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BARCHE A VELA E CARAIBI LE ADRENALINICHE ISOLE DI BRITISH VIRGIN ISLANDS.

Feste, Crociere, Donne e Cene Gourmet. Tutto negli atolli, oltreoceano, Inglesi.

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Le ali d’Argento mi fanno volare qui, dove il mare d’inverno è caldo e nella notte soffia la brezza”:

sono le parole di un’antica canzone della filibusta, ora riproposta da Foxy, un pirata dei nostri giorni che, con una chitarra in mano e grandi sorrisi, accoglie i turisti che si avventurano al Foxy-Bar. L’isola di Jost Van Dyke era il covo del celebre pirata olandese e della sua ciurma.

Chi conosce i Caraibi e arriva alle BVI (British Virgin Islands) per la prima volta si accorge subito che queste sono isole diverse. Oltre al bellissimo clima, è il tenore di vita della popolazione che colpisce: non c’è disoccupazione, la criminalità è pressoché inesistente, le porte delle stanze negli hotel non hanno la chiave, non c’è prostituzione. Sicuramente sono meno famose di St. John e St.Thomas, le “sorelle” americane che distano appena 2 chilometri, ma sono piu’ vere.

Le isole Vergini Britanniche si sono aperte al turismo da pochi anni, e lo hanno fatto indirizzandosi verso un turismo di elite, americano ed europeo, colto, ricco e sportivo. In poco tempo sono diventate la capitale mondiale per la navigazione da diporto. Oltre che fiscale, è diventato il paradiso dei velisti, grazie a venti pressoché costanti che vanno dai 15 ai 20 nodi, con un mare calmo perché al riparo delle 60 isole che ne compongono l’arcipelago.
Bisogna esserci per capire cosa significa navigare nel canale di Sir Francis Drake, doppiando le isole di Peter e Norman Island, costeggiando Tortola, su un percorso pieno di incognite per i fondali con secche improvvise e barriere coralline, per arrivare a Virgin Gorda, cosi chiamata da Cristoforo Colombo per la sua insolita forma, e a Jost V. Dyke.
Da pochi giorni si e’ conclusa la 43 edizione della “Spring Regatta & Sailing Festival 2014”, un evento velico di importanza mondiale, tra i più importanti dell’area caraibica che accoglie professionisti e amatori provenienti da tutto il mondo. I 130 scafi che hanno partecipato alla regata sono delle vere e proprie formule uno del mare: Cruising di oltre 20 metri, barche storiche come il King’s Legend, il Natural Magic, Il Nittan II. Le barche sono arrivate dagli Stati Uniti, New Zeland, Francia, Antille Olandesi, Germania, Australia. Insomma, i più forti team di questa competizione velica. Novità assoluta la presenza di barche con equipaggi di sole donne, vere lupi di mare, vista la loro grinta ed abilità nel manovrare queste veloci scafi. Vedere tutte queste barche con le vele gonfie e piegate dal vento in un mare azzurro incastonato nello skyline delle isole è veramente emozionante, anche per chi non ama il mare o non ha la passione per questo sport.
Alla partenza, era presente anche una barca italiana, il Sumbake, un Benetteau 50 dello Skipper Bruno Fazzini, un vero lupo di mare e grande esperto di vela e traversate oceaniche. Per tre giorni, con un equipaggio di soli giornalisti (compreso chi scrive) esperti di vela, ha ingaggiato un challlenge, che è più giusto chiamare arrembaggio, vista la determinazione degli equipaggi a non mollare spazi in acqua per contrastarsi. Alla fine delle regate si e’ classificato con un onorevolissimo 21° posto.

 

 

Le Isole Vergini offrono al turista in vena di esperienze di mare diverse quello che non troverebbe in altri posti: la possibilità di affittare una barca da crociera con skipper e partecipare a importanti regate. Le barche competono nella classe dei Bareboat - appunto barche da charter, e i team possono essere composti anche da nuclei familiari privi di nozioni di vela. Lo skipper, una volta a bordo, dà rapide e facili istruzioni di come si deve stare in barca, issare una vela, e stringere il vento andando di bolina. Inutile dire che è un’esperienza straordinaria fatta su barche non estreme e spartane, ma comode e con bagni privati, e naturalmente una con una gambusa ben rifornita dagli skipper-chef. Tutto all’insegna del massimo comfort e divertimento, come quando terminata la regata si va a festeggiare alla moda dei pirati su vecchi galeoni ormeggiati in calette riparate, dove tutto è permesso… e scorre rum a fiumi. Oppure, si va sull’isola di Tortola, dove c’è Bomba Shack, un ritrovo di perdizione e molto trendy, situato in riva al mare, così cool che per partecipare al celebre rito del “Full Moon Party”, una festa a “tutto campo, no limit”, le donne devono lasciare un indumento sexy indossato. Mentre le Aragorn’s Fireballs illumineranno il cielo notturno e l’acqua del mare in uno spettacolo letteralmente infuocato e suggestivo. Appuntamento da non mancare al quale la gente accorre da tutte le isole dell’arcipelago. Queste sono le Isole vergini Britanniche, una volta scoperte non si dimenticano piu’…

Altra alternativa per zingarare tra le isole caraibiche, è quella di imbarcarsi su una delle tante navi da crociera che si muovono navigando da un’isola all’altra. Per le compagnie di navigazione che organizzano crociere è un vero e proprio boom. È il solo segmento del turismo al mondo che incrementa in modo esponenziale anno dopo anno. Il perché di questo successo ha diverse motivazioni. Intanto, le straordinarie offerte cosi diversificate con un ottimo rapporto qualità e prezzo e con vantaggi evidenti: un ambiente e servizi da hotel a cinque stelle lusso, personale efficientissimo, cucina da ristorante gourmet. Anche se invece dei soliti 30 posti a tavola, sulle navi gli ospiti sono più di 2000, si ha la sensazione di essere in un ristorante di lusso grazie al servizio e alla qualità dei piatti proposti. E poi, è la vacanza giusta per chi ha figli: paghi due e parti in quattro. Sì, perché i bambini non pagano.

Ma sicuramente il successo va ricercato nel fascino che da sempre evocano le crociere e le loro destinazioni. Chi non ha mai sognato di andare almeno una volta a scoprire le celebri isole del mar dei Caraibi. Sette isole in otto giorni è l’ultima indovinata proposta di alcune grandi compagnie italiane: si doppiano le Isole Vergini, St. Martin, la Guadalupe, la Romana, Antigua con le sue 360 piccole e incantevoli spiagge. Durante le escursioni ci si ferma a nuotare tra le stelle marine e, sempre in acqua, a sorseggiare un bicchiere di rum, quello che si beve nei “peggior bar di Virgin Gorda”. Oppure, a provare il brivido di una folle corsa sulle onde dell’oceano con le veloci “balenier”, massicce imbarcazioni che possono portare fino a 16 persone sedute con salvagente e “aggrappati” dove capita, guidate da esperti “bucanieri” che dopo un’ora di violente planate sulle onde e “secchiate d’acqua” che vi bagneranno tutto, vi depositeranno sull’isola di Saona, un paradiso dove gustare straordinarie aragostine preparate ad hoc sotto le palme.

È un saliscendi continuo dalle navi, però ne vale la pena per vedere le bellezze naturali di queste isole, sottolineate dal quel magico sound caraibico che è la musica del leggendario Bob Marley, tanto che, nell’isola di Santa Lucia, nella corsa dei taxi è “compresa una compilation dei pezzi più celebri” di Marley, sparati a tutto volume. Così, al ritmo del reggae si dimentica la fatica del percorso che bisogna fare per andare ad ammirare lo skyline dei “Pitons”, i due rilievi vulcanici, o per raggiungere la piccola e magica baia di Marigot-Bay.

Jerry Bortolan

di Jerry BortolanReporter, giornalista di viaggio ed enogastronomico.