Da Miss Italia ai film in giro per il mondo passando per “Ocean’s Twelve” e la Isla bonita di Madonna
Denny Mendez si racconta: Nel ’96 attraverso me è stato lanciato un messaggio d’integrazione. Nei film italiani però mancano ancora ruoli che possano raccontare in profondità altre etnie.

Tra i miei sogni poter lavorare in Italia con Virzì, Francesco Bruni e Guido Lombardi. Su Ocean’s Twelve la cena dei gavettoni con Brad Pitt e Clooney.
Denny Mendez, nata a Santo Domingo, è stata la prima e unica ragazza di origini dominicane, e fra le poche di origini non italiane, ad aver vinto il titolo di Miss Italia. Era il 1996 e l’anno successivo per poco non diventa anche Miss Universo.
Icona di bellezza, modella, attrice, è attiva soprattutto nel teatro, ma con molti ruoli anche in cinema e in televisione. La sua vita professionale si divide tra l’estero e l’Italia, dove è nota soprattutto per aver recitato nella fiction “Chiaroscuro” insieme a Nino Manfredi, nella soap opera “Un posto al sole” e per aver avuto una parte nel film “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh.
In occasione dell’ultimo Festival di Cannes la sua vita sentimentale ha appassionato non poco il mondo: sul red carpet la proposta di matrimonio da parte del fidanzato, il produttore hollywoodiano Oscar Generale, aiutato dall’attore e amico John Travolta e sua moglie Kelly Preston, ha scatenato i gossip delle pagine di spettacolo internazionali.
Simpatica, autoironica, intelligente, Denny Mendez, mette sempre al primo posto il rapporto con le persone e con il pubblico. In viaggio tra l’Italia e il resto del mondo.
In occasione della tua proclamazione a Miss Italia nel 1996 sei stata il simbolo di un cambiamento: votata dagli italiani, scelta come la più bella tra tante ragazze, ma per la prima volta nella storia del concorso l’affermarsi di tratti esotici e origini dominicane.
Come hai vissuto quel momento?
Sul piano personale è stata una grandissima vittoria, inaspettata, un’emozione fortissima.
Penso poi che in quel periodo sia stato anche importante poter usare come pretesto un concorso di bellezza per parlare di altri argomenti, come l’integrazione. Miss Italia è stato così un veicolo per confrontarsi su temi anche scomodi, celati razzismi e finti buonismi.
In un certo senso Denny Mendez per Miss Italia come Barak Obama per la presidenza degli Stati Uniti. E’ cambiato il modo di intendere la bellezza italiana dopo la tua partecipazione?
Oddio non dico come Barak Obama, che è stato un fatto così importante per l’America… però ecco, in effetti, credo che attraverso me sia stato lanciato un messaggio, un’affermazione innovativa.
Non è stata tanto una discussione sui tratti somatici. Io sono italiana da parte di padre e dominicana da parte di madre… ed ero una bella ragazza! (ride). Ma quello è stato certamente un concorso d’integrazione. La bellezza c’era, ma il tema principale era come poteva una ragazza integrarsi, che fosse Mendez o una ragazza proveniente ad esempio dal Marocco, sia a scuola che in tutto il resto. In un Paese come l’Italia che ti offre tantissimo ma ha ancora delle regole molto bigotte.
Quell’edizione si deve soprattutto al grandissimo Enzo Mirigliani, che in quegli anni ha cambiato molto uno degli eventi più tradizionalisti per l’Italia. Per quanto riguarda la vecchia generazione è stato difficile da digerire. E da noi questo è successo molto prima del successo di Obama. C’è stata un’apertura mentale per l’Italia prima che ci fosse un’affermazione così importante per il mondo.
Dal ‘96 fino ad oggi il concorso non ha forse più subito cambiamenti così grandi.
Oggi sempre più bella. Qual è il tuo segreto?
Eh, il famoso segreto…! Be’ devo dire che di segreto non c’è n’è uno. Me li sono conquistati pian piano.
Sicuramente c’è stata una maturazione rispetto a diversi anni fa, e questo mi ha portato una sicurezza maggiore. La stessa proprietà di linguaggio è migliorata, in quegli anni ero molto impacciata. Ecco forse possiamo dire che tutte le cose che avevo in passato sono state potenziate e forse questo mi ha reso più bella (ride imbarazzata). Non perché ho fatto pilates o quant’altro!
Uno dei segreti che mi fanno risplendere a livello interno è di essere più sicura e meno ingenua del passato.
Quindi una bellezza interiore che si riflette anche fuori?
Be’ sì, alla fine sì. Sembra banale dire “bellezza dentro, bellezza fuori”, ma credo che alla fine sia così. Basta pensare alle persone e alle donne che hanno saputo invecchiare: irradiano un’armonia, una serenità! Saper invecchiare nel tempo non è una cosa così semplice. Bisogna andare molto d’accordo con se stessi, risolvere i propri blocchi, i conflitti interiori...
D’altra parte pare sia proprio un fatto scientifico! Ieri per esempio leggevo su un libro (sono una persona molto curiosa) che se certi organi del corpo si ammalano vuol dire che in determinate parti ci sono dei blocchi, delle rigidità. Ogni organo ti dà dei segnali su come stai vivendo la tua vita. Gli stati d’animo si somatizzano. Vale per i mal di testa, i mal di stomaco, le difficoltà di digestione… E’ molto interessante, anzi consiglio di approfondire.
Le tue radici sono a Santo Domingo, abiti in Italia ma anche all’estero. Quali sono i punti fermi di questa tua esistenza internazionale e, se dovessi scegliere, dove andresti a vivere?
Mi sono sempre spostata, fin da piccola sono stata in viaggio. Le mie origini rimangono dominicane ma l’Italia è la mia seconda casa. Ho vissuto prevalentemente qui, prima a Bologna, poi a Firenze, Milano… sono una girovaga! Si vede che è nel mio DNA. Adesso vivo a Los Angeles.
Se dovessi scegliere un posto in cui abitare… Non so… Sono stata recentemente in Belize, mi piace molto. Così come mi piace il Sud Africa, ha dei luoghi meravigliosi. Insomma ce ne sono diversi, sia da vivere che da frequentare per il lavoro. Non sono una persona che sa stare in un punto fermo. Non so se sia un bene o un male, però è così.
Prima di diventare Miss Italia studiavi per poter lavorare nel turismo? E’ un progetto che hai abbandonato?
Purtroppo sì, perché adesso faccio io la turista! Però sono sempre in contatto con l’ente dominicano per il turismo: mi informo su quando ci sono degli eventi, delle manifestazioni.
La maggior parte del benessere della Repubblica Dominicana dipende dal turismo, e io sono una delle testimonial della Repubblica Dominicana, quindi cerco di essere presente.
E’ una cosa che mi piace. E’ un modo per far conoscere la mia terra d’origine anche fuori dai soliti cliché.
Parliamo adesso della tua carriera. Da modella e icona di bellezza ad attrice. Quali pensi siano stati i momenti decisivi del tuo percorso artistico?
Quelli che verranno!
Devo dire che la storia della modella attrice non è nuova, basti pensare a Charlize Theron, Milla Jovovich, Monica Bellucci, Margareth Madè, la modella che ha fatto “Baarìa” (G. Tornatore, 2009). Di donne attrici passate dalla moda ce ne sono veramente tante. Quando sei una modella magari ti viene data l’opportunità, poi se c’è il talento le cose vanno avanti.
Personalmente il mio percorso da modella ad attrice per quel che riguarda l’Italia è stato un po’ faticoso, soprattutto per un discorso di sceneggiature, di scritture. In Francia o in altri Paesi le cose sono molto differenti, almeno per quello che ho avuto modo di vedere io.
Di opportunità stando in Italia e venendo da un concorso di bellezza come Miss Italia ne ho avute e ne sto avendo tante, sia a livello di fiction sia di testimonial di campagne pubblicitarie. Ma mancano ruoli che possano raccontare in profondità altre etnie. Vengono fatte delle pennellate leggere, ma mai approfondite. Nessuno rischia. Sono stati ben pochi quelli che l’hanno fatto finora, che hanno inserito nelle loro storie personaggi di origini non italiane.
La cultura italiana è così? Non credo, io la vedo in maniera diversa. La realtà che si vive mi sembra molto diversa rispetto a quella che viene rappresentata.
Eppure si possono raccontare, e si racconteranno secondo me, delle storie più vicine alla realtà. Con tutta l’immigrazione che c’è stata e che c’è, con tutte le seconde e terze generazioni d’italiani nate da genitori immigrati… Prima o poi si arriverà a rispettare la realtà della vita, perché oggi la realtà che viene raccontata sul grande schermo e in televisione non coincide con quella reale.
Nelle storie che vengono raccontate o sceneggiate in Italia manca questo: la realtà delle cose che si vivono.
Denny Mendez con Giulio Scarpati nella fiction Rai “Cugino e cugino”
Recentemente ti abbiamo vista protagonista dei workshop di Ivana Chubbuck, l’insegnante di molte star di Hollywood e la coach che ha portato agli Oscar Hall Barry e Charlize Teron. Qual è il ruolo della formazione nella tua carriera?
Importantissima. Generalmente non mi fermo mai, quando non lavoro cerco sempre insegnanti o frequento workshop. Credo sia un dovere per chi fa l’attore: conoscere sempre nuove dimensioni a livello di recitazione e di vita. Per me lo studio è fondamentale.
Questa balla che dicono “Ah ma tu già…”… No! Anche i grandi non smettono mai di studiare. Qualche anno fa a Los Angeles ho avuto modo di assistere a un incontro con Al Pacino in occasione della presentazione della sua “Salomè” (Al Pacino, 2011) e anche lui diceva “Mai fermarsi con il training”.
Non solo attività legate alla recitazione. Anche allenarsi al doppiaggio e all’uso della voce è fondamentale. Poi c’è il corpo… Da un po’ di tempo per esempio pratico il tai chi e lo yoga.
In Italia si recita molto con la voce e con la testa, ma il corpo e gli aspetti di movimento, di action, lasciano un po’ a desiderare.
Io non vengo dalla Silvio D’Amico, dal Centro Sperimentale o dalla Paolo Grassi di Milano, ma per me l’educazione e la formazione faranno sempre parte della mia vita. E gli aggiornamenti. Perché nel tempo la recitazione cambia, si trovano nuove forme e nuovi metodi.
Ivana Chubbuck in questo è una grande, un’insegnante davvero straordinaria. E credo sia molto importante incontrare dei maestri così.
Hai avuto modo di recitare col grande Nino Manfredi, in un film per Rai Due che si chiamava “Chiaroscuro”. Com’è stato per te lavorare con lui? E hai avuto problemi a relazionarti col dialetto romano?
E’ stata una bellissima esperienza, con davvero un grande della commedia italiana.
Devo dire che la romanità per me è stata spiazzante, ma non ho avuto problemi, anche perché non dovevo recitare in dialetto. Comunque credo che il romano, così come i dialetti in genere, già di per sé sia molto accogliente, dirompente. Ti porta ad essere molto pratico.
Nino, oltre ad essere un grande attore, era anche molto dolce. E molto generoso, che è raro. Nino Manfredi, così come Alberto Sordi e altri nomi noti della commedia all’italiana, erano grandi proprio perché pensavano innanzitutto al progetto nel suo insieme, non solo al proprio nome e al proprio ruolo. E questo penso sia importantissimo.
Sul set mi poi sono divertita tantissimo… quanti stornelli romani! Una gioia. E spero proprio, abitando a Roma, di avere la possibilità di lavorare ancora in un film così, in cui possa esserci quell’atmosfera, che si avvicina anche molto alla mia cultura latina.
Negli ultimi anni sei stata molto attiva dal punto di vista teatrale, qual è stato finora lo spettacolo più impegnativo?
Sicuramente una Fedra, fatta due anni fa in tournee estiva nelle meravigliose location dei Teatri di Pietra. Emozionante. Era una rilettura in chiave moderna ma il personaggio mi ha comunque portato in un’altra dimensione.
Adoro tutte queste figure femminili di grande personalità che nel corso della storia cambiano la propria vita e spesso, sacrificando tutto e tutti, riescono poi a cambiare anche gli altri.
Fedra, Medea, Lucrezia Borgia, personaggi classici ma anche moderni, come Alda Merini, poetessa straordinaria. Quanta forza ha la donna che si mette così in gioco a 360 gradi! Ed avere la possibilità di portare a teatro personaggi così è davvero meraviglioso.
Internazionale per DNA e per esperienza di vita. Il tuo lavoro come attrice non è legato solo all’Italia. Tra le tue esperienze anche un ruolo in “Ocean’s Twelve” di Soderbergh in cui interagisci con Brad Pitt, George Clooney, Vincent Cassel e Matt Damon. Qual è il ricordo più forte che hai di questi incontri?
Innanzitutto venire chiamata per girare delle scene per una settimana su un set così diverso credo sia di per sé un’esperienza enorme per un attore. Il lavoro è talmente diverso dai set italiani!
Però ho avuto anche modo di divertirmi molto.
Il ricordo più forte che ho è “la cena dei gavettoni”: nella pausa set, era agosto, vedo tutti questi attori che cominciano a prendersi a gavettoni. Non potevo crederci! Ero incredula, da attrice e da fan. Avevo quest’idea, di loro come grandi attori, seri, e invece anche sul lavoro riescono a sdrammatizzare. Allora ti rendi conto di quanto siano assolutamente importanti anche i momenti di gioco.
Non mi ricordo chi abbia dato il via, ma alla fine erano tutti coinvolti: Brad Pitt, Clooney, c’erano anche Catherine Zeta Jones e Julia Roberts, tutti insieme come dei bambini.
E’ stata un’esperienza fortissima, umanamente e professionalmente. E’ raro vedere tanti grandi attori insieme in un film, e farne parte, sebbene in un piccolo ruolo, è estato per me un gran lavoro.
Reduce dal set caraibico di “Isla Bonita”, di cui sei la protagonista. Prima soap opera del Belize, molto attesa in Sudamerica. Puoi parlarci di questa esperienza?
Confesso che, inizialmente, sentendo la parola “soap opera” avevo storto un po’ il naso. Spesso si associa questo genere a prodotti di scarsa qualità. Invece ho visto che si trattava di un progetto molto interessante: una coproduzione belizegna con la Repubblica Dominicana, girata in inglese e in spagnolo. Per me è molto importante, perché ci credo ma anche perché mi sento più libera, è la mia lingua (spanglish), e vicino a me ci sono persone molto talentuose.
Interpreto la protagonista, Carolina Del Valle. Abbiamo già girato la prima puntata, che ha avuto un grande successo, e a dicembre dovrei cominciare a girare gli altri 70 episodi. Un progetto che mi impegnerà a lungo. Dopo la prima messa in onda tutti adesso sono in attesa e si chiedono: cosa succederà? Che cosa farà Carolina Del Valle? Perché lei nella prima puntata è stata piantata sull’altare da uno di questi uomini che tradiscono e adesso dovrà riprendersi, inventarsi qualcosa.
Un grandissimo progetto, anche perché è ambientato non solo in Belize e prossimamente potrebbe essere girato anche in Italia, dove la protagonista ha avuto modo di studiare.
In Sud America, anche nelle grandi televisioni, sta andando molto. Non so da quale rete italiana sarà acquistata, se Rai o Mediaset, ma per me questo non è importante. A me per ora interessa allargare le mie conoscenze a livello professionale, di registi, di attori.
Poi è girata a San Pedro, come la canzone di Madonna “La Isla Bonita…” (Denny accenna divertita la melodia) che era uno dei miei pezzi preferiti! In più è un posto bello, al caldo, cosa vuoi di più dalla vita!
Denny Mendez in Belize sul set della soap “Isla Bonita”
In questa fase il cinema che posto occupa nei tuoi progetti?
Credo che ormai fare cinema, teatro o televisione sia come dire che si è su Facebook, Twitter o Instagram. Ci s’incontra ormai tutti sui vari set, che sia fiction, film, o soap opera. Magari uno ha i tempi più veloci, l’altro ti lascia invece più tempo per lavorare sul personaggio, ma a me non piace fare distinzioni tra l’uno e l’altro.
Amo l’impegno e, quando arriva, mi metto in prima linea. Quando devo studiare studio, comunque, perché per me è una priorità: in quel momento non ci sono solo io, ci sono anche altre persone che lavorano insieme con me, quindi ho una responsabilità. E come attrice devo riuscire a veicolare quello è scritto nella sceneggiatura come lo vuole raccontare il regista.
Divertendomi, ovviamente. Sempre.
E allora proviamo a chiudere con due domande che sono un po’ un gioco, un gioco di ipotesi. In quale film ti avrebbe fatto piacere lavorare?
Mi è piaciuto molto il ruolo che ha fatto Valeria Bruni Tedeschi nel film “Il capitale umano”. Divina. Paolo Virzì poi è uno dei registi che amo e mi sarebbe piaciuto molto poter interpretare quel personaggio.
Uno l’hai già detto, ma ti faccio lo stesso anche la seconda domanda: con quale regista ti piacerebbe lavorare?
A livello internazionale sicuramente Steve McQueen. Come attrice penso sia importante vedere quali registi hanno la possibilità di raccontare delle storie interessanti e trovo che McQueen abbia realizzato film che raccontano in maniera molto cruda la realtà. Ecco mi piacciono i registi che non fanno di una storia una melassa.
Un altro regista che mi piace molto è Lars Von Trier e la danese Susan Bier. E il regista de “Lo scafandro e la farfalla”, Julian Schnabel. Vado dal romantico al tema forte!
A livello italiano, come ho detto, mi piace molto Paolo Virzì. Poi mi piace molto come scrive e come tratta la commedia Francesco Bruni, e il giovane regista che ha fatto “Labas”, Guido Lombardi. Hanno realizzato dei film che ho trovato molto interessanti e mi piacerebbe un giorno poter lavorare con loro.
Stando negli Stati Uniti, poi, il mio sogno è di poter fare anche solo una piccola parte in una serie americana… Sto lavorando molto forte anche per quello!
Denny Medez nello spettacolo teatrale “Addio al Nubilato” di Francesco Apolloni
Valentina Leotta