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Post di: Valentina Leotta

Un angolo di Scandinavia nascosto nel cuore di Trastevere

Perché gli artisti nordici preferiscono Roma, la loro “Fellini Land”, come Ibsen lottò per far ammettere anche le donne al Circolo Scandinavo, i luoghi insoliti da non perdere durante un viaggio nel “Grande Nord”.

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Da più di 150 anni il Circolo Scandinavo di Roma ospita i più grandi artisti provenienti da Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Isole Faroer, Groenlandia, Isole Aland, dal mondo della letteratura, dell’arte visiva, teatrale, cinematografica e della musica. Nato nel 1833 come “Collezione di libri dei danesi a Roma”, il Circolo è oggi una delle residenze più ambite per gli artisti scandinavi, attirati dalla possibilità di poter vivere a contatto con la grande arte italiana e poter trarre ispirazione dalla vita culturale della città. Tra i primi residenti non si possono non ricordare lo scrittore di favole Hans Christian Andersen (Danimarca, “La piccola fiammiferia” e “I vestiti nuovi dell’imperatore”), lo scultore danese Bertel Thorvaldsen, i drammaturghi August Strindberg (Svezia, &ld... continua

HOLLYWOOD TORNA SUL TEVERE

Da “007” al sequel di “Zoolander” fino al remake di “Ben Hur”, la serie di Diabolik e il nuovo film con Tom Hanks tratto da un best seller di Dan Brown.

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Da qualche mese a questa parte, l’Italia è tornata protagonista delle produzioni hollywoodiane, fornendo scenari e strutture ad alcuni grandi film delle prossime stagioni cinematografiche e televisive. Come ai tempi della “Hollywood sul Tevere”, le major statunitensi hanno ricominciato a investire su Cinecittà e sull’Italia delle Film Commission, con introiti di oltre 150 milioni di euro e un riflesso positivo sia in termini occupazionali, sia di rilancio dell'immagine del Bel Paese nel mondo. Sembrerebbero essere questi i primi risultati visibili del recente miglioramento del ‘tax credit’ cinematografico dedicato 
ai progetti stranieri. Per il ventiquattresimo capitolo di 007, “Spectre”, James Bond è così sbarcato a Roma, dove sono state girate alcune delle riprese più spettacolari. Il film, dir... continua

"1992" La criticata serie di Sky, Grandi difficoltà se i protagonisti fossero stati Craxi o Di Pietro... In Italia non si può fare

Intervista esclusiva alla sceneggiatrice. Come in un laboratorio abbiamo cercato di studiare il Big Bang della politica.

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Molti i Paesi che chiedono il progetto televisivo su Mani Pulite. Il mix tra realtà e personaggi di fantasia, la sfida lanciata da Sky a Rai, le reazioni dei politici dopo la messa in onda. Sceneggiatrice per il cinema e la televisione, Ludovica Rampoldi per il grande schermo ha firmato soggetto e sceneggiatura de Il ragazzo invisibile (G. Salvatores 2014), La kryptonite nella borsa (I. Cotroneo 2011), Il gioiellino (A. Molaioli 2011), La doppia ora (G. Capotondi 2009) e ha collaborato al copione de La ragazza del lago. Per la televisione ha lavorato all’adattamento italiano di In Treatment e a Gomorra – La serie. Con Alessandro Fabbri e Stefano Sardo ha creato 1992, 10 puntate prodotte per Sky da Wildside con la collaborazione di La7. La prima fiction italiana sui 10 mesi cruciali di un anno simbolo nella nostra storia contemporanea. Com&rs... continua

Intervista esclusiva a Carlo Carlei: IL SISTEMA DISTRIBUTIVO ATTUALE E’ DESTINATO A MORIRE. ANCHE CHI COMANDAVA AL BOTTEGHINO ADESSO NON TROVA DISTRIBUZIONE NEANCHE CON ROBERT DE NIRO E COMPANY

Nel futuro della sala cinematografica i film saranno sempre più un evento, come un grande concerto rock, Cinema e televisione sempre più simili.

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Cominciamo da un aneddoto: è il 1994, in una puntata di Domenica In Oliver Stone dice «Tra i registi italiani mi piace molto Carlo Carlei», Mara Venier arrossisce e replica «Chi?». L’episodio finisce su Blob e diventa un articolo per il Corriere della Sera. Lei allora era un regista di 32 anni molto conosciuto negli Stati Uniti ma poco noto in Italia. Come si è evoluto questo negli anni? Dal punto di vista della percezione mediatica credo non sia cambiato molto, anche perché non ho sprecato molte energie a fare public relation. Mi sono sempre concentrato sul mio lavoro, come se fosse il laboratorio di uno scienziato e mi ci sono dedicato con grande passione. Ma probabilmente ho commesso un errore, perché quando si opera nel campo dell’intrattenimento costruire un brand è importante. Resta però la stima di ... continua
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