Viaggi

Un angolo di Scandinavia nascosto nel cuore di Trastevere

Perché gli artisti nordici preferiscono Roma, la loro “Fellini Land”, come Ibsen lottò per far ammettere anche le donne al Circolo Scandinavo, i luoghi insoliti da non perdere durante un viaggio nel “Grande Nord”.

di |

circolo scandinavo di RomaDa più di 150 anni il Circolo Scandinavo di Roma ospita i più grandi artisti provenienti da Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Isole Faroer, Groenlandia, Isole Aland, dal mondo della letteratura, dell’arte visiva, teatrale, cinematografica e della musica.
Nato nel 1833 come “Collezione di libri dei danesi a Roma”, il Circolo è oggi una delle residenze più ambite per gli artisti scandinavi, attirati dalla possibilità di poter vivere a contatto con la grande arte italiana e poter trarre ispirazione dalla vita culturale della città.
Tra i primi residenti non si possono non ricordare lo scrittore di favole Hans Christian Andersen (Danimarca, “La piccola fiammiferia” e “I vestiti nuovi dell’imperatore”), lo scultore danese Bertel Thorvaldsen, i drammaturghi August Strindberg (Svezia, “La signorina Julie”) e Henrik Ibsen (Norvegia, “Casa di bambola”).

Il Circolo Scandinavo si trova oggi a Trastevere, in via della Lungara 231, nella cornice di Villa Farnesina e offre agli artisti nordici uno studio dove lavorare e vivere, spazi comuni attrezzati con cucina e internet, una vasta collezione di libri e opere d’arte, continue occasioni di dialogo professionale.
È qui che siamo arrivati in occasione di un Till Rom, l’appuntamento mensile in cui gli artisti presentano i propri progetti agli italiani e agli altri stranieri, parlando dell’opera ma anche del processo creativo.

 

Da circa tre anni il Circolo è guidato da Ingo Arnason, regista islandese, diplomato all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” nel 1999. Creare nuova arte e dare la possibilità agli artisti scandinavi di venire a Roma è secondo lui la missione principale di questa residenza. Una tradizione, dai grandi pittori danesi in poi.
Roma è sempre stato un punto di riferimento importantissimo per loro: tutti dovevano fare un viaggio nella “città eterna” almeno una volta nella vita, per trarre ispirazione e confrontarsi con uno dei luoghi più importanti dell’arte mondiale. Ancora oggi, lavorare qui su un progetto funziona, anche quando le opere non sono centrate sull’Italia. Gli scrittori, ad esempio, possono aver lavorato su un’opera per 2 o 3 anni, ma vengono al Circolo per finire il proprio libro, perché sanno che qui troveranno l’ispirazione giusta per chiuderlo. Possono scrivere senza essere disturbati, poi scendere le scale ed entrare in quello che molti chiamano “Fellini Land”, un mondo potente fatto di suoni, voci, colori, trattorie, storie vive da cui trarre nuove idee.

 

 

Il Circolo si occupa da un lato di ospitare gli artisti e metterli nelle condizioni migliori per sviluppare i propri lavori, dall’altro di creare occasioni d’incontro con il mondo della cultura italiana, organizzando per esempio per i visual artist incontri con curatori di mostre, per i musicisti dei concerti.

 

Da sottolineare anche l’organizzazione di festival, come il Nordic Film Festival, dove esiste uno spazio riservato ai filmaker che hanno avuto una residenza (corti, documentari, video-arte).
Sono ormai molti gli artisti nordici che grazie a queste iniziative hanno cominciato a collaborare con professionisti italiani: Alexander Nordstrom, regista teatrale che lavora con una compagnia di Napoli, Kristina Sward, sceneggiatrice impegnata in un progetto televisivo tra Italia e Svezia, Milena Parland, una scrittrice di libri per bambini molto famosa in Islanda, che nel suo ultimo libro racconta l’avventura di una ragazza in viaggio con la nonna a Roma.

Insomma, quando gli artisti vengono a Roma, Roma riesce in qualche modo a inserirsi nel loro lavoro. Un po’ come quando Ibsen, arrivato in Italia per la prima volta, andò alla Basilica di San Pietro in Vaticano e capì, guardando la sua architettura, come strutturare i propri pezzi teatrali. La pièce successiva gli fu pagata talmente bene dal Teatro di Oslo che decise poi di tornare a Roma e cominciare a comprare lì tutti i suoi vestiti (ecco svelato il mistero del “look italiano di Ibsen”).
Di Ibsen, al Circolo Scandinavo sono ancora presenti i “libri delle lamentele”, nei quali lo scrittore chiedeva più inchiostro e più riscaldamento, e i verbali delle riunioni durante le quali egli, che in quegli anni stava già lavorando a “Casa di bambola”, chiese e infine ottenne che al circolo venissero ammesse anche le donne.

 

Islanda, Snæfells

 

Per chi voglia compiere un viaggio in Islanda, Ingo Arnason consiglia di non perdere la penisola di Snæfellsnes, una terra affascinante e magnetica, con spiagge, mare e un vulcano sotto il ghiaccio. Da quel vulcano Jules Verne ha fatto partire il suo “Viaggio al centro della terra”, in un percorso fantastico che avrebbe portato i suoi protagonisti fino in Sicilia, in un collegamento ideale tra le due isole.

Mikael Olsson, fotografo svedese, ha avuto la possibilità di conoscere in Italia dei registi con i quali ha avviato diverse collaborazioni.
Lavorando al Circolo Scandinavo ha ultimato il lavoro sul suo prossimo libro | auf In on |, una interpretazione fotografica dei lavori degli architetti svizzeri Herzog & de Meuron e dell’artista cinese Ai Weiwei al padiglione temporaneo della Serpentine Gallery di Londra. Un lavoro che ha a che fare con la memoria, l’identità e i processi creativi di trasformazione dei luoghi.
Della Svezia non rinuncerebbe mai alla west coast, da Helsingborg a Halmstad, che in estate è per lui il più bel posto del mondo: isole senza alberi, cibo fresco, natura mozzafiato, acqua cristallina e un’esplosione di colori.

 

Sanna Tahvanainen, scrittrice finlandese, ha ultimato il secondo libro di una trilogia sulle grandi donne della storia. Questo, dedicato a Coco Chanel, è ambientato a New York negli anni 20. Le ha dato perciò la possibilità di vivere Roma con grande libertà.

 

West coast Svezia

 


A chi volesse andare in Finlandia, consiglia di vivere un po’ Helsinki e poi affittare un’auto e guidare fino alla regione dei laghi, perfetta per chi ama pescare. Da non perdere anche l’arcipelago, con la sua natura incontaminata, da esplorare in sella a una bicicletta.

 

Peter Brandt, visual artist danese, durante la sua residenza al Circolo ha avuto la possibilità di calarsi completamente in un contesto creativo e lavorare al suo progetto "To be (silenced)", su la violenza, i traumi e la morte spirituale.

 

Danimarca, Christiania

 


In Danimarca consiglia di visitare Christania, la “città libera” di Copenhagen, una comunità indipendente di circa 1000 persone che rappresenta un modo alternativo di vivere e di pensare, un esempio importante soprattutto in un tempo come questo in cui persone e paesi tendono invece a chiudersi di fronte a chi è diverso.

 

 

 


 

Valentina Leotta

di Valentina LeottaSceneggiatrice, ha svolto un dottorato di ricerca in film studies presso l’Università di Roma “Sapienza”.