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Isole vergini americane. 1 mese di festeggiamenti per il carnevale e centenario della scoperta

St. Thomas e St John, isole caraibiche passate dagli europei agli Usa

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virgin island carnivalAprile, il carnevale che dura un mese intero. Il VIRGIN ISLANDS Carnival, delle isole vergini americane, è un evento dell’arcipelago caraibico statunitense con fulcro sull’isola di St. Thomas. I festeggiamenti durano un mese intero e annuncia il suo inizio con spettacoli di costumi variopinti e competizioni di musica calypso, poi si riscalda durante l'ultima settimana con un party decisamente piccante al Village, con J'ouvert, la fiera gastronomica Food Fair, le parate ed i fuochi d'artificio. Tutta la popolazione è coinvolta, poiché è un patrimonio culturale imprescindibile che abbraccia ogni generazione e presenta la popolazione e la sua identità. Regna sovrana la musica, l'allegria, la danza e il cibo con i piatti della tradizione. Ovviamente il rum è bevuto da tutti, sull’isola è una sorta di nettare ormai parte di cultura e origine degli abitanti.
Quest'anno la celebrazione della 65° edizione del carnevale è stata doppiamente festosa poiché ha coinciso con i festeggiamenti del Centenario dell'Arcipelago. L’isola caraibica è stata acquistata dagli Stati Uniti d’America, a ridosso della prima guerra mondiale, ed è quindi passata dalla Danimarca agli Usa nel 1917. L'intenso calendario delle celebrazioni sono iniziate il 1 aprile e sono state chiuse il 29 aprile.


La più piccola isola dell’arcipelago è St John. Tre miglia di mare la separano da St Thomas. Venti minuti di barca a motore o di traghetto per giungere al porticciolo di Cruz Bay. Questa deliziosa isola, dalle spiagge bianchissime, copre circa 43 chilometri quadrati, è selvaggia e meno turistica. E’ anche la più vergine delle Vergini. E’ un oasi di pace per chi è saturo di civiltà, stress e pressione della routine quotidiana. Saint John è sedentaria, indisturbata, intatta: un vero paradiso tropicale e sede del National Park delle Vergini Americane, territorio naturale protetto ideale per le immersioni subacquee. Gli Stati Uniti acquistarono le Vergini nel 1917, ed a partire dagli anni ‘30 l’industria del turismo cominciò ad acquisire un’importanza fondamentale per l’economia delle isole. Nel 1956 il magnate e miliardario Rockfeller, già proprietario di una grande parte della superficie di St.John, chiese al Governo Federale di trasformare l’isola in Parco Nazionale.

Oggi sono poche la auto e le jeep (accettati i veicoli commerciali, le automobili degli abitanti locali e quelle a noleggio dei turisti); Si noleggiano barche a vela e a motore. Il dollaro americano è la moneta ufficiale ma anche l’euro è ben accetto. Molti i ricchi americani che pigramente passeggiano sulla spiaggia o fanno pesca d’altura al largo delle isole. Cruz Bay è una baia tipicamente caraibica con molti ristoranti, c’è atmosfera culinaria da pranzo negli allegri bistrot e ristoranti semplici tipicamente “locali”. La baia sembra un villaggio surreale, piccolo e pittoresco, è un villaggio di pescatori del 18simo secolo.

 

 

 

La pace regna sulle onde del mare, il fogliame delle piante mormora al vento, uccelli cantano, si sente solo il “rumore” delle brezze. Sembra che St. John sia un ambiente perfettamente “sonorizzato”, ove si può ascoltare il silenzio che è diffuso nell’atmosfera.
Due sono i grandi resorts dell’isola, ma ci sono anche guest house e ville che completano l’offerta degli alloggi.

 

A St. John il tempo è perduto ed il romanticismo regna sovrano, la bellezza dell’ambiente è dirompente, il design dell’isola perfetto, le spiagge incomparabili, la quiete immensa. Nessuna folla, niente traffico, nessuna distrazione.
Geograficamente le Vergini sono un punto di demarcazione tra le Grandi Antille ad ovest e le piccole Antille ad est e a sud. Le oltre 100 isole, isolotti, atolli e rocce che costituiscono l’arcipelago delle Vergini si dividono in tre gruppi: le Vergini Spagnole (direttamente ad est del territorio USA di Puerto Rico a cui appartengono), le Isole Vergini Americane (ad est di quelle spagnole ) ed infine le Isole Vergini Britanniche che si trovano a nord ed a nord-est delle Vergini USA.

Molto tempo prima dell’arrivo dei Danesi, prima ancora dello sbarco di Colombo che aveva scoperto e dato il nome alle isole, popolazioni provenienti dal Sud America erano sbarcate a St. John tra il 2000 e il 1000 A.C. insediandosi sull’isola. Si trattava degli Ortoroid, il primo gruppo etnico di cui oggi si abbiano tracce storiche. Non si sa bene quale sia stato il loro destino, ma, ad un certo punto, la loro cultura si estinse senza che ancora oggi se ne conosca il motivo.
Si sa tuttavia poco delle diverse dominazioni succedutesi a St. John tra l’arrivo di Colombo e la conquista danese. La prima dominazione europea (quella spagnola) aveva l’obiettivo di raccogliere risorse naturali dall’isola e procurare schiavi per le miniere di altre regioni, senza alcun interesse iniziale per lo sfruttamento agricolo.

 


Inglesi, francesi, olandesi, portoghesi e spagnoli, si alternarono nel controllo a titolo più o meno personale delle piccole isole caraibiche sfruttandone le risorse commerciali ed agricole. Gli Olandesi conquistarono facilmente Aruba nel 1596; seguirono gli Inglesi ed i Francesi. A metà del 17simo secolo, quasi tutte le isole orientali dei Caraibi lasciate vacanti dagli Spagnoli, furono occupate da altre nazioni Europee.


Le isole Vergini passarono sotto il controllo di molte potenze finché nel 1665 arrivarono i Danesi, guidati da un gruppo di Copenhagen (in realtà mercanti olandesi) che si apprestava alla colonizzazione di St. Thomas per conto della Corona e della bandiera Danese. Eric Nielsen Smit era il comandante della spedizione. All’arrivo dei Danesi l’isola di St. Thomas era scarsamente popolata, nonostante alcune presenze di altri Olandesi e nativi. La storia di St. John non fu molto diversa. Frequentata sporadicamente per più di 150 anni dagli Spagnoli per l’approvvigionamento d’acqua e per la cattura di schiavi. Sulle sue coste approdarono anche altri europei per esplorarne il territorio e farne una base d’appoggio per spedizioni sulle altre isole vicine, una base utilizzata da tutti ed oggi territorio americano.

Mario Rossi

di Mario RossiGiornalista