Inchieste

Il terremoto si ferma a Preci: arte, musica e sapori per riscattare un borgo distrutto tra le rovine

“Pane, prosciutto e fantasia” festa e spettacolo con tanto prosciutto e salame umbro.

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Mangiare di gusto per vincere la paura, portare l’arte tra le rovine per non perdere la speranza, scoprire le proprie radici per tenersi ancorati alla terra che trema, trasformare gli antichi mestieri in un’attrazione turistica per rilanciare una valle violentata dal sisma, un’estate di arte, sapori e tradizioni per ricostruire una delle città rase al suolo dal terremoto del 2016.
È il progetto lanciato dal Comune di Preci, piccolo borgo montano a due passi da Norcia e immerso nel Parco nazionale dei monti Sibillini, che ha promosso una serie di eventi artistici ed enogastronomici per rivitalizzare la città e rilanciare il turismo.
Si chiama “Pane, prosciutto e fantasia” l’appuntamento in programma il 30 giugno e il primo luglio, organizzato dal Comune con il supporto della Regione Umbria e il Gruppo di azione locale Valle Umbra e Sibillini: due giorni di mostre, spettacoli e rievocazioni degli antichi mestieri della civiltà contadina.
Attraverso la nostra cultura - spiega il sindaco Pietro Bellini - possiamo e dobbiamo imparare a convivere con quel qualcosa di ingestibile ma naturale, presente nella storia degli Appennini”.
Pane, prosciutto e fantasia” rappresenta un viaggio nella cultura tradizionale della valle Castoriana che attraversa degustazioni di cibo, laboratori artigianali e spettacoli di artisti di strada.
Re della festa, ovviamente, è il prosciutto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che proprio Norcia ha inventato il mestiere del “norcino”, che durante il festival si potrà conoscere da vicino: nel corso delle due giornate della kermesse, infatti, sarà possibile partecipare al laboratorio “Avventura di una salsiccia” che propone una dimostrazione pratica della lavorazione del maiale; dimostrazione che si conclude, ovviamente, con una degustazione di prosciutto di Norcia igp.
Quanto al pane, anche lui sarà protagonista di un laboratorio: all’Antico Mulino sarà infatti possibile assistere alla dimostrazione pratica di molitura da parte di un vero mugnaio all’opera. Che forse non sarà affascinante come Antonio Banderas, ma di sicuro offrirà un esempio più reale e meno patinato di come si lavora la farina.
Ad affiancare pane e prosciutto, poi, ci sono anche tutti gli altri prodotti tipici del territorio, che si potranno conoscere nella mostra mercato inaugurata sabato 30 giugno alle 10.30. Anche di ognuno di essi sarà possibile conoscere le origini e la lavorazione grazie alle rievocazioni di antichi mestieri che consentono di vedere all’opera, oltre al norcino, anche il pastore, la merlettaia e il canestraio.

 

 


Un vero e proprio “matrimonio del gusto” è infine quello celebrato domenica primo luglio alle 11 al Centro Caritas, che vedrà il prosciutto Igp di Norcia convolare a nozze con il formaggio puzzone dop di Moena, in Provincia di Trento. A celebrare il rito le mani di prestigiosi chef professionisti, che impiegheranno le due eccellenze italiane per proporre piatti inediti.
Non offrirà comunque soddisfazione solo al palato, alla curiosità e alla memoria, Pane, prosciutto e fantasia: c’è spazio anche per l’editoria, con la presentazione di libri, giochi per bambini e musica. Durante l’intera manifestazione, poi, è stata attivata una convenzione con tutti i ristoranti del territorio dove si possono gustare i prodotti tipici: da Preci al borgo di Castelvecchio, da Belforte a Mulini di Visso, da Todiano fino a Corene, sarà un trionfo della cucina ma anche della musica, visto che pranzi e cene saranno animati da cantori e musicisti. L’hostaria di Nonna Stella, poi, offre anche la possibilità di cucinarsi da soli la carne sulla brace: con una trovata quanto mai originale, infatti, il ristorante ha allestito nel giardino un’area pic-nic attrezzata con barbecue.
Ma non si ferma al rilancio di pane e prosciutto, il riscatto di Preci: ad aprire le danze è stato – in ogni senso – il festival di musica etnica “Balla la terra” dedicato al saltarello, la musica tradizionale delle terre del cratere del terremoto, che ogni anno a fine maggio riunisce musicisti folk delle quattro regioni colpite dal sisma: Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo.

 

 


L’obiettivo del progetto musicale è anche quello di creare un asse che unisca i territori che condividono le tradizioni primaverili del “canta maggio”, e che vede in Umbria feste come la corsa dei Ceri di Gubbio, il Cantamaggio di Terni e il Calendimaggio di Assisi.
La rinascita della natura, nel momento di passaggio tra aprile e maggio vede in tutta Europa manifestazioni con alberi che vengono tagliati, decorticati e trasportati nei luoghi centrali della comunità, per essere poi innalzati al centro di una buca scavata nel terreno, come atto simbolico di fecondazione della terra. Il 30 aprile di ogni anno questo antico rito si rinnova nella valle Castoriana, e precisamente a Preci, Corone, Castelvecchio, Roccanolfi, Ancarano e Campi”.
A chiudere gli eventi dell’estate di Preci sarà invece “Corale/La festa”, progetto artistico prodotto dal Comune insieme al Teatro stabile dell’Umbria con il sostegno della Regione Umbria e del Mibact, che animerà tre weekend: da venerdì 15 a domenica 17 giugno, da venerdì 29 giugno a domenica 1 luglio e da venerdì 13 a domenica 15 luglio.

 

 


I tre fine settimana rappresentano il culmine di una residenza artistica che ha visto 9 artisti - Leonardo Delogu, Daria Menichetti, Emiliano Pergolari, Michele Bandini, Mael Veisse, Vincenzo Schino, Marta Bichisao, Angelo Carchidi e Carolina Balucani – vivere nel piccolo borgo terremotato lavorando a fianco agli abitanti rimasti.
Tra il 15 giugno e il 15 luglio il paese propone dunque concerti, spettacoli, cene, incontri con gli artisti, camminate e letture nelle case: una piazza tutta nuova, un campo incolto trasformato in orto, una grande casa aperta per gli incontri e il riposo. Un rito collettivo ideato con la collaborazione degli abitanti e con i tanti artisti coinvolti nel progetto, tra i quali Il Teatro delle briciole, con uno degli spettacoli che ne hanno segnato la storia (“Con la bambola in tasca”), teatro Valdoca con “Portar bene” e una serie di letture all’interno delle case.
A fare da collante ai tre weekend di festa il Museo delle cose splendide, un museo diffuso nel territorio che ha come tema il sacro: case, giardini, esercizi commerciali, boschi, piazze e un mulino vanno a costituire un museo temporaneo, custodito dagli abitanti di questa valle del Parco dei Sibillini attraverso gli oggetti cari e le storie che rappresentano.
Insomma, cultura, arte, sapori, incontri, per riscoprire e riappropriarsi di una terra magica la cui bellezza non potrà essere cancellata da nessuna catastrofe.

 

Arnaldo Casali

di Arnaldo CasaliGiornalista esperto di Spettacolo, Cultura, Religione.