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Anguilla, niente di appariscente e vistoso, solo 33 piccole spiagge e turismo gastronomico mondiale. Più ristoranti che boutique, emozioni per il palato

Caraibi con mare turchese, barche a vela e cappelletti alla modenese.

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Anguilla è l’isola più sottovento delle Piccole Antille, nei Caraibi, con un mare turchese, lunghe spiagge e 100 ottimi ristoranti lungo la costa che forniscono al turista un’ampia scelta di menù.
Arrivarci dall’Europa non è semplicissimo, ma poi, si è ripagati dalla bellezza e particolarità del posto. Dopo un volo transoceanico, si arriva a St. Martin e da lì si può scegliere tra un piccolo aeroplano o via mare con una velocissima e adrenalinica barca. Oppure, si può arrivare con il più lento ferry che collega l’isola ogni mezz’ora.
Quando si pensa ai Caraibi, le isole che vengono subito in mente sono le Bermuda, la Guadalupe, la Martinica, le Barbados. Ma, una volta scesi sull’isola di Anguilla, si scopre di essere approdati in un posto speciale e ci si accorge di essersene innamorati solo quando è troppo tardi: al momento della partenza.

Non c'è niente di appariscente o di vistoso su questa piccola isola paradisiaca, c’è “solo” un'atmosfera fresca, quasi immobile. Ciò che colpisce è il silenzio e la poca gente: niente orde di turisti sbarcati dalle navi da crociera, né traffico caotico sulle piccole arterie che costeggiano le 33 bellissime spiagge di finissima e impalpabile sabbia, così bianca da sembrare zucchero. Come quella di Shoal Bay, una delle più belle al mondo, una lingua di sabbia bianchissima dove si possono trascorrere intere giornate all'ombra di una palma, alzandosi di tanto in tanto per un bagno o per un'escursione in barca a vela. O quella di Little Bay, una piccola spiaggia dorata, l'unica circondata da rocce alte sul mare.

Quello che fa la grande differenza dalle altre isole che hanno puntato tutto sull’ambiente e il folclore, è che qui, ad Anguilla, gli imprenditori, sostenuti dall’Ente per il turismo, si sono focalizzati sul “food”. Il turismo gastronomico mondiale è considerato oggi molto importante da coloro che, oltre alle bellezze naturali e culturali, vogliono provare emozioni per il palato: un aspetto cosi rilevante per noi italiani che, se in viaggio non troviamo il giusto conforto con il cibo, sentiamo che la vacanza non è stata al massimo.
Anguilla ha puntato su due semplici cose per attirare i turisti da tutto il mondo. Una, è andar per mare con barche a vela sull’oceano con lo spirito della competizione, partecipando alle molteplici regate che qui si si svolgono durante tutto l’anno. E’ il posto dove si è realizzato il sogno di Conrad. Al contrario di ciò che è accaduto in tante altre isole dove la navigazione da diporto è passata dalla vela al motore, ad Anguilla si naviga e ci si diverte a gareggiare in team sia con piccoli Slop che su grandi catamarani spinti dal vento. E, come dicevamo, l’altro punto di forza di Anguilla è il food. Sull’isola ci sono più ristoranti che boutique, al punto che anche i resort vengono chiamati CusinArt. Si possono gustare piatti creati con i prodotti “dell’orto” a chilometro zero, grazie a una farm dove si coltivano preziose e gustosissime verdure biologiche che servono i cinque ristoranti al suo interno, che vanno dal bistrot al ristorante internazionale, al tokyo bay, ristorante giapponese dove gustare magnifici tempura e sushi e sashimi in tutte le salse. Ma, neanche a dirlo, è la cucina italiana la più gettonata, grazie ai nostri alimenti d’eccellenza fatti arrivare dall’Italia come l’olio, il parmigiano e i salumi come il culatello. Tutti prodotti con i quali i molti chef approdati qui da varie parti d’Italia propongono piatti della nostra tradizione, come i Cappelletti alla modenese, con il ripieno però d’aragosta, insuperabili per il gusto, fatti al momento da Massimo, un cuoco di Parma. Mentre nei ristoranti situati lungo le spiagge si consumano le notti all’insegna della cucina mediterranea espressa in salse al pomodoro come il pesce in guazzetto o gli spaghetti con vongole e cozze. Notevoli quelli realizzati da un giovane chef italiano di origini bergamasche nel ristorante Dolce vita, situato sulla spiaggia più inn dell’isola quella di Sandy Ground, diventato un must, per la sua atmosfera e vivacità.

 



Nel mare che circonda l’isola, oltre che per “regatare” ci si va per raggiungere le calette più spettacolari e i punti dove cimentarsi in tuffi spericolati da altezze sopra i 10 metri, dopo aver scalato le pareti rocciose. Oppure si fa snorkeling sulla barriera corallina, prima di raggiungere Sandy Island, un isoletta grande come Piazza Navona a Roma, distante poche miglia da Sandy Ground, dove un piccolo e spartano ristorantino all’ombra delle palme serve come appetizers: gamberi saltati in padella con rum e latte di cocco, o piccole aragostine alla griglia con riso nero e salsa di soya, strepitose, o Mai Mai alla creola. Un paradiso che purtroppo chiude con il calar del sole.

 



Insomma, non si scappa: ad Anguilla non si fa dieta. Le tentazioni culinarie sono tremende, però alla sera, nella discoteca di Sandy Ground, il The Pumphouse, un covo di “filibustieri”, nulla è proibito e si fa movimento in tutti i modi… per smaltire gli eccessi con musica dal vivo, oppure, il giorno dopo si cammina sul green del bellissimo campo da golf a 18 buche del Cusinart Golf Resort, che costeggia l’oceano per una rilassante partita.
Sull’isola c’è un ampia scelta di Hotel per tutti i gusti e tasche, location perfette, grandi e bellissimi appartamenti attrezzati per viverci, grandi camere che comunicano con la spiaggia e dopo pochi metri si è con i piedi in acqua…

 



Ma poi, quello che fa la vera differenza nel turismo internazionale è la gente. Ad Anguilla si fa presto a fare amicizia con gli abitanti che sono molto ospitali e desiderosi di conoscere gli ospiti stranieri. Se entrate in simpatia con loro, sicuramente vi inviteranno a un loro brunch o picnic dove tutti gli invitati portano qualcosa, naturalmente a base di pesce, e tanta birra, da consumare giocando e ridendo al suono del reggae sparato a mille.

Jerry Bortolan

di Jerry BortolanReporter, giornalista di viaggio ed enogastronomico.