Viaggi

A Pasqua le donne vengono frustate con il pane

In Repubblica Ceca sacro, profano e acqua fredda in testa per gli uomini.

di |

Un viaggio tra sacro e profano nella Pasqua ceca. A vivacizzare la sacralità degli eventi religiosi arrivano infatti il colore e il folklore delle feste popolari e dei tipici mercatini di stagione.

Qui la Pasqua si chiama Velikonoce e, per tradizione, al tempo stesso rende omaggio alla passione e resurrezione di Cristo e dà un gioioso benvenuto alla primavera. Con la natura che si risveglia, le belle giornate, il clima finalmente mite e una contagiosa aria di festa, la Pasqua porta una sentita festa religiosa, qui come in tutto il mondo. Si assistono rituali antichi e si assaggiano leccornie di stagione nei tradizionali mercatini di Pasqua. Meno noti, ma anche meno inflazionati, di quelli di Natale. Coloratissimi, ridondanti di oggetti e prelibatezze tipiche, nonché presidiati da alberi addobbati di uova variopinte. Colorano le piazze delle grandi città, ma anche quelle di centri minori ovunque in Boemia, Moravia e Slesia.


A Praga, animata per l’occasione anche da danze e musiche popolari, dal 17 marzo all’8 aprile, nella piazza della Città Vecchia, in piazza Venceslao e in piazza della Repubblica è possibile assistere a canzoni e ballerini sempre presenti, oltre a 90 bancarelle, dove scovare souvenir e prodotti tipici: uova colorate, sonagli in legno, merletti, fruste di salice intrecciato (pomlazka), giochi, marionette e agnellini di zucchero, oltre a dimostrazioni dal vivo di artigianato e laboratori per bambini.


Brno festeggia invece la Pasqua con il Festival della musica spirituale, toccante rassegna di cori, canti sacri e orchestre sinfoniche in splendidi edifici di culto della città.

 

 

Paese che vai, usanza che trovi. Gli Oggetti-simbolo della Pasqua ceca sono le uova colorate ma soprattutto la tipica frusta intrecciata con ramoscelli di salice e nastri variopinti, chiamata pomlazka, e realizzata in diverse misure.

La tradizione vuole che il lunedì di Pasqua i ragazzi e gli uomini adulti vadano di casa in casa a chiedere un’offerta e colpiscano, piano e scherzosamente, con la frusta ragazze e donne che, per indurli a smettere, li omaggiano con uova colorate.

Qualcuna però non cede al “ricatto” e reagisce versando loro acqua fredda sulla testa. In realtà i colpi di frusta non vogliono essere un atto di violenza, ma al contrario regalare alle donne bellezza e giovinezza per tutto l’anno, o almeno così vuole la tradizione. Un’altra usanza, ancora molto diffusa in certe regioni, è quella dei sonagli di legno. Dal giovedì al sabato Santo i ragazzi girano per le strade facendoli suonare per richiamare la gente in chiesa, così come si faceva quando mancavano le campane, trasferite a Roma.

 

 


Dopo i sacrifici della Quaresima la Pasqua prende tutti per la gola, si mangiano: il beranek (un agnello ricoperto di zucchero o di glassa al cioccolato), la jidase (treccia dolce che simboleggia la corda con cui si impiccò Giuda), il mazanec (piccola pagnotta di pasta lievitata), il pernik (pan di zenzero) e il bozi milosti (che si traduce letteralmente “Grazia di Dio”, un dolce fritto e zuccherato).

 

E poiché la Pasqua è anche un inno alla nuova stagione, in questo periodo in tavola non può mancare il minestrone di verdura primaverile e pollame farcito con verdura. Insomma anche a Pasqua, come a Natale, in tutto il mondo si ingrassa.


 

 

 

Mario Lucillo

di Mario LucilloGiornalista e curioso del mondo