Spettacolo

Giovanni Reale: il pittore-barbiere che espone nel suo salone

Tra i suoi clienti Roberto Benigni, che “pero’ non pagava mai”.

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Non è un caso che colui dotato di forte estro e sensibilità si senta a proprio agio con i suoi “simili”. Curioso binomio di creatività, Giovanni Reale è un barbiere ma soprattutto un bravissimo pittore estroso e creativo. Nel suo lavoro con il “taglio” ha avuto clienti eccellenti, alcuni tra i più rinomati attori italiani, come Roberto Benigni, Aldo Fabrizi e Roberto Lavia. È arrivato a Roma a 16 anni dal paese di Niscemi in provincia di Caltanissetta dopo avere lavorato come contadino e meccanico. Nella capitale comincia a fare il barbiere andando a scuola e dopo la gavetta, appena 20enne, apre la sua bottega in Via Federico Cesi 19, nelle vicinanze di Piazza Cavour. Dal 1967 il negozio resta immutato. Shampoo e taglio qui sono sempre accompagnati dal sorriso, Giovanni è considerato un “tonsor di eccellenza”. Il tonsor nell'antica Roma svolgeva le funzioni sia del taglio della barba, che di parrucchiere per le acconciature dei capelli. Il taglio della prima barba era presso i romani un vero e proprio solenne rito (depositio barbae) di iniziazione del passaggio dall'adolescenza alla giovinezza.

All'obbligo sociale di radersi potevano sottrarsi solo i filosofi e i soldati; oggi Giovanni è considerato un maestro e mentre lavora, intrattiene i suoi ospiti-clienti con delle barzellette o spiegando i dettagli e, qualche segreto, della sua pittura.

È un salone senza tristezza pieno di colori, dove avvocati, dottori e artisti si lasciano “manipolare”.
Alle pareti di questa “officina di allegria ed arte” sono esposti i dipinti che Gianni, il pittore, realizza durante la notte, quando è insonne. Queste opere - come lui stesso definisce - sono delle “pastiglie di felicità”. Sono quadri che colpiscono per l’intensità dei colori e delle forme, trasmettono emozioni; all’inizio si rimane stupiti, non si capisce perché ci siano così tanti quadri e pennelli all’interno di un piccolo salone, poi si viene accolti ed è possibile anche solo guardare e farsi raccontare la sua prossima mostra.

Giovanni viene chiamato ad esporre le suo opere soprattutto nei circuiti che rivalutano i canoni estetici e che stanno crescendo, cosi come la sua capacità artistica. Le sue opere saranno presto in mostra anche al Vittoriano.
Con una semplicità che è tutta sua, questo curioso pittore e barbiere ci svela qualche curiosità sui suoi clienti:

Con Benigni siamo diventati molto amici. Veniva da me che non aveva una lira, del resto anch’io ero all’inizio. Andavamo al bar e ci mangiavamo una rosetta con una foglia di insalata per quanto eravamo poveri! Veniva a farsi i capelli e non mi pagava mai. L’ho incontrato recentemente ad un ristorante e mi ha detto che avrebbe saldato i suoi debiti… Non l’ha ancora fatto! Lo sentivo recitare ogni giorno e frequentavamo insieme il locale storico del Beat’72 in Via Gioacchino Belli, dove si svolgevano manifestazioni culturali e rassegne teatrali di avanguardia. È uno di quei luoghi dove sembra che il tempo si sia arrestato.Il proprietario è un architetto che non ha toccato nulla lasciandolo esattamente così com’era. Con Benigni ho conosciuto tanti altri attori come ad esempio Carmelo Bene. Il Beat '72 fu uno dei primi centri teatrali di ricerca dedicato al teatro e alla poesia e ad altre rappresentazioni artistiche. Aldo Fabrizi ha frequentato il mio negozio. Gabriele Lavia faceva il militare, venne da me perché accompagnava un colonnello cieco, poi è diventato anche lui un mio cliente. Ha una personalità molto forte ed è molto attento all’igiene. Vedevo passeggiare il Presidente Francesco Cossiga ogni giorno, abitava vicino al mio salone, ma è venuto solo una volta a farsi i capelli da me.”

Il calore unico, la sensibilità che caratterizza questo barbiere-personaggio hanno trovato nell’arte un’altra forma di espressione. Il suo talento e la sua vena artistica nascono come un gioco sulla tela nel 2003, a seguito del suggerimento di un artista dopo una serie di disavventure: un trapianto di rene e quattro infarti. Colori accesi accostati tra loro con armonia definiscono soggetti estrapolati dal mondo interiore, quasi ad “occhi chiusi”. Realizzati ad olio, acrilico, acquarelli e pastelli, sono le medicine dello spirito di quest’anima viva e sfaccettata.

Ho fatto tantissimi dipinti che sono stati esposti al Museo Crocetti, il museo Mastroianni a Frascati, il Museo delle Mura Porte S. Sebastiano... Lavoro sempre di notte. Per completare un’opera posso impiegare una nottata così come tre mesi. Avverto dentro di me il senso del colore. Dipingo paesaggi naturali, “le nature immortali”, la sensualità della vita, lo spazio cosmico e le mie medicine pittoriche, quelle che chiamo le pastiglie della felicità. I miei quadri non sono nati per un fine commerciale ma avendo acquisito una certa credibilità ho iniziato a venderli.”

Elena Rossi