando si vogliono evitare le lunghe code al Comune, all’Ufficio Anagrafe, all’Enel o all’Università. Anche in questo caso la lista è lunga, e c’è sempre qualcuno che ci avverte quando è il momento giusto per recarsi allo sportello in questione. Oltretutto l’applicazione è gratuita.


Per i più smemorati nessun problema, ci pensa Quokki. Anche in questo caso gli ideatori sono tre giovani, stavolta di Udine. L’applicazione memorizza tutte le bollette da pagare e avvisa quando sono in scadenza. Sherpa, invece, studia tutte le nostre abitudini, accede al nostro calendario, alla nostra posizione e ci comunica itinerari e appuntamenti. Anche Any.Do aiuta a non dimenticare le cose, gestisce tutti gli impegni, imposta sveglie e allarmi per ogni evento. Mentre Buddhifi sviluppa le capacità cognitive, aiuta la concentrazione, la memoria e la capacità di utilizzare i mezzi tecnologici.


Con Cousera ci si connette con i corsi online gratuiti di oltre 115 università e istituti di formazione in tutto il mondo. Mentre Ted consente l’accesso all’intera video library di Ted Talks per leggere gli scritti di leader e pensatori influenti.

 

ted app

 


Musei d’impresa è una guida ai musei che raccontano la storia delle aziende italiane. Duolinguo combina invece esercizi di lettura, scrittura e ascolto per imparare una lingua. Sono tredici quelle a disposizione. Longform è una app gratuita che filtra gli articoli più interessanti e li rende disponibili sul proprio device mobile.


Poi ci sono le app che controllano il traffico urbano, e quelle che indicano l’orario di arrivo degli autobus. L’elenco è davvero lungo. Come quello per il fitness e per le previsioni del tempo. O quello dei dizionari e dei servizi cloud.
Con tutte queste applicazioni ci vorrebbe sempre spazio libero nel telefonino e batteria a sufficienza. Nessun problema. Con Android Assistant teniamo sotto controllo la memoria dello smartphone, la batteria, i processi avviati e tutti gli strumenti utili per rimanere sempre connessi.

Antonio Pascotto

di Antonio PascottoGiornalista Caporedattore All news Mediaset, Tgcom 24.