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La birra palestinese a Ramallah. L'unica bevanda alcolica “tollerata” tra i mussulmani

Investimento coraggioso che porta turismo ed economia.

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L’ultima cosa che ti aspetti a Taybeh è la possibilità di bere una buona birra fresca alla fine di una giornata torrida, presso il birrificio locale che ti accoglie per una originale degustazione. Perché quello che capita normalmente in migliaia di posti in tutto il mondo, qui, a Taybeh, in Palestina, vicino a Ramallah, dove risiede l’Autorità Palestinese, è cosa dell’altro mondo: chi può produrre una bevanda alcolica in un paese a stragrande maggioranza islamica, religione che vieta assolutamente il consumo di alcol? A Taybeh, però, sono cristiani, enclave religiosa e culturale minoritaria e quindi ancor più depressa della già depressa Palestina, e la birra la bevono da sempre. Perché non fare di una peculiarità di una minoranza il punto di forza di un progetto economico sorprendente ed eff... continua

Viaggio in Israele sfatando i falsi miti, e i falsi storici, di Gesù

Cristo amava cenare con gli amici, cucinare per loro, bere vino e passeggiare in montagna.

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 Un pellegrinaggio culinario sulle orme di Cristo, per sfatare luoghi comuni e svelare la reale identità dell’uomo che ha spaccato la storia in due. E’ la singolare iniziativa ideata da don Andrea Ciucci, sacerdote divenuto celebre per i libri dedicati al rapporto tra cucina e religione (Nutrire l’anima. Ricette di pellegrini e viaggiatori, A tavola con Abramo, Mangiare da Dio. Cinquanta ricette da san Paolo a papa Francesco e In cucina con i santi) scritti con Paolo Sartor e tradotti in nove lingue. “Quando mi invitano in televisione si aspettano che mi presenti con il cappello da chef” racconta; don Ciucci, però, non è un cuoco ma un funzionario del Vaticano, raffinato teologo ed esperto di comunicazione. Insomma niente a che fare con suor Germana o con altre figure di religiosi appassionati di cucina; per lui la convivialit&agra... continua

Anche i bambini, che non sanno leggere e scrivere, comunicano con le emoji. Sbagliato far utilizzare le “app e tecnologie” troppo presto

Da adulti saranno intimoriti e non riusciranno a stabilire contatti reali. Preferiranno nascondersi dietro le “faccine”.

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Oramai i bambini iniziano a comunicare con le emoji ancor prima di imparare a leggere e a scrivere. Lo rivela un sondaggio di GretchenMcCulloch, un’esperta di linguistica, che ha chiesto via Twitter ai suoi follower di farle sapere se fossero a conoscenza di bambini in età prescolare che scrivevano utilizzando faccine, cuoricini e quant’altro. Insomma, le emoji che usiamo spesso sui cellulari quando comunichiamo sui social o con WhatsApp. Bene, il risultato di questa consultazione è davvero interessante: innanzitutto si, le risposte al principale quesito di McCulloch confermano che i bambini comunicano con le emoji anche se non sanno ancora leggere e scrivere. In particolare si tratta di quelli che hanno un’età compresa tra i tre e i cinque anni. Inoltre, ad essere preferiti, sono i simboletti che rappresentano cuori e animali.Cambia anche il signi... continua

Il bambino-santo ucciso dagli ebrei? Il giallo di San Simoncino e la censura della chiesa tra le “torture”

Il Vescovo di Trento nasconde il corpo e il figlio del rabbino Toaff ritira le “responsabilità”.

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Un santo bambino, martire, veneratissimo per secoli ma censurato dalla Chiesa che è arrivata a cancellarne la festività e a farne sparire il corpo. È il curioso caso di Simoncino da Trento, vittima da vivo di un’immane tragedia, e da morto di strumentalizzazioni che ne hanno fatto prima un vessillo antisemita e poi una presenza ingombrante da togliere di mezzo. Tanto che oggi nessuno sa dove sia finito il suo corpo – che la tradizione vuole incorrotto – di cui peraltro sono sparite anche tutte le foto, nonostante sia stato esposto fino a poco più di cinquant’anni fa. Un giallo in cui si mescolano sacrifici rituali, scontri tra istituzioni ecclesiastiche e devozione popolare, persecuzioni antisemite, guerre, torture e diplomazia vaticana, ma anche infuocati dibattiti in seno alla stessa comunità ebraica. Tutto comincia... continua
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