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Australia, fino l’ultima onda della Rottnest Swim Challenge

La più dura maratona natatoria al mondo, dove l'importanza della preparazione psico-fisica, trascende il nuoto in acque libere. Una vera e propria filosofia sportiva

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32 00' 07" S 115 31'01" E, tanto basta ad un nuotatore in acque libere per identificare una delle maratone natatorie più dure e rischiose al mondo; la Rottnest Island Challenge, che si tiene come ogni anno il penultimo Sabato di Febbraio nelle tiepide acque dell'Oceano Indiano.
Il punto di partenza è Cottesloe, la più bella spiagge di Perth, la sabbia dorata e le acque turchesi dell'Oceano creano un attrazione irresistibile per gli amanti del mare.
Il punto di arrivo è la spiaggia di Thomson Bay sull'isola di Rottnest a circa 20 km dal punto di partenza, ma in caso di correnti sfavorevoli o errori nel calcolo della rotta la distanza può aumentare anche del 10%.
Il primo a compiere questa epica traversata in questo braccio di mare infestato di squali e battuto da venti tesi e correnti sferzanti è stato Gerd Von Dinklage-Schulenburg nel 1956, coprendo la distanza in 9h e 45' .
I giornali locali crearono clamore intorno a questa impresa, ma solo alcuni coraggiosi la tentarono nuovamente, fino al 1991 anno in cui la neonata Rottnest Channel Swim Association si impegnò a dare cadenza annuale all'evento, che ad oggi vede la partecipazione di migliaia di nuotatori Australiani ed internazionali, professionisti ed amatoriali.
Il regolamento molto rigido in termini di sicurezza prevede che ogni atleta abbia una barca d'appoggio che lo affianchi ad una distanza di circa dieci metri, ed un" paddler " , un canoista al suo fianco per tutta la traversata.

 


Gli atleti sono dotati di un bracciale in silicone che tramite un App da scaricare sullo smartphone, oltre a dare la rotta e la velocità al proprio team leader , tramite un interfaccia satellitare consente ai giudici di monitorare in tempo reale la posizione di ogni concorrente.
Daniel Curtis un concorrente Cinquantenne originario de Massachussets USA è arrivato nell'emisfero Australe tre settimane prima della competizione, con Valerio, il suo allenatore Italiano, per acclimatarsi ed assorbire il gap notevole del fuso orario australiano.
L'allenatore ci racconta come le ultime settimane siano state molto dure e dense di sedute di allenamento, Daniel ha percorso circa 12 km al giorno per lo più in piscina." In Australia ci riferisce Valerio molti impianti natatori usano acqua salata per cui abbiamo una galleggiabilità molto simile a quella del mare".
Tuttavia l'allenamento durante queste competizione è solo una parte del contributo alla buona riuscita dell'impresa; tra gli aspetti fondamentali c'è la predisposizione mentale a raggiungere gli obiettivi prefissati, fiducia nel coach, un pò di fortuna legata alle condizioni meteomarine
favorevoli, ed un lavoro di squadra organico con gli altri membri del team sulla barca di appoggio. Ci diamo appuntamento l'indomani mattina alle 3:30 per recarci insieme a Valerio al porto di Fremantle dove ci imbarcheremo sulla barca d'appoggio di Daniel, per seguire la gara dal vivo.

 



Sabato 21 febbraio ore 3:30 siamo puntuali all'appuntamento, Valerio ci viene incontro sale in macchina con noi ed andiamo verso l'imbarco, gli chiediamo di Dan, ci dice che è tranquillo, si sta preparando la colazione a base di riso bianco e varie bevande elettrolitiche, ci spiega come durante la gara dovranno esser fatte delle soste per rifornire l'atleta di liquidi, che vengono persi dal corpo molto velocemente in queste competizioni di Endurance.
Valerio ha calcolato che saranno necessari almeno 9 litri di acqua arricchiti con sali minerali, e qualche banana per completare la traversata, il regolamento prescrive che tali operazioni debbano essere fatte senza che l'atleta possa toccare la barca o si appoggi ad alcunchè, destando in noi sempre più stupore ed ammirazione per questi super nuotatori.
Ci siamo, la prima ondata di sfidanti parte puntuale alle sei del mattino, sono quelli registrati con i tempi migliori, il nostro Dan è nella terza ondata di uomini anfibi, noi lo aspettiamo dopo il primo km, scrutiamo l'orizzonte in cerca della cuffia con il suo numero, anche il comandante della barca ci aiuta, ed ecco che dopo aver scavallato un onda lo vediamo venirci incontro scortato dal paddler al suo fianco. La competizione entra nel vivo, affiancato Dan puntiamo la prua verso Ovest in direzione della meta, difronte a noi si apre uno scenario a dir poco incredibile, centinaia di barche e canoe ricoprono la superficie lievemente ondulata dell'Oceano, ovunque spruzzi di acqua testimoniano la presenza dei nuotatori, sopra di noi volteggiano gli elicotteri degli efficenti reparti Rescue, della Surf Life Saving Association Australiana.

 

 

Si respira una splendida senzazione di sicurezza, sembra impossibile che nelle acque più pericolose al mondo per la presenza di squali si possa nuotare in totale tranquillità; questi predatori si tengono alla
larga dal caos generato dalla moltitudine di imbarcazioni . In acqua, di fatto non si sono mai registrati attacchi durante questa competizione. Il primo "feeding" si conclude perfettamente Dan girandosi sul dorso riceve tramite un'asta il bicchiere con l’integratore che beve a grandi sorsi e subito riparte per non perdere il ritmo; Valerio controlla il cronometro e la nuotata di Daniel costantemente anche per capire il suo stato fisico, ma questo colosso del Massachussets non conosce la stanchezza e macina i primi 10 km con
disarmante naturalezza, ma è proprio ora che bisogna stringere i denti. Ci troviamo in mare aperto ed il comandante avvisa Valerio della presenza di una corrente che ci fa scarrocciare verso Sud, facendoci uscire fuori rotta, ed allungando inesorabilmente la traiettoria di avvicinamento al traguardo, così al "Feeding" successivo Valerio parla con Dan, gli chiede come si sente, se le energie mentali sono ancora con lui e gli suggerisce di seguire la direzione del sole come riferimento per non uscire fuori rotta a causa della corrente.
Intanto il sole alto nel cielo batte come solo chi è stato nell'emisfero australe sa immaginare, e comincia a mettere a dura prova la resistenza degli equipaggi di barche e canoe letteralmente cotti, penetrando come una lama ardente nel burro, le creme solari non possono essere inferiori al fattore di protezione 50.

 


Siamo oramai prossimi al traguardo giunti alle boe dei 2 km dobbiamo lasciare andare Dan solo perché le barche da li in poi non possono entrare, Valerio prima di lasciarlo gli porge l'ultima bevanda, gli chiede come si sente senza ricevere una risposta chiara dal suo amico ed allievo alle prese con la stanchezza. Si sente confuso e disorientato, ma non vuole mollare, d'ora in poi sarà seguito dai giudici di gara Valerio gli chiede: "ci sei? ci vediamo all'arrivo, resisti fino all'ultima onda" ! Sapendo in cuor suo il rischio di percorrere in solitario questo scampolo di gara che poi tanto leggero non è, avendo messo già alle spalle 18 km, potrebbe arrendersi o peggio accusare un malore. Ormeggiata la barca raggiungiamo il traguardo, uno dopo l'altro i concorrenti festanti corrono verso l'arrivo, Valerio riconosce la nuotata stanca ma potente di Daniel, si trova a 50 metri dal traguardo la gioia del coach è visibile ed incontenibile, è riuscito in un impresa personale incredibile in 6 ore grazie al mix di forza di volontà, allenamento, empatia con l'allenatore senso di responsabilità nei confronti di se stesso e di chi lo ha seguito per mesi è riuscito a portare a termine quella che per molti sembrerà un assurda follia, ma per chi ama il mare e le sfide, è forse l'unico modo per dare un senso alla vita.

Una cosa è certa solo mangiando si placa l'appetito, e Daniel ha già in mente di compiere sfide
molto più dure ed in acque ancora più difficili di quelle turchesi del Western Australia.

Stefano Salvatori

di Stefano SalvatoriIstruttore ed operatore subacqueo